Femminismo: lo stai facendo male…

Mi ritrovo a notare un piccolo, ma costante, incremento dell’attività social di profili che hanno come contenuto una sorta di difesa della posizione maschile. E non nego che lo trovo non solo positivo, ma anche necessario, perchè il senso del femminismo negli ultimi 5-10 anni è stato assurdo.

Certo che l’uomo ha avuto una posizione privilegiata per millenni. E certo anche che ora la civiltà è abbastanza matura da riequilibrare le cose. Ma dovrebbero essere equilibrate, non sbilanciate dall’altra parte. Perchè peggiorare i contrasti tra i generi attraverso degli stereotipi di genere non porta nulla di buono a nessuno.
Vorrei ricordare due esempi: il primo è il libro “Odio gli uomini” di Pauline Harmange, uscito intorno al 2020, in cui lei dice che gli uomini “non li ascolta nemmeno perchè servono solo a procreare e che le femministe fan bene a odiare gli uomini”. Provate a pensare cosa succederebbe se un uomo scrivesse l’opposto. Dice che tutti gli uomini sono violenti, vigliacchi, pigri e egoisti. E che li odia tutti a priori.

Ora, per quanto possa sembrare chiaro a un 80-90% del genere umano quanto tali affermazioni siano insensate e nocive, il 10% che le ritrova opinionabili o addirittura giuste è anche quello che fa il 90% del rumore, generando una società dove molte donne usano questa sorta di femminismo per garantirsi vantaggi sociali o per una sorta di validazione prendendo una posizione di eterne vittime.
E qui si arriva al secondo esempio, “Self-Made Man” di Norah Vincent. Lei era una giornalista, ha deciso di travestirsi da uomo e vivere come tale per 18 mesi in ambienti tipicamente maschili, ed ha affrontato anche alcuni appuntamenti con donne, circa 30.

Vincent osserva che la mascolinità implica isolamento, sofferenza e costante pressione a nascondere le emozioni. Da questo nasce una maggiore empatia verso gli uomini: “Gli uomini stanno soffrendo e han bisogno della nostra compassione”

Questo è quindi il punto: ci sono molte cose del femminismo vero che andrebbero difese. Norah ha subito gli effetti di questo esperimento, finendo in depressione, cercando supporto nella terapia e finendo la sua vita volontariamente in Svizzera (anche se le motivazioni, pur relative alla depressione, potrebbero non essere assolutamente collegate a questa esperienza). Lascio una parte della sua intervista da un punto cruciale:

Problemi differenti, e non voglio discutere (nè sta a me farlo) sui dettagli dei problemi di genere nella società, ma questo costante odio sta ovviamente stancando di già. Il movimento metoo è del 2017, e a parte essere stato molto social e avere mostrato una faccia oscura quando alcune donne ne hanno iniziato a fare un teatrino, oramai, dopo avere avviato il giusto senso di indignazione e aver spinto la gente a guardare a certi problemi, ha stufato anche le donne, soprattutto quelle che non vogliono privilegi e non vogliono piagnistei. Il femminismo del “tra l’uomo e l’orso scelgo l’orso” piace solo a chi ha una certa mentalità, bassa a mio avviso, per questo molte donne se ne stanno tirando fuori.

E questo dà vita a nuovi canali social dedicati alle posizioni veramente femministe di uguaglianza. Alcuni esempi sono anche italiani, vorrei soffermarmi soprattutto sui canali gestiti da donne, perchè la trovo una cosa molto positiva. Uno è “Pro o Contro podcast” di cui vi metto uno dei tanti video qui sotto

Ci sono altri profili in altri social che sono veramente interessanti, e lo ripeto, promuovono uguaglianza (e questo vuol dire attaccare standard comportamentali differenti tra uomini e donne, comportamenti negativi e opinioni turbofemministe), non maschilismo o finto femminismo. I tre che vi suggerisco, portati avanti da donne, sono in inglese: uno è Roma Army, inglese, che è un pochetto aggressivo su certi concetti ma questo è quanto, la seconda, e forse la mia preferita, è EmilyWKing, perchè cerca di capire e non è per nulla aggressiva con nessuno, anzi, è molto precisa in quello che dice. La terza mette i suoi concetti in video con un pizzico di ironia, The Lady J.

Con questo direi che va spesa l’ultima frase a ricordare che come società, abbiamo un dovere morale di difendere tutti, e che entrambi i generi sono violenti, e lo sono principalmente contro coloro che ritengono più deboli. Per questo gli elementi più deboli della società vanno difesi di più. Stay tuned!

La sensibilità femminile

La società muta, e lo fa molto rapidamente. Lo si vede in tante piccole cose: il modo in cui io ho vissuto la mia giovinezza, i miei vent’anni e via dicendo… ora sono vissuti molto diversamente. Ne ho avuto un assaggio anche nel linguaggio usato: ci sono termini di cui non conosco il significato, principalmente di origine inglese, usato da ragazzi che sanno il significato (o meglio, un significato) di quel termine, e magari non sanno spiccicare tre parole in croce di inglese.

Se il linguaggio muta velocemente, mutano anche i costumi: un tempo si prendevano iniziative per conoscere le donne, ora siamo tutti un pò più leoni da tastiera e usiamo le app, perchè è più facile abbordare una se non le parli, poi quando le devi parlare le salti addosso tanto il senso dell’incontro, per quanto non stabilito per legge, è quello.
E poi la musica, i vestiti… Però alcuni messaggi rimangono. Per esempio, nonostante il fallimento evidente del femminismo moderno, o forse proprio per quello, se guardiamo un film sentimentale i canovacci sono sempre simili: la ragazza (in genere strafiga) trova il ragazzo (in genere strafigo) supersensibile, che rivolta il mondo per lei, e lei alla fine si innamora e tutto finisce a cuoricini.

Se guardate “L’isola delle Rose” o “Tall Girl” entrambi hanno un ragazzo che ha passato tutta la vita a cercare di vivere con la ragazza che ama, mentre questa si creava la propria vita con persone dubbie. Poi alla fine, per far felici tutti gli spettatori, la ragazza capisce i propri errori e il finale, per nulla a sorpresa, vede la coppia sbocciare. Bello!
Queste storie piacciono molto alle ragazze… ma viste in TV. Se i maschietti sono un pò più terra terra, e anche quando ci mettono la testa nella propria scelta rimangono abbastanza coerenti col loro modo di operare, le ragazze si frustrano l’infanzia con film strappalacrime (son sicuro che se qualche ragazza commenterà, sarà l’eccezione, perchè ormai dipingersi “diverse” è la prassi… vorrei sapere questi film, come “Twilight” chi se li guarda se siete tutte diverse) e poi passano la vecchiaia a fare le giovani e le insensibili.

E nel passato? Oh beh, non era per nulla diverso. Teniamo presente che praticamente ovunque il mondo era più maschilista, al punto che a volte la ragazza non aveva proprio modo di mettere bocca alla propria scelta. Però, se avevi un animo sensibile, invece che essere il super figo del gruppo come saresti dovuto essere, eri quello che se lo beccava secco nel culo. Basta pensare a quanti maschietti esempio di sensibilità siano finiti a spaccarsi di seghe tutta la vita dietro una ragazza che, invece che strisciare nelle loro braccia come se fossero principi azzurri, non se li cagava nemmeno di striscio.

Esempi? Ma certo…
Partiamo dal top: Dante Alighieri. Padre della lingua italiana, massimo poeta mondiale, ha scritto la Divina Commedia, 100 canti divisi in 3 cantiche, 14.233 versi endecasillabi divisi in terzine incatenate. Dante era così in palla per Beatrice Portinari da renderla la sua guida in Paradiso, simbolo dell’amore che è l’unica cosa che ci può guidare al Cielo.
Cioè, un uomo scrive l’opera più bella della storia, un misto di poesia e epicità, ci dedica tutta una vita, ti rende protagonista immolandoti alla vita letteraria eterna e tu COME MINIMO devi ricambiarlo: non è forse questo il massimo che si può chiedere a un uomo?
E invece lei che fa? Si fa sbattere da un banchiere che forse nemmeno si ricordava il suo nome. Ora, è possibile che lei non sapesse di Dante, inoltre è morta giovane, e comunque potrebbe essere stato un matrimonio combinato, e qua e là… ma cazzo, DANTE ALIGHIERI!!!

Situazione simile quella di Giacomo Leopardi e Silvia, nome di fantasia di Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di Leopardi. Anche lei mai la sganciò ad uno dei poeti più grandi della storia italiana. Anche lei morì giovane, a diciotto anni. Questo dovrebbe insegnarci che se diamo il massimo, la gente che amiamo muore giovane, quindi non fate un cazzo nella vostra vita!!!

Ancora poeti, ancora scrittori, ancora un’opera, il Canzoniere, composta di 366 componimenti: 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali. Scritto nel nome di Madonna Laura (che non è una bestemmia), era dedicato a Laura de Noves, o Madame de Sade, sposa di uno dei discendenti del Marchese de Sade. Insomma, non possiamo dire che un discendente di de Sade sia libertino come il suo avo, ma pur sempre Francesco Petrarca viene snobbato per questa persona. E quindi abbiamo capito che la sensibilità dello scrittore non paga.

Forse sono gli scrittori a essere sfigati. Un pò come gli informatici nel mondo moderno. E allora guardiamo il più grande musicista di sempre: Ludwig van Beethoven. Beh, una delle sue opere immortali (e non parlo di “Per Elisa” che è stata sì dedicata a una donna, ma che questa sia stata Therese Malfatti von Rohrenbach zu Dezza o Elisabeth Röckel, si tratterebbe solo di una dedica mossa dal rispetto) fu “sonata al chiaro di luna“. Bene, questa sua opera, tra le più grandi, è dedicata alla sua alunna di cui era innamorato, Giulietta Guicciardi. Secondo voi come finì? L’amore di Beethoven per Giulietta Guicciardi pare non sia stato ricambiato. Lei sposò un conte e si stabilì a Napoli per poi tornare a Vienna vent’anni dopo, incontrare nuovamente Beethoven e chiedergli in prestito 500 fiorini. Alla faccia di sto cazzo!

E poi Johann Wolfgang von Goethe, innamorata di Charlotte Buff. Ha sposato il suo buon amico Johann Christian Kestner, un collezionista d’arte distinto e un buon diplomatico. Ma anche il fumettista Charles Schulz, famoso per i Peanuts (Charlie Brown e compagnia), innamorato di Mae Johnson, che non solo gli diede il due di picche dopo 3 anni di appuntamenti quando lui le chiese di sposarlo, ma gli disse che era già promessa al suo rivale. Oppure il doppio fallimento di Ugo Foscolo con Isabella Teotochi Albrizzi e con Isabella Roncioni. Poi domandiamoci come mai uno scrive un’opera intitolata “Dei sepolcri“.

E chi sono invece i sex symbol moderni? I calciatori. Stessa sensibilità, stessa ricerca dell’arte e della bellezza, stesso gusto poetico.

Stay tuned!

… e poi venitemi a chiedere rispetto

C’è il lockdown in molti paesi del mondo. In un modo o nell’altro, la nostra libertà è limitata per un numero di giorni non del tutto stabilito. Qui nel Regno Unito, da dove scrivo, tale limitazione dovrà andare avanti fino al 3 dicembre. Ma si pensa di spostarla oltre perchè (come tra l’altro dissi nrl mio post “Il lockdown promesso“) si vuole cercare di lasciare la gente un pò libera sotto Natale, ma per farlo bisognerebbe essere più duri nel periodo precedente il Natale.

Quali sono le regole nel Regno Unito? Beh, le regole sono confuse e poco scientifiche: non puoi vedere nessuno in luoghi chiusi, non puoi formare gruppi di persone, ma puoi vedere una persona in un luogo aperto o per divertimento o per fare attività fisica. Ovviamente ci sono altre regole, un buon elenco lo si può trovare qui.
La gente ovviamente è impazzita: molte delle persone che conosco danno interpretazioni alle regole che sono abbastanza assurde. Ora, cerchiamo di capirci, negli spazi aperti il rischio è ridotto, esiste sempre (anche con la mascherina), ma è molto ridotto: una persona vi deve parlare per un paio di minuti, oppure deve toccarvi o sputarvi in un occhio affinchè ci siano rischi. Toccare le cose è sempre un problema: questo rende il pulsante di chiamata del semaforo più pericoloso che un uomo che ti passa vicino senza mascherina. Ma lo stesso vale per la spesa che fate: spesso le cose vengono toccate, e anche se suona un pò esagerato, quello che vi portate a casa può essere stato infettato molto più gravemente di quanto lo siete voi a passare vicino a uno che non ha la mascherina.
Ovviamente in un luogo chiuso non ventilato (tipo la Metropolitana) tutto è peggio, specialmente se, tipo in metropolitana, tocchi tante cose.

Ho scoperto che ci son tante persone, specialmente ragazze, che amano fottersene delle regole, anche quando scientificamente provate. Per non perdersi un appuntamento concordato in una app di appuntamenti rischiano tranquillamente di prendersi il COVID incontrando sconosciuti senza rispetto di regole di sicurezza, e con quelle mettendo in pericolo loro e tutta la gente che le incontra magari più in sicurezza, tipo le amiche strette. Capiamoci, io sono anche contrario a che la gente incontri le amiche strette, numeri alla mano sta situazione ha rotto il cazzo, e la gente potrebbe fare lo sforzo per superarla standosene un pò a casa da soli.
Però il peggio è che cerchi di vederti con delle amiche di infanzia che sono state in sicurezza quando tu hai fatto il cazzo che ti pare. Per un appuntamento, comunque, che che valore può avere? Io dubito fortemente che domani che finisce il lockdown, una relazione nata durante lo stesso possa continuare.

E qui si arriva al punto: è una vita che vengo circondato da donne che pretendono rispetto, perchè #girlpower e la “donna è meglio dell’uomo“. Gente che “io sono vegana perchè non si fa del male alla povera capretta” e che “guarda come rispetto la natura che ho comprato un gattino di razza” che mi viene a dire che sono un maschilista perchè magari dico che le quote rosa sono una cazzata, perchè crescendo in un ambiente scientifico/informatico il rapporto maschi:femmine è di 20:1 e dare lo stesso numero di posizioni manageriali a donne e uomini vorrebbe dire rendere tutte le donne manager, non importa le qualità, e quindi reputo che tale problema possa verificarsi anche in altri contesti rendendo le quote rosa assurde.
Io sono maschilista e irrispettoso delle donne ma quando bisogna fare uno sforzo personale per rispettare il fatto che c’è gente che sta morendo di COVID, allora fanculo rispetto per il prossimo, per gli anziani e per chi si sacrifica a stare in casa proprio per garantire la sicurezza di tutti.

Ecco, questo periodo ci insegnerà chi davvero si merita rispetto: chi è stato in casa, o al limite è uscito a fare attività fisica ma in sicurezza, quello sì che meriterà di essere rispettato. Tutti gli altri, uomini o donne che siano, bisognerebbe toglier loro il diritto di voto, perchè è una situazione difficile per tutti, e capisco che alcune persone ne soffrino di più, e non voglio che nessuno finisca in psicoanalisi, ma i menefreghisti che stanno propagando il virus mentre alcuni stanno a casa per il rispetto del prossimo e dei deboli che sono a rischio, quelli no, sono ingiustificabili.

E scusate lo sfogo. Stay tuned!

… se al professore cade l’occhio

In questi giorni stavo già preparando un post sui problemi del femminismo, purtroppo è lungo e complicato e la mia recente passione per il giardinaggio di bonsai su youtube mi ha impedito di completare l’opera. Ma ora se ne esce quest’altra protesta che, a mio avviso, ha pro e contro. Intanto raccontiamo la storia…

IL FATTO
Primo giorno di scuola al liceo Socrate di Roma, Garbatella. In attesa dei banchi, in alcune aule fanno lezione sulle sedie, come in tanti altri istituti (famosa la figuraccia di Toti che cercò di strumentalizzare una foto di una scuola che mostrava dei bambini in ginocchio). Gli studenti, e le studentesse, risultavano quindi totalmente visibili dalla cattedra (intendendo per tutta la durata della lezione, perchè ehy, un banco non ti copre come un burqa).
Tutto normale, ma la vicepreside (una donna) ha un’ideona: mandare un messaggio in cui si invita a non indossare la minigonna a scuola “altrimenti ai professori cade l’occhio“.
Questo ha provocato l’indignazione delle studentesse che ha fatto il giro sui social fino a sfociare nella manifestazione: si sono presentate tutte con la gonna e le gambe scoperte e han appeso cartelli in giro per l’istituto in cui denunciavano il fatto con frasi tipo “Non è colpa nostra se gli cade l’occhio. Stop alla violenza di genere“.

LA MIA RIFLESSIONE (deh, oh, il blog è il mio)
In questa protesta c’è tanto di giusto, e tanto di sbagliato. In breve, reputo giusta la protesta, e anche il modo di protestare, ma penso che, per quanto non sia sicuro che ciò che di sbagliato provenga dalle studentesse o dall’interpretazione della protesta che ho letto, ci siano tante cose che rendono anche questa manifestazione pseudofemminista sbagliata negli ideali.
Mi spiego: è giusta l’indignazione per la frase della vicepreside! Giustissima! Ma davvero il problema della gonne è che al professore, un adulto laureato di una certa età, possa cadere l’occhio sulle fattezze di una liceale? E anche fosse, stiamo rigirando la colpa sulla vittima: se il professore guarda le ragazzine, il problema NON sono le ragazzine, è il professore.

Quindi sì, la protesta, e quella frase “non è colpa nostra se gli cade l’occhio” fanno centro: dobbiamo smetterla di ragionare in questo modo. Un abbigliamento non giustifica una molestia (inoltre lasciatemi dire che se il problema è vedere due cosce, di questi tempi, come essere umano sei anche messo un pò male).

D’altra parte c’è anche un altro messaggio, che molti stanno lanciando, ed è quello della libertà di espressione, della libertà di scelta del proprio outfit, della libertà di… Cito un pezzo di un articolo a riguardo di questo fatto, dove si parla di una amica di una ragazza ripresa dalla vicepreside per il suo abbigliamento:
La ragazza ha comunque precisato che quello portato dall’amica non era un indumento troppo scoprente, ma “una gonna normale, morbida. E che comunque, a prescindere da tutto, era il suo modo di esprimersi”.
No, non a prescindere da tutto. Perchè è questo quello che ritengo sbagliato della protesta: il suo modo di esprimersi deve essere coerente con le regole (scritte e non) del rispetto del luogo in cui sta, in questo caso una scuola.

Una scuola deve formare un individuo anche in termini comportamentali, e il rispetto dell’istituzione e il rispetto verso gli altri ne fanno parte. Questo vuol dire che sia i maschi che le femmine sono tenuti ad avere un abbigliamento consono quando sono in classe. No alle minigonne o ai top troppo scollati, così come no per i maschietti ai pantaloncini troppo corti, o ai culi di fuori (dico per i maschietti, con quella moda dei calzoni abbondanti un pò da rapper) o ad altre cose che suvvia, a scuola dovrebbero essere proibite. Ancora, col discorso della libertà di fare qualcosa, si mina un valore che poi rende la società piena di gente che in virtù dei propri diritti, dimentica i propri doveri e pretende sempre più diritti a discapito degli altri (in questo caso del rispetto verso gli altri, siano essi persone o istituzioni o cose).
Andreste a un funerale in minigonna o coi pantaloni che vi scendono sotto le chiappe? E se (lo spero) non ci andreste, perchè volete andarci a scuola?

Per far capire meglio questo concetto, io mi domando ancora come mai sul posto di lavoro un maschietto è generalmente (non sempre, ma praticamente sempre se può entrare in contatto con clienti) tenuto a tenere i pantaloni lunghi (ok, a volte anche la camicia) mentre le donne possono andare in minigonna e sandali. E siccome so perchè l’uomo non può andare in pantaloncini corti, la domanda diventa piuttosto “perchè l’uomo deve mostrare rispetto al cliente mentre è considerato rispettoso per la donna andare vestita come le pare?“. Ok, la questione potrebbe complicarsi un pò perchè questa usanza potrebbe avere una qualche origine medioevale…

Quindi credo che, dal mio punto di vista, tutto questo sia stato semplicemente uno sbaglio di comunicazione, niente a che vedere con il maschilismo e il femminismo: la vicepreside ha mandato un messaggio sbagliato per una richiesta lecita.
Vi lascio la mia stessa opinione descritta in breve da un portavoce del M5S (io li odio, ma condivido questa posizione e l’ho trovata citata su un articolo)

La corretta comunicazione a scuola è fondamentale. Suggerire a studentesse e studenti, ma anche agli insegnanti, un…

Pubblicato da Vittoria Casa su Venerdì 18 settembre 2020

Per oggi è tutto. Stay tuned!

Su J. K. Rowling la transfobica

J. K. Rowling, la creatrice della serie di romanzi su Harry Potter, scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica, è con molta probabilità uno di quei geni idioti di cui Barbascura potrebbe parlare. Ottima scrittrice, sicuramente la sua saga più famosa (Harry Potter, appunto) è stata un’opera che aveva un suo perchè, e quindi ha appassionato un numero esagerato di fan in tutto il mondo. Poi però sarebbe dovuta finire nell’oblio (a parte, le va concesso, per le opere di filantropia come la lotta alla povertà, alla difesa delle fasce più deboli come donne e bambini, aiuto alla ricerca scientifica… e anche per il sostegno contro la Brexit, magari – insomma, alcune cose buone le fa anche).

Purtroppo ha un concetto di femminismo bizzarro, ed è un pelo transfobico. Tutto questo venne a galla a dicembre del 2019, quando sostenne la ricercatrice britannica Maya Forstater, licenziata dopo aver detto “il sesso biologico è un dato oggettivo e che le donne transessuali non sono vere donne” (in UK possono licenziarti per molto meno – potete trovare un articolo qui). Da lì la scrittrice ha iniziato a scrivere sempre più spesso su questo tema, prima discutendo in un tweet un articolo che parla di “persone che hanno il mestruo” (e scherzando, dicendo qualcosa tipo “come si chiamano più le persone che hanno il mestruo? Danne, Fonne…“), in questo modo sottolineando che le donne sono tutte e solamente quelle che hanno il mestruo. Questa frase la avvicina alla visione del mondo denominata TERF (Femminismo Radicale che Esclude i Trans), a cui si avvicinò ancora di più col seguente post

Per dirla chiaramente, la posizione della Rowling è semplicistica rispetto ad una tematica complessa. Per la Rowling sei donna se hai vagina, tette e mestruo. Altrimenti sei uomo. Almeno dal punto di vista biologico, da cui però derivano i diritti: per lei condividere i diritti delle donne coi diritti dei trans genera un problema di “invasione” di uomini nel mondo delle donne che è inaccettabile. L’esempio più ovvio? Se il tuo sesso non si basa sull’avere il pene, puoi fingerti trans e infilarti nel bagno delle donne e molestarle, perchè l’identità di genere è di difficile dimostrazione.

Per cercare di facilitare la comprensione della problematica, cercherò di dire qualcosa che attualmente viene considerato lo standard per psicologi, sociologi e antropologi: ogni persona si identifica sessualmente in base a tre parametri: il suo sesso biologico, quello di cui parla la Rowling cioè banalmente se hai gli organi genitali maschili o femminili (teniamo presente che anche sul sesso ci sono casi limite, sia dal punto di vista cromosomico che ormonale che di caratteristiche, che ci portano a dire che un sistema binario uomo-donna è sbagliato anche sul sesso), il suo genere (gender in inglese), che riguarda il modo in cui la persona si definisce basandosi su come la società identifica gli uomini con le donne (e qui si hanno i maggiori contrasti, nei casi di sessi maschili che si ritengono donne o vice versa, ma si possono anche avere interpretazioni di se stessi temporanee, o alternative, per esempio quando si ritiene di non far parte di un sistema binario uomo-donna), e infine l’orientamento sessuale, che altro non è che il tipo di persona da cui la persona che si sta cercando di definire è attratta (anche qui è difficile pensare a un sistema binario, perchè una persona potrebbe essere attratta da un’altra che non fa parte del sistema binario). Come ribadito precedentemente, è una problematica complicata e se volete leggervi qualcosa di più vi suggerisco questo articolo, che ha anche un ottimo glossario su alcuni termini moderni.

Essendo un tema delicato, vorrei solo osservare alcuni dettagli: per una persona che nasce in un corpo di un sesso a cui però non si sente di appartenere, non poter avere gli stessi diritti di una persona che si sente come lui/lei ma ha avuto (di già) la fortuna di nascere col corpo giusto può essere deprimente. Inoltre, se nasci in un corpo che è del sesso sbagliato stai pur sicuro che già dovrai passare un mucchio di umiliazioni e bullismi. Discriminare tali persone perchè se si estendono i diritti anche a loro, magari qualcuno che a tale diritti non dovrebbe avere accesso se ne approfitta lo reputo un pò eccessivo: primo, non ce li vedo tutti sti uomini a spacciarsi per trans per finire nel bagno delle donne (si ok, era un esempio, ma anche l’esempio vale il controesempio), secondo, quanto tali diritti diventerebbero un danno e quanto una soluzione? Il modo di dire “fatta la legge, trovato l’inganno” vale per tutte le leggi e tutti i diritti, allora non si dovrebbero più fare leggi.

Tre attori principali della serie di Harry Potter si sono discostati dalla posizione dell’autrice dei romanzi. Il messaggio univoco è “le donne transgender sono donne, gli uomini transgender sono uomini” ma, sebbene di solito sia colpito dalla genialità di Emma Watson, mentre questa volta non si sia sprecata più del solito, e lo stesso Eddie Redmayne, il migliore questa volta è stato Daniel “Harry Potter” Radcliffe nella sua lettera, che vi consiglio di leggere.
E fanculo a chi si fa sempre i cazzi sulla vita degli altri!!!
Stay tuned!

PS: ho parlato di questo tema perchè oggi è tra i trending topics su Twitter #IStayWithJKRowling. Non so come mai, forse lo scoprirò, ma avere un minimo di background non faceva male