#7PCM: Libertà di opinione

Un diritto fondamentale è sancito in tutte le democrazie moderne, e nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Ve ne cito una definizione sola, ma ci sono varianti: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere“. La libertà di espressione e opinione è assolutamente basilare anche nella democrazia italiana. Dunque come può essere considerata un Peccato Capitale Moderno?

Beh, semplicemente perchè si sta abusando di tale libertà, che ormai giustifica ogni cazzata che diciamo, anche la più falsa, la più sbagliata, al punto che se diciamo una cosa, e ci rendiamo conto che è sbagliata, anzi che ammettere l’errore, possiamo dire che quella è una nostra opinione, e appellarci alla libertà di opinione per darci ragione. Io ho visto usare la libertà di opinione per giustificare concetti matematici sbagliati, del tipo che 3+2=6. Ovviamente le occasioni in cui è più fastidioso sentire usare la libertà di opinione come scusa, è quando si riportano informazioni false o anti scientifiche. Terrapiattisti, religiosi, no-vax… quando ti senti dire “ma i vaccini fan molto male, se qualcuno ha scritto che portano l’autismo…” e non puoi dimostrare nulla che tutto quello che dici si scontra con un “oh, comunque questa è la mia opinione, ci sarà ancora la libertà di opinione no?“, ti viene da dire parolacce.

NO, LA LIBERTA’ DI OPINIONE NON E’ QUESTO!!! Non è poter dire cazzate e averci sempre ragione. In Italia ne abbiamo messo in costituzione una definizione forse un poco più onesta, perchè almeno sul diritto di cronaca e critica si devono mantenere, tra gli altri principi, quello di veridicità: non si può fare critica o cronaca su notizie false. E’ un contesto giuridico complesso, e non ho gli strumenti per discuterne, quello che secondo me rende questo principio un nuovo peccato mortale è l’abuso che se ne fa al fine di garantirsi la possibilità di essere nel giusto, qualsiasi cosa si stia dicendo.

Per fortuna nel privato, quindi su piattaforme di colossi quali Facebook o Youtube, si possono adottare metodi non tanto per censurare, quanto per limitare la visibilità di opinioni false o inverificabili. Ma questo non basta.
Ci scontriamo ogni giorno con persone che, per via di questo principio fondamentale, pretendono che le loro opinioni, false, sbagliate e infondate, abbiano valore, spesso lo stesso valore di posizioni autorevoli, di studiosi o di gente che ha speso la propria vita investigando un particolare settore.

E in un mondo dove tutti possono entrare in contatto con tutti gli altri, dove esiste un canale di comunicazione tanto completo quanto internet, la libertà di opinione è soprattutto abusata da coloro che hanno opinioni approssimate, ma che hanno tanto tempo per diffonderle a regola d’arte. Non c’è più scontro su posizioni di valore, ma su forme di comunicazione, dove il meno preparato su un tema può far valere la propria opinione più di uno studioso, se sfrutta bene i mezzi di comunicazione.

A tal proposito vi metto un video (purtroppo in inglese) del programma Last Week Tonight with John Oliver, dove viene espresso un parere interessante in relazione alla libertà di opinione e alle proporzioni su tali opinioni.

Spero di avere chiarito il concetto secondo cui la Libertà di Opinione è il primo vizio capitale moderno. Stay tuned!

Piccioni spia, scimmie killer…

Beh, le due recenti storie che ho letto nell’Internet hanno dell’incredibile, e riguardano due animali e l’India.

La prima è la famosissima storia del piccione spia: un piccione è stato arrestato per spionaggio nella zona di confine tra India e Pakistan. Sembra incredibile, ma la ragione è la seguente: il piccione aveva attirato l’attenzione perchè era stato colorato di rosa. Una donna ha chiamato la polizia, che è venuta è lo ha catturato. Siccome la zona del Kashmir (dove è accaduto il fatto) è reclamata dalle due nazioni, vi sono a volte casi di spionaggio, e un arresto simile era già accaduto nel 2015 e prima ancora nel 2010. L’animale è stato considerato sospetto perchè aveva legato un anellino con dei numeri. Storia analoga (forse la stessa, ma con dettagli diversi) quella del piccione anche esso arrestato, nel 2016, perchè aveva dei numeri sulle zampe, ma si trattava del numero di telefono del proprietario, che ci teneva davvero molto a riaverlo indietro, tanto che si è poi presentato per reclamare l’animale. L’animale è stato quindi scarcerato dopo 3 anni, non prima di aver dato via a una serie di trend su twitter come #jesuispigeon.

Fonti: il Messaggero, Rainews

La seconda è la storia di una scimmia che apparteneva a un occultista, che le faceva bere solo liquore e le faceva mangiare, probabilmente, solo carne di scimmia. Alla morte dell’occultista, la scimmia era andata in crisi di astinenza, diventando violenta anche con le altre scimmie, ma soprattutto aveva attaccato e ferito a morte una donna e aveva ferito altre 250 persone. Una furia cieca. La scimmia, il suo nome e Kalua per via del liquore Kalhua, è stata catturata e dovrà vivere il resto della sua vita in isolamento, perchè è aggressiva con gli altri animali. Dove è successo tutto questo? In India ovviamente, a Mirzapur, nella contea di Uttar Pradesh.

Fonti: Leggo, Greenme

La terza storia invece, la voglio dare più come una precisazione. In Italia è girata molto la notizia dell’elefantessa incinta che, sempre in India, avrebbe mangiato l’ananas coi petardi e sarebbe morta. La notizia ha generato molta indignazione, ma la storia ha una responsabilità umana un pò diversa. Infatti in India la gente vive più a contatto con gli animali, di tutti i tipi. Tra questi ci sono i cinghiali, che scorazzano e a volte entrano nei campi e li distruggono. L’India è tutto sommato uno stato povero e molto popolato, e l’agricoltura è importante, così non è insolito creare trappole per gli animali selvaggi e nocivi. Quello che ha mangiato questa elefantessa è stata una di queste trappole, quindi non è stata uccisa apposta o, pure peggio, per gioco. Rimane comunque un atto punibile, per la legislazione indiana.

Fonti: Fanpage, Guido Minciotti

Stay tuned!

Pillole di Conoscenza: la Gioconda

Penso che tutti conoscano la Gioconda, ma sapete come è nata? Sapete se davvero spetterebbe all’Italia custodire l’opera? E che venne rubata dal Louvre? E come? E perchè è così famosa?

La Gioconda è l’opera immortale di Leonardo Da Vinci. Due parole sulla sua storia: Leonardo fece la sua prima versione in quattro anni ispirandosi alla moglie di un commerciante di spezie, Francesco del Giocondo, da cui Gioconda, o Monna Lisa Gherardini (Monna è il diminutivo di Madonna, mia signora). Per questo motivo l’opera si trova descritta a volte con caratteristiche che non si riscontrano nel quadro finale (sopracciglia folte, fossette nelle guance…), perchè l’opera venne portata a Roma incompiuta. Qui Giuliano dei Medici, protettore di Leonardo, gli chiede di fare un’opera dedicata a Pacifica Brandani, la sua amante da cui aveva avuto un figlio ma che era morta. L’opera doveva essere un regalo per il figlio, “una donna che esprimesse la maternità“, e Leonardo ritoccò la Gioconda per renderla più materna, ma nel mentre Giuliano si sposò con una donna francese e non volle più il quadro, e Leonardo si spostò in Francia. Gli studi han dimostrato tre versioni dell’opera una sopra l’altra (perchè le tele costano, e quindi si riusano i quadri vecchi).

Il re di Francia comprò l’opera, o Leonardo gliela lasciò, o la acquisì dopo la morte. Comunque sia andata, no, la Gioconda NON APPARTIENE ALL’ITALIA!!! Dopo secolì venne mandata al Louvre, poi Napoleone la volle per sè, poi ci furono vicende diverse, ma il dipinto rimase una delle tante opere che esistono al mondo fino al 1911.

Infatti in un piovoso giorno di chiusura del Louvre, il 21 agosto 1911, Louis Bèroud, che aveva avuto il permesso di ritrarre l’opera a porte chiuse, andò al Louvre ma… non trovò l’opera al suo posto. Scoppiò l’allarme e le guardie, che recentemente avevano subito un addestramento speciale proprio per questi casi (ehm… l’addestramento speciale era un corso di Judo) cercarono l’opera dappertutto perchè non era infrequente che i quadri venissero spostati per essere fotografati. Ma, non trovandolo, scoppiò il caso: prima volta al mondo che un quadro veniva rubato da un museo. Si pensò alla qualunque: I TETTESKEN potevano aver fatto un furto di stato. Venne arrestato prima Guillaume Apollinaire, che aveva dichiarato di voler distruggere tutte le opere d’arte antiche per lasciare spazio all’Art Nouveau, ma l’accusa principale era stata una soffiata di Honoré Géri Pieret, una sua amante che voleva vendicarsi. Poi fu il turno di Picasso. Rilasciati i due si pensò che ormai l’opera fosse perduta.

Ma chi fu il genio che la rubò? Beh, fu Vincenzo Peruggia, un dipendente del Louvre che aveva costruito la teca dell’opera. Si nascose il 20 agosto nel museo, aspettò la notte, smantellò la teca (sapeva come farlo) e ne estrasse il dipinto. Poi aspettò il giorno, la mise nel suo cappotto, e uscì, chiedendo pure a un idraulico di aprirgli una porta senza maniglia che stavano aggiustando. Seguendo il rasoio di Occam, ha scelto il modo più semplice: se le guardia sanno il Judo, perchè dovrei batterle? Esco e basta! Si perse pure usando i mezzi pubblici, mise il quadro in una valigia sotto il letto di una pensione, se l’appese in cucina quando fu a casa e se la tenne per 28 mesi. Poi, siccome anche lui erroneamente riteneva l’opera appartenente all’Italia (erroneamente primo perchè l’opera era stata donata da Leonardo alla Francia, secondo perchè l’Italia era tutto tranne che uno stato nel 1500), cercò un modo per donarla indietro.

Contattò un antiquario a Firenze, usando lo pseudonimo Leonardo, e gli disse che gli avrebbe dato l’opera per 500.000 lire per le spese (si parla di un valore di circa un milione e mezzo di euro). L’antiquario si presentò col direttore degli Uffizi, ovviamente non erano molto ottimisti: giravano molti falsi del quadro, e c’era pieno di mitomani che asserivano di averlo.
Si trovarono all’Hotel Tripoli a Firenze, ora chiamato Hotel Gioconda (ah, la pubblicità). Ma si ritrovarono con quello che identificarono subito come l’originale, così chiesero a Peruggia di consegnargliela per verificarne l’autenticità, e questo non si pose alcun dubbio e se ne andò a fare un giretto mentre i due la studiavano. Ovviamente venne arrestato, ma durante il processo un pò per le frasi patriottistiche, un pò per alcune uscite tipo le giornate “romantiche” passate con la Gioconda a casa, il Peruggia passò da un anno e 15 giorni di reclusione a 7 mesi e 15 giorni. L’opera venne concessa in mostra a molti musei italiani, prima di venire riconsegnata ai francesi e alle loro guardie esperte di Judo.

Questa vicenda colpì l’immaginario collettivo e fu proprio per questo che l’opera divenne tanto famosa, al punto da essere visitata da migliaia di visitatori al giorno e da richiedere un cordone di distanziamento per tutta la gente che arriva a vederla.

Con questo ho risposto a tutte le domande iniziali. Stay tuned!