Vaccini COVID e strategie inglesi

Io credo che tutti siamo d’accordo che vaccinare 7 miliardi di persone possa essere complicato. Ed era prevedibile che le forniture da parte di BionTech-Pfizer non sarebbero state sufficienti. A questo si è aggiunto un evidente ritardo nella distribuzione delle dosi, non solo all’inizio, quando si parlava solo di poche ore per via del maltempo, ma sulla lunga produzione, laddove ora si parla di invio in quantità ridotte.
Un piano, una strategia, doveva essere messa a punto in ogni stato. C’è chi, come in Italia, ha deciso che per ogni 2 dosi si sarebbe vaccinata una persona, invece di fare affidamento alla consegna della seconda dose (nel senso, se sai che hai 2 dosi ore e ne arrivano 2 tra due settimane, potresti già vaccinare due persone facendo affidamento sul fatto che le due dosi arrivino in tempo per il richiamo).

Il Regno Unito ha invece optato per una strategia del tutto diversa: ha deciso che, almeno per le categorie a rischio, si vaccineranno quante più persone possibili, rimandando il richiamo a dopo 12 settimane. Questo perchè se hai 2 dosi, e sai che altre 2 arrivano tra due settimane, puoi iniziare a vaccinare 4 persone invece di fare due sole vaccinazioni complete. C’è solo un problema: non ci sono prove certe che questo funzioni!!!

Cosa intendo? Intendo che la sperimentazione (la famosa fase 3) per il vaccino Pfizer-BionTech, l’unico per il momento in circolazione, non ha coperto due somministrazioni a così larga distanza la prima dalla seconda. E’ stato provato che si genera una sorta di immunità tra la prima e la seconda dose, ma non si sa quanto questa immunità possa durare.
La base “scientifica” di questa decisione parte dallo studio fatto per un altro vaccino, l’AstraZeneca-Oxford (guarda caso, quello “fatto in casa“): durante il trial (fase 3) è stato deciso di aggiungere una seconda dose, perchè il vaccino inizialmente prevedeva una sola iniezione, ma produrre le dosi necessarie aveva richiesto tempo, quindi le persone sottoposte al trial avevano ricevuto la dose con tempistiche diverse di somministrazione, fino a dodici settimane. Questo vuol dire che nei tre gruppi di trial, svolti in UK, Brasile e Sud Africa, il 59% dei soggetti in UK (1407 su 2377) hanno preso la seconda dose tra le 9 e le 12 settimane, mentre in Brasile solo il 18.6% (384 su 2063). A quanto pare il risultato fu che il vaccino è più efficace dopo la seconda dose se queste sono intervallate da più di 6 settimane che non se sono intervallate da meno di 6.

Basandosi su questa scoperta fatta sul vaccino AstraZeneca, han deciso di somministrare il vaccino Pfizer dopo 12 settimane. La Pfizer ci ha tenuto a far sapere che “la sicurezza e l’efficacia del vaccino non è stata sperimentata con somministrazioni intervallate da così lunghe attese, in quanto praticamente tutto il trial è stato eseguito con l’intervallo specificato“. Quindi, in poche parole, la Pfizer dice che per il loro vaccino non c’è dato attendibile che le due dosi funzioneranno, ma il governo inglese se ne fotte.

L’Associazione Medica Britannica (BMA) ha definito la decisione del governo “irragionevole e scorretta” e può inoltre generare problemi logistici. I medici e i leader clinici hanno detto alla BMA che ritardare la seconda dose per i pazienti a rischio “avrà un terribile impatto sul benessere emozionale“. Il problema logistico risiede nel dover ricontattare tutta la gente anziana per muovere la seconda vaccinazione, e contattare quelli che devono prenderla al loro posto. Cosa che potrebbe richiedere settimane.
La reazione è stata evidente anche in altri paesi: in America un giornale ha definito questa mossa come “di fatto un rendere l’intera nazione un laboratorio vivente“, Paul Bieniasz, un virologo che sta studiando le mutazioni del virus, ha avvertito che “avere un gruppo di persone parzialmente resistenti per lungo tempo può facilitare le mutazioni resistenti al vaccino“.
Infine, cosa molto importante, questa mossa aumenterà il numero di persone quasi-vaccinate che prenderanno il virus, diminuendo la fiducia della gente nella vaccinazione e nella scienza, con tutte le conseguenze del caso.

Vedremo. Stay tuned!

Gli inglesi ti lavano i denti

Vorrei condividere con voi questa cosa che mi ha lasciato un pò così, confuso e infelice. Tutto è iniziato con una discussione sul fatto che, qui a Londra, siccome durante il lockdown era difficile andare a comprare l’acqua, perchè se ne consuma molta e io non ho un’auto, e quindi mi ritrovavo ad andare avanti e indietro ogni 2-3 giorni solo per quella, a un certo punto ho optato per una caraffa col filtro.

La caraffa col filtro filtra alcune impurità, ma coi colleghi stavo discutendo che non tutte le impurità che filta sono “dannose“. Non mi invento nulla, ovviamente avevo visto Dario Bressanini parlare di residuo fisso in uno dei suoi video, quindi citavo quello.

Come dice Bressanini, il residuo nell’acqua è composto da sostanze “che sono utili al nostro corpo, principalmente calcio e magnesio […] noi non siamo una lavastoviglie, e noi di questi sali ne abbiamo bisogno“. Quindi stavo dicendo che, anche se a volte l’acqua può avere un gusto strano, non è detto che faccia male. Non è detto, ma questo non toglie che sia possibile. Infatti se il calcio e il magnesio ci serve, ci sono altre sostanze che si spera vengano tolte dall’acqua, ma che se diluite ci possono fare male.

Alla fine della storia Londra, città dove abito, è famosa per l’alto livello di cocaina nel Tamigi, e lì si riversa dalle fogne, a causa della gente che ne fa uso e poi la piscia via. Ora, se quelle acqua vengono purificate e reimmesse, si spera che la cocaina sia eliminata, ma rimane pur sempre vero che non ho mai visto così tanti sali minerali in un’acqua, quindi c’è sicuramente molto residuo fisso nell’acqua di rubinetto. Magari non cocaina, ma cloro, che di per sè non è nocivo ma alcuni suoi derivati lo potrebbero essere.

Ed è qui che un mio collega londinese mi ha reso partecipe di una notizia meravigliosa: in UK si usa aggiungere fluoruro nell’acqua per rinforzarti i denti. Lo stesso fluoruro che è nel dentifricio, loro lo mettono nell’acqua perchè troppi bambini da piccoli finiscono all’ospedale per problemi ai denti e, siccome i bambini sono coperti gratuitamente, meglio fare un lavaggio continuo dei denti a tutta la nazione e via. La fluorizzazione dell’acqua non è mai stata fatta in Italia, ma a quanto pare avviene anche in altri paesi del mondo. A me sembra abbastanza assurdo, ma ebbene sì.

Per chiudere questa discussione sull’acqua e sulla pulitura dei denti, premetto di filtrare l’acqua del rubinetto solo per problemi di gusto, ma di avere quasi sempre bevuto acqua imbottigliata, fin da piccolo. Prima della caraffa filtrante usavo l’acqua del rubinetto per tutto (incluso per preparare il cibo), ora uso l’acqua filtrata per tutto (incluso per preparare il cibo).
Nel Regno Unito si vantano di avere uno degli standard più alti per la qualità dell’acqua, e un sito ne riporta i dati più ecclatanti, tuttavia come dicevo, nonostante i filtri a carbone attivo (come quelli della mia caraffa) non blocchino tutto (ad esempio, il floruro non viene rimosso da questi filtri), preferisco bere l’acqua filtrata, che mi rimane meno cattiva.

Poi è una questione di gusti. Stay tuned!