Demi Lovato e il “loro”

Il significato di una parola non è quello che sta scritto su un vecchio libro ingiallito, ma è quello che chi la pronuncia e chi la ascoltà le conferisce

— Pellio Eburno

Demi Lovato, tempo fa, si era autodefinita pansessuale. Siccome temo che questo post alla fine sarà una sorta di lamentela verso l’incapacità, da parte di una parte della società, di capire concetti semplici, voglio subito spiegare che pansessuale vuol dire che può provare attrazione sentimentale e fisica per qualsiasi genere e sesso. La differenza con bisessuale è sottile, e si basa sull’avere compreso la differenza tra sesso e genere, inoltre è materia complicata per un altro post, quindi non ne discuto ma leggetevi l’ABC in questo mio articolo, se volete.
Oggi Lo Zoo di 105, programma radiofonico che ti può strappare una risata, ma che spesso è ricco di cazzate oltre il limite e di certo non è candidato ai Nobel per la sua intelligenza, ha pubblicato il seguente post

Dichiarazione shock di Demi Lovato: sono non binaria, quindi datemi del loro… ??

Pubblicato da Lo Zoo di 105 su Sabato 22 maggio 2021

Ovvio che è stato tempestato da una fitta lista di commenti di candidati al Nobel che argomentano con cose che vanno dal “hai problemi mentali, fatti curare” (riferito a Demi Lovato) al “loro è un plurale” al “allora me chiamatemi Sua Maestà” e così via. Tutti grammar nazi quando si tratta di sputare un pò di odio.
La società si inghiottirà questa mentalità bigotta e tutti coloro che ne fan parte… purtroppo genererà anche nuove credenze bigotte, forse anche peggiori. Ma è davvero difficile capire???
La settimana scorsa Linkedin mi ha chiesto di aggiungere il pronome con cui voglio che gli altri si riferiscano a me. LinkedIN, un social di stampo professionale. Meglio dei vari Facebook, Twitter e compagnia intrattenitiva mirata a idioti andante. Bella storia.

Cerchiamo di chiudere subito la parentesi della forma plurale. E’ un pronome che vuole definire il neutro. Per quanto non capisca perchè in inglese non si usi il “it” ma il “they” (e mi aspetto che la risposta sia più legata al fatto che “it” suona più per cose e animali), in Italiano me lo dite voi un pronome neutro? In Inglese ne hanno pure coniati di nuovi (Ze/hir, Xe/xem, Hy/hym, Co/cos) ma ancora, in Italiano non esistono altri pronomi specifici per i non binari. Ah, inoltre, giusto per fare impazzire la gente, il pronome per i transgender è they, ma la coniugazione dovrebbe rimanere singolare, anche in italiano (tipo “loro ha studiato” invece che “loro hanno studiato“). Ma figurarsi. Ah, ultimo ma non meno importante, in Italiano ci son diversi modi di coniugare gli aggettivi in modo che siano neutri, tipo mettere l’asterisco (“sei bellissim*“), ma vengono male nel parlato.

Quindi tutta questa discussione è l’ennesima polemica ignorante. E’ di nuovo un modo, da parte dei soliti cattobigotti, di andare a cercare le cazzate per attaccare quello che non capiscono, o quello che loro non ritengono normale… più semplicemente, quello che non piace a loro. Bisognerebbe invece iniziare a specificare i propri pronomi sui social, anche se si è cisgender (ommioddio, è fatta, figurati se il volgo sa che cosa è un cisgender), non per evitare errori, ma per aprire la società a questo modo di pensare, all’idea che ci sono persone che non si sentono ciò che sembrano, per sdoganare il fatto che se nasciamo di un sesso, possiamo non sentirci tali.

Con me potete usare il “he/him“.
Stay tuned!

Su J. K. Rowling la transfobica

J. K. Rowling, la creatrice della serie di romanzi su Harry Potter, scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica, è con molta probabilità uno di quei geni idioti di cui Barbascura potrebbe parlare. Ottima scrittrice, sicuramente la sua saga più famosa (Harry Potter, appunto) è stata un’opera che aveva un suo perchè, e quindi ha appassionato un numero esagerato di fan in tutto il mondo. Poi però sarebbe dovuta finire nell’oblio (a parte, le va concesso, per le opere di filantropia come la lotta alla povertà, alla difesa delle fasce più deboli come donne e bambini, aiuto alla ricerca scientifica… e anche per il sostegno contro la Brexit, magari – insomma, alcune cose buone le fa anche).

Purtroppo ha un concetto di femminismo bizzarro, ed è un pelo transfobico. Tutto questo venne a galla a dicembre del 2019, quando sostenne la ricercatrice britannica Maya Forstater, licenziata dopo aver detto “il sesso biologico è un dato oggettivo e che le donne transessuali non sono vere donne” (in UK possono licenziarti per molto meno – potete trovare un articolo qui). Da lì la scrittrice ha iniziato a scrivere sempre più spesso su questo tema, prima discutendo in un tweet un articolo che parla di “persone che hanno il mestruo” (e scherzando, dicendo qualcosa tipo “come si chiamano più le persone che hanno il mestruo? Danne, Fonne…“), in questo modo sottolineando che le donne sono tutte e solamente quelle che hanno il mestruo. Questa frase la avvicina alla visione del mondo denominata TERF (Femminismo Radicale che Esclude i Trans), a cui si avvicinò ancora di più col seguente post

Per dirla chiaramente, la posizione della Rowling è semplicistica rispetto ad una tematica complessa. Per la Rowling sei donna se hai vagina, tette e mestruo. Altrimenti sei uomo. Almeno dal punto di vista biologico, da cui però derivano i diritti: per lei condividere i diritti delle donne coi diritti dei trans genera un problema di “invasione” di uomini nel mondo delle donne che è inaccettabile. L’esempio più ovvio? Se il tuo sesso non si basa sull’avere il pene, puoi fingerti trans e infilarti nel bagno delle donne e molestarle, perchè l’identità di genere è di difficile dimostrazione.

Per cercare di facilitare la comprensione della problematica, cercherò di dire qualcosa che attualmente viene considerato lo standard per psicologi, sociologi e antropologi: ogni persona si identifica sessualmente in base a tre parametri: il suo sesso biologico, quello di cui parla la Rowling cioè banalmente se hai gli organi genitali maschili o femminili (teniamo presente che anche sul sesso ci sono casi limite, sia dal punto di vista cromosomico che ormonale che di caratteristiche, che ci portano a dire che un sistema binario uomo-donna è sbagliato anche sul sesso), il suo genere (gender in inglese), che riguarda il modo in cui la persona si definisce basandosi su come la società identifica gli uomini con le donne (e qui si hanno i maggiori contrasti, nei casi di sessi maschili che si ritengono donne o vice versa, ma si possono anche avere interpretazioni di se stessi temporanee, o alternative, per esempio quando si ritiene di non far parte di un sistema binario uomo-donna), e infine l’orientamento sessuale, che altro non è che il tipo di persona da cui la persona che si sta cercando di definire è attratta (anche qui è difficile pensare a un sistema binario, perchè una persona potrebbe essere attratta da un’altra che non fa parte del sistema binario). Come ribadito precedentemente, è una problematica complicata e se volete leggervi qualcosa di più vi suggerisco questo articolo, che ha anche un ottimo glossario su alcuni termini moderni.

Essendo un tema delicato, vorrei solo osservare alcuni dettagli: per una persona che nasce in un corpo di un sesso a cui però non si sente di appartenere, non poter avere gli stessi diritti di una persona che si sente come lui/lei ma ha avuto (di già) la fortuna di nascere col corpo giusto può essere deprimente. Inoltre, se nasci in un corpo che è del sesso sbagliato stai pur sicuro che già dovrai passare un mucchio di umiliazioni e bullismi. Discriminare tali persone perchè se si estendono i diritti anche a loro, magari qualcuno che a tale diritti non dovrebbe avere accesso se ne approfitta lo reputo un pò eccessivo: primo, non ce li vedo tutti sti uomini a spacciarsi per trans per finire nel bagno delle donne (si ok, era un esempio, ma anche l’esempio vale il controesempio), secondo, quanto tali diritti diventerebbero un danno e quanto una soluzione? Il modo di dire “fatta la legge, trovato l’inganno” vale per tutte le leggi e tutti i diritti, allora non si dovrebbero più fare leggi.

Tre attori principali della serie di Harry Potter si sono discostati dalla posizione dell’autrice dei romanzi. Il messaggio univoco è “le donne transgender sono donne, gli uomini transgender sono uomini” ma, sebbene di solito sia colpito dalla genialità di Emma Watson, mentre questa volta non si sia sprecata più del solito, e lo stesso Eddie Redmayne, il migliore questa volta è stato Daniel “Harry Potter” Radcliffe nella sua lettera, che vi consiglio di leggere.
E fanculo a chi si fa sempre i cazzi sulla vita degli altri!!!
Stay tuned!

PS: ho parlato di questo tema perchè oggi è tra i trending topics su Twitter #IStayWithJKRowling. Non so come mai, forse lo scoprirò, ma avere un minimo di background non faceva male