La ricerca della felicità nelle nuove generazioni

Vivo a Londra da 8 anni. Quando sono arrivato c’era tanta gente anche della mia età, che pian piano se ne è andata. Mi ritrovo quindi a vivere in mezzo a molta gente che ha una decina di anni di meno. Ora, se da un punto di vista di esperienza, è interessante come entrare in contatto con gente di paesi diversi, mi rendo conto che sto vedendo un mutare nei rapporti sociali abbastanza spaventoso.

E’ brutto generalizzare, però parlo per statistiche: delle persone che viaggiano sulla trentina un buon 90% vive in un continuo problema di contrasto tra quello che cerca e il modo di gestire gli altri. Parlo, ovviamente, soprattutto di ragazze, conosco meno ragazzi e sono in contatto meno con quelli di questa età. Ma le ragazze sulla trentina hanno i seguenti due problemi:

  • le ovaia strillano, e quindi vivono nella ricerca urgente (cazzo, hai 30 anni, vivi serena) di un uomo
  • hanno grossi problemi nello stabilire rapporti con gli altri

Sul secondo punto ho visto di tutto: gente che ti parla per un’ora su Whatsapp, ma se poi le chiedi di uscire si rifiuta, come se uscire fosse un segno di debolezza farsi vedere disponibile, salvo poi lamentarsi che in una città come Londra (circa 9 milioni di abitanti) è difficile incontrare gente e quindi è indispensabile usare le date apps, dove si salta tutta la fase esplorativa iniziale e il contesto dei rapporti è subito quello mirato alla relazione (o al sesso). Le ragazze moderne fanno fatica a fare pace col proprio cervello: succede un litigio, la ragazza si dice molto disponibile a incontrarsi per discuterne, salvo poi non essere mai disponibile, e finire dopo due mesi a essere ancora alla ricerca di un giorno per vedersi.

Sembra che le nuove generazioni ormai dipendano dalle cose “semplici”: perchè dover incontrare una persona, parlarci, scoprire se è compattibile, e poi ricreare quell’attrazione fondamentale per arrivare ad un appuntamento se puoi semplicemente chattare con un estraneo in una chat dove l’altra persona sa già che sei lì per creare una relazione, e quindi non c’è bisogno di capire e farsi capire.
Questo però comporta un problema: se le interazioni si semplificano, a mio avviso diventa anche più semplice diventare un “esperto del settore“, quindi ci sono persone sempre più abituate a dirti quello che vuoi sentirti dire. E per inciso, questo è vero anche nella vita reale, ma essere un esperto nel nascondere le proprie intenzioni quando tutto quello che l’altro può vedere sono delle emoticon è ben diverso dal riuscire a simulare quando l’altro può vedere il tuo linguaggio non verbale per giorni.

Quindi i trentenni stanno entrando nell’era dove è meglio rifiutare tutti, o quelli non promettenti fin dal primo momento, per poi “farsi fregare” dagli esperti di date apps.
E devo essere onesto? Non mi sembra si stia creando una generazione migliore, in termini di interazioni sociali e di felicità. D’altro canto, la ricerca della felicità non è essa stessa la felicità? Se ti piace parlare con una persona ma non ci vuoi uscire perchè pensi che faccia fico rifiutare tutti, stai davvero creando un futuro felice per te stessa. Per cosa poi? Per finire a parlare e incontrare estranei su date apps?

Sono perplesso.
Stay tuned!

Questa voce è stata pubblicata in Elucubrazioni e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *