Un’altra perdita di questo 2020

Il 2 novembre ci ha lasciato Gigi Proietti. Quel fare simpatico, divertente, signorile e al tempo stesso tipico del romanaccio. Lo potremmo ricordare per mille cose, ma vi lascerò soltanto una delle sue battute migliori, trascritta per far sì che possa essere tradotta dal traduttore automatico (anche se penso in un’altra lingua non renda l’idea).

Un mio amico, un professore di Liceo, che insegna in un Liceo della Capitale, nel quale vengono da varie parti: dal centro, dalla periferia, quindi lui assiste al cambiamento del linguaggio, a come cambia il gergo e acome si modifica, e lui ha chiesto un giorno ai suoi allievi che ognuno raccontasse una storia tratta dal mito, dalla mitologia, oppure qualsiasi purchè alla fine raccontassero, dicessero la morale che se ne trae da questa storia. Si alza uno tutto carino, elegante, e dice ‘Allora, Davide e Golia’ – ‘Benissimo, la so, bene, racconta…’ – ‘Davide e Golia fanno a duello, ma Davide è un ragazzo piccolino, normale, invece Golia è un gigante invincibile, armato fino ai denti, ma Davide con una fiondata lo uccide, morale: non sempre la forza bruta prevale sull’astuzia e sull’intelligenza’ – ‘Me c… ammazza ma, complimenti! C’è nessun altro che vuole fa…’ – si alza un coatto… ‘Tu che voj raccontà?’ – ‘Ar cavajere bianco e ar cavajere nero’ – ‘Non la so…’ – ‘La so io, la so… ar cavajere bianco e ar cavajere nero fanno a duello. Er cavajere nero t’ammazza er cavajere bianco. Mo ‘r cavajere bianco c’aveva tre fiji. Sti tre fiji sfidano ‘r cavajere nero ma ‘r cavajere nero te l’ammazza tutti e tre. Mo sti tre fiji c’avevano tre fiji per uno. Tutt’e nove te sfidano ‘r cavajere nero. Ma ‘r cavajere nero te l’ammazza tutt’e nove. Mo sti nove fiji c’avevano tre fiji per uno. Tutt’e ventisette te sfidano ‘r cavajere nero ma ‘r cavajere nero te l’ammazza tutt’e ventisette. Mo sti ventisette fiji c’avevano tre fij…’ – ‘E basta, dimmi la morale…’ – ‘E che ar cavajere nero NUN JE DEVI CAGà ‘R CAZZOOOOO!!!’

Mancherà in tutte le molteplici performance che ha fatto nella sua carriera, e che han lasciato tutti con ben più di un sorriso.

Stay tuned!

Il lockdown promesso

Io lo avevo predetto il 23 Agosto, quando ancora tutti erano ottimisti, a torto, perchè i numeri già la dicevano lunga.

Secondo me a Ottobre si chiuderà tutto, ma qui si scatenerà un problema: dal primo lockdown han preso piede teorie complottiste di tutti i tipi, con esempi di stati come il Regno Unito che non ha chiuso nulla. Il governo dovrà quindi decidere: o si impone con la forza il lockdown ancora più impopolare del primo, o si rischia di nuovo il collasso. Unica alternativa: o la gente inizia a capire le regole della diffusione […] e iniziamo a usare la testa, o esce una cura […]

— “Previsioni sul secondo lockdown

Ovviamente, siccome gli stati sanno che un secondo lockdown sarà impopolare ammerda, han tutti cercato di posporre il più possibile, il che è giusto e ammirevole, effettivamente questa situazione sta stremando le menti e affossando l’economia, e limitare il colpo è meglio che chiudere tutti di nuovo, ma…
Io sono parzialmente felice del nuovo lockdown nel Regno Unito. Intanto chiarifichiamo: ieri, per rallegrare la festa di Halloween, Boris Johnson ha fatto sapere che ci sarà un nuovo lockdown in Inghilterra a partire da giovedì (che solo casualmente è il giorno della mia rinnovata libertà dopo 7 giorni di oncall). Ma come era la situazione, prima?

Il Bronx!!! Letteralmente ognuno faceva il cazzo che voleva. Tecnicamente potevi vedere fino a 6 persone soltanto in esterna, nei locali chiusi solo le persone che vivono con te o che fan parte della tua “bolla” (se sei single puoi farti adottare da un gruppo familiare e far parte di loro). Cosa succedeva: siccome era sconsigliato usare i mezzi pubblici se non strettamente necessario, quelli come me che vivono un pò più lontani dal centro e non han nessuno che conoscono vicino, dovrebbero prendere i mezzi per tutto, e quindi finivo a essere isolato perchè non sono un coglione.
Però molti, moltissimi se ne sbattevano il cazzo, anzi, si vedevano in gruppi magari limitati, ma si spacciavano per persone di una stessa bolla. In pratica chi era corretto, come al solito passava per coglione e proteggeva anche chi non gliene fotteva una minchia della protezione. Io so di ragazze che han continuato a incontrare sconosciuti trovati sulle dating app durante sto periodo perchè “l’altra sera ho avuto un pò di mal di gola, sarà stato covid quindi oggi sono immune“.

E quindi per questo motivo io son felice, almeno parzialmente, del lockdown in UK. Parzialmente perchè preferirei non ci fosse nulla, e mi dispiace per chi ha attività che rischiano di chiudere. Però se c’è una cosa che è più frustrante del lockdown è rispettare le regole e vedere che il tuo rispetto per le regole e per la scienza, che per inciso è pesante perchè è come essere in lockdown, non serve neppure a nulla perchè la maggior parte della gente se ne sbatte e tu sei l’unico che si isola per nulla.
Ora speriamo che il lockdown ci permetta di riavere un periodo di libertà per tutti perchè io, personalmente, ne ho bisogno, ma se aspettavo che succedesse col buonsenso della gente, campa cavallo.
Ed è ovviamente inacettabile che io non debba rispettare delle regole che capisco e condivido perchè non le rispetta nessuno e il rischio è che tutti si rilassino mentre io sono già asserragliato a casa, e poi quando per colpa di questi si va in lockdown… beh, lo devo fare anche io con loro perchè a quel punto diventa una manovra dettata dall’idiozia della gente che non sa stare a casa due settimane se gli si chiede di autoisolarsi, o non sa uscire stando all’aperto invece che andarsene nei pub e usa mezzetti per fare cose che non fan altro che far diffondere il contagio.

E quindi lockdown nel Regno Unito, a partire da Giovedì. Il lockdown è già iniziato anche in Francia, domani dovrebbe iniziare anche in Belgio. E per martedì si preannuncia il DCPM di Conte che potrebbe portare, in Italia, un lockdown a zona (nel senso che alcune zone saranno in lockdown, altre no) con coprifuoco alle 18, chiusura dei supermercati nel weekend, didattica a distanza per le scuole, anziani a casa, stop a spostamento tra regioni e assistenza sanitaria a domicilio.

Una nota speciale riguarda il neorieletto presidente della regione Liguria, Toti, che se ne è uscito con una frase epica a cui sta cercando di rimediare da ore dicendo tutto e il contrario di tutto.

Definire gli anziani “non indinspensabili allo sforzo produttivo del paese” suona un pò come dire che se crepano male chi se ne frega. Ma tanto ormai la politica è un fatto di tifoseria, quindi chi lo ha votato non si sentirà nemmeno colpevole nè proverà vergogna per averlo fatto.

Ora, siccome a me piaciono tanto le predizioni, ne farei un’altra.
PREDIZIONE SUL SECONDO LOCKDOWN: questo secondo lockdown sarà impopolarissimo e pesantissimo, con la gente che col cazzo farà striscioni con l’ “andrà tutto bene“. Gli stati in lockdown faranno di tutto per lasciare tutti liberi sotto Natale, in modo che l’economia giri un pochino in quel periodo. Ma se non ci sarà un lockdown totale prima, un mese di lockdown farlocco non porterà nessun risultato sulla diffusione del virus, quindi la riapertura sarà solo per bieca economia, ma dopo il periodo natalizio si dovrà riconsiderare un terzo lockdown che troverà la gente incazzata, quindi i vari governi cercheranno soluzioni inutili per tirare ad aprile/maggio, quando col caldo il virus sarà meno pericoloso.
In pratica mi aspetto un periodo di libertà intorno a Natale, e dopo un periodo tipo quello che è appena passato, con tutti che fanno il cazzo che gli pare. Godetevi il Natale, se possibile.

E per il resto… stay tuned!

Il potere dei fatti, e quello della parola

Oggi mi sono imbattuto nel post di una ragazza che mi è stata suggerita di Facebook, non so per quale motivo (forse abbiamo una amicizia in comune), che mi ha riportato a una riflessione generale. Uso il suo post come punto di inizio perchè è pubblico, perchè lo trovo un valido ragionamento, e perchè mi porta a dire quello che vorrei dire in tanti contesti. Il post è il seguente:

Scusate non mi va giú. Ho riguardato quella scena forse dieci volte e ho anche fatto un passo indietro di qualche…

Pubblicato da Francesca De Toffol su Sabato 24 ottobre 2020

Ora, prima di tutto per dovere di cronaca devo mettere il video, purtroppo l’unico che ho trovato è quello del commento di una youtuber, che non è completo e lineare, ma non avendo altro, questo dovete cuccarvi:

Da questo noto una differenza, che lei non dice “Ti voglio bene“, ma dice “non commento“. Quello che però vorrei considerare è la parte del commento più critica del post di facebook che ho riportato:

Detto questo, al di la del dispiacere per quelle parole, che hanno offeso anche me, mia mamma, mia sorella, mia nonna le mie amiche e tutte le donne in generale, ho provato veramente un senso di schifo e di disgusto nel vedere quella scena pietosa e nell’ ascoltare le risatine in sottofondo di quel finto buonista del conduttore, che a mio avviso, dovrebbe essere il primo ad essere buttato fuori dal programma che rimane comunque uno delle cose più trash della televisione italiana.

Il sentimento è comprensibilissimo. Condivisibilissimo. Ma… ci sono diversi aspetti da considerare. Il primo è il punto di vista del programma. Per il programma, avere Balotelli è indice di incremento di audience. E’ un calciatore, non è un filosofo, non ti aspetti ragionamenti da lui, e una battuta del genere è tutta dentro il personaggio. Quindi se lo inviti sai che non parlerà dei diritti delle donne, e ti accolli il rischio di quello che può dire. E allora perchè te lo accolli? Perchè è un calciatore, nessuno si aspetta che faccia dei ragionamenti, e alla peggio qualcuno potrebbe essere offeso da qualcosa ma, ehy, quanti spettatori perdi? Quanti ne hai guadagnati? Vale il rischio.

Sembra un discorso cinico, quindi se uno lo fa per Balottelli allora lo dovrebbe fare per qualsiasi cosa, seguendo una becera logica di spettacolo: più spettatori, più accettiamo di tutto. E se la logica è questa, cosa attira tutti, perchè tutti sono intelligenti quanto basta per divertirsi con esso: essì, proprio quello che definiamo trash. Il Trash è la concretizzazione delle regole del mercato. Se in televisione vediamo sempre più programmi spazzatura, è perchè sono quelli che divertono tutti, non sono discriminatori in termini di intelligenza, e hanno l’effetto sociale di permettere alla persona limitata di discutere con quella intelligente, sempre che quella intelligente si abbassi ad assistere a un programma modellato per la gente limitata. Ora, c’è modo e modo di creare un interesse comune tra individuo limitato e intelligente: un esempio è lo sport, non devi essere un filosofo per capirlo e piace a stolti e saggi, un altro è il Grande Fratello, che invece è modellato su sentimenti e interessi frivoli e inutili. Lo sport è uno spettacolo in cui ammiri gente che sfoggia abilità di un qualche tipo e che dimostra di avere tali qualità in quantità superiore ai propri sfidanti: c’è competizione, tattica, impegno… ci sono cose ammirabili, quindi tendiamo a non considerarlo trash, ma cose come il Grande Fratello siamo (quasi) tutti concordi che sia trash perchè è una istigazione continua al pettegolezzo, è la fuffa fatta a intrattenimento, è la stupidità umana solleticata per far sì che tutti ne trovino piacere.

E quindi il post della ragazza? Beh, è sbagliato. Perchè la ragazza muove la lingua (beh, i tasti) e predica bene, ma razzola male. Non sapevi che il Grande Fratello era trash puro? Certo che lo sapevi. E lo hai visto. Ed è qua che arriva la riflessione generale, di cui il post della ragazza è solo una scusante, un esempio. Siamo abituati a predicare, cercando di dare grande risalto alle parole, quando i fatti avrebbero meno scalpore ma più valore! La trasmissione chiama Balotelli per aumentare l’audience? Bene, da quando Balotelli ha detto quella cosa in poi tu boicotti tutti i programmi che invitano Balotelli. E fai lo stesso con chi invita Sgarbi. O chiunque altro ritieni non dovrebbe essere invitato da nessuna parte. Non devono prendere più una lira da te, se vuoi vedere cosa capita ti trovi uno youtuber che commenta le puntate del Grande Fratello, così i soldi li fa solo lo youtuber.

Noi siamo la ragione per cui tante cose stanno volgendo verso il peggio: siccome le strategie di marketing funzionano anche in politica, abbiamo lo stesso livello di trash anche lì. Ma alla fine o i soldi della pubblicità, o i voti, tutto questo è mirato ad avere il nostro consenso: il coltello ha il manico verso l’utente, ma questo, cioè noi, lo tiene fermo e parla invece di pugnalare. Se tutte le donne che si sono sentite offese boicottassero il Grande Fratello, questo sarebbe costretto a non invitare più Balotelli, che vedrebbe diminuire il suo consenso (offendi una donna e in molti casi questa convincerà il marito che anche lui deve essere offeso) anche in altri ambiti, e la volta dopo ci penserebbe due volte prima di fare il maschio alfa. Ma questo non è vero solo per questo fatto, è vero per tutto: se i napoletani boicottassero la Lega per quello che i leghisti dicevano solo pochi anni fa, se gli italiani boicottassero la Lega per i 49 milioni rubati, noi non parleremo di Salvini, e la gente ci penserebbe due volte prima di fare cazzate.

Il popolo, il consumatore, ha il coltello dalla parte del manico su tutto!!! Ma parliamo, parliamo, e le parole vanno in merda, perchè se parli, anche se minacci, e poi non metti mai in atto nulla, questo diventi. Poco credibile! E parli, e tutto fa schifo, ma mentre tutto fa schifo tu continui a darla vinta a chi fa schifezze, così la gente sa che alla peggio fa una figuraccia, ma poco dopo è tutto come prima, quindi si può lasciare andare al trash, alle figure alfa, al turpiloquio… nessuno paga più per le proprie azioni, e quello che passa è che la colpa di chi è? Della legge? Della politica? Ma la politica fa la legge, e la politica è scelta dai cittadini. L’azienda fa il cibo con gli scarti? Di chi è la colpa? Della legge? Ma tu sai che il cibo che costa poco è sospetto, eppure lo compri, e poi se l’azienda non rispettava le norme ti lamenti? Hai mai boicottato un marchio? Ti sei mai posto il problema del perchè mezzo chilo di pasta di una marca viene anche 5 volte più di un’altra marca? Certo, forse paghi il brand, ma forse paghi anche la qualità. Sei il consumatore, la tua scelta è politica, è un segnale. Questo è il modo in cui faremo la prossima rivoluzione: col boicottaggio di quello che deve essere classificato come inadatto.

Ma siamo molto lontani da avere la mentalità giusta per queste cose.
Stay tuned!

La svolta della Chiesa sui gay

E’ la notizia della settimana: papa Francesco getta nel secchio dell’umido millenni di odio, ipocrisia, bigottismo e male interpretazione delle Sacre Scritture per dire che, ehy, anche i Gay sono esseri viventi e quindi fan parte del prossimo tuo che devi amare come te stesso. Questo non direttamente, ma attraverso un documentario che riporta la sua posizione (potete vedere lo spezzone incriminato qui). Sembra la notizia del secolo, per i credenti: finalmente amare gli altri non è considerato contro la legge di Dio.

Uno si aspetta che il mondo si fermi: la Chiesa che riguadagna credibilità, che finalmente cerca di rimettersi al passo col millennio in cui si trova, o almeno con quello precedente. E tutto questo tramite un papa che è stato criticato per il suo passato, ma che… boh, alla fine della storia chi se ne frega? Ci sono stati assassini e torturatori a fare da papa, un papa con dubbi nel passato ma che cambia in meglio la Chiesa è benvenuto. Benvenutissimo. E da un minimo di credibilità.

E dunque chi può essersi incattivito contro queste affermazioni del papa? Beh, uno potrebbe pensare il vecchio clero conservatore, i vecchi con una mentalità un pò da inizi del novecento, gli omofobi che abbracciano la Chiesa solo per giustificare il loro vizietto di essere omofobi…
Beh, per quanto la terza ci si avvicini parecchio, ho trovato veramente divertente vedere che la destra, con i Salviniani in prima linea (ma Salvini non era diventato turboreligioso proprio per attirare i cattobigotti?), attaccano il papa come se fosse il male sulla terra.

Il bello è che rivogliono l’emerito papa neonazista. E questo non solo perchè il papa ha riaperto alle unioni civili, ma anche perchè in passato ha difeso i migranti. Io mi ci sbuzzo dal ridere: alcuni Salviniani (purtroppo non voglio generalizzare, ma devo ammettere che parlo principalmente di Veneti) insulterebbero le proprie madri se queste dicessero qualcosa che potrebbe avantaggiare le sinistre, han proprio perso il senso del vero: Greta è manovrata da Biden, il papa è un impostore con sete di potere, grande il Regno Unito che le ha cantate all’Europa (ma quando?).

Ora cerchiamo di ragionare. Las gente si attacca al fatto che nella Bibbia ci sarebbe scritto di non dover essere omosessuali. Quello che però la gente non considera (per faziosità o ignoranza) è che la Bibbia dovrebbe essere presa diversamente in base a quale parte si cita: ci sono tutti i libri della Bibbia sotto il Vecchio Testamento che hanno lo stesso valore dell’Iliade e dell’Odissea, vanno quindi contestualizzati alla trasmissione, principalmente orale, che ne veniva fatta fino a che non venne creata la prima versione scritta. Il nuovo testamento, quindi i vangeli canonici (quelli apocrifi sono tali in quanto non si possono riconoscere come appartenenti allo stesso insegnamento, in quanto scritti dopo il primo secolo, e quindi difficilmente risalenti a chi ha potuto vivere nella situazione raccontata), non fanno riferimento alcuno a distinzioni tra persone eterosessuali o omosessuali di sorta, nè a concetti di Sodomia o quanto altro. Quindi non si può paragonare il valore dei due: una è una raccolta fantasy scritta da Dio solo sa chi (mamma mia, battutone), i cui insegnamenti sono quelli che sono, l’altra quantomeno, appartiene a chi ha vissuto l’esperienza diretta di colui che la religione Cristiana riconosce come figlio di Dio.

Per capire meglio cosa intendo vi lascio un video molto interessante, vedetene 5-10 minuti se volete, è un prete che spiega un pò questa cosa dell’eziologia metastorica, ovvero del fatto che (nel video si parla del libro della Genesi) la Bibbia cercava di dare delle spiegazioni a grosse domande dell’umanità usando racconti che non sono collocati nella storia reale, e non dipendono da nessun contesto storico. Però vanno interpretati.

Questo i teologhi lo sanno, quindi quando vi dicono che la Bibbia dice che Dio ha distrutto i sodomiti, vi mentono sapendo di mentire. Quale che sia il prete, vescovo o teologo che lo dice. Quindi, semplicemente, evitate di usare la Bibbia per giustificare la vostra omofobia. La Bibbia non vuole dirvi quello, la Bibbia associava il peccato alla Sodomia come esempio, e voleva portare un esempio di peccato grave quale lo stupro di massa. Ma se voi leggete quel passo ha dell’assurdo: Abramo cerca di salvare la città, e Dio gli dice che l’avrebbe salvata se vi avesse trovato anche solo dieci innocenti. Io credo questa sia la chiave di lettura di tutto l’episodio: la bontà di Dio che era disposto a salvare la città per salvare i benchè pochi buoni ivi residenti. Ma quando tutta la popolazione va a casa di Lot per stuprare i due emissari di Dio, Dio si incazza e cerca di salvare Lot ma di distruggere la città. Ci va di mezzo la moglie ma così è. Ma se già la storia è abbastanza strana, il finale è a sorpresa: Dio si incazza per i sodomiti, ma va tutto bene se le due figlie di Lot A TURNO lo fanno ubriacare e lo scopano per rimanere incinta di lui. Gli omosessuali no (ma poi dove esattamente?) mentre l’incesto è grasso che cola!!!

Insomma, credo che bisognerebbe tornare un attimo coi piedi per terra su questo tema, e ringraziare Francesco se sta guidando una massa di bigotti verso una vita più sensata. E bisognerebbe trattare i credenti e chi usa la religione per alimentare le proprie idee, per quello che sono: non lasciar loro la libertà di esprimersi senza sbattergli in faccia la realtà.
Questo è quanto. Stay tuned!

Boris Johnson, colui che ama la libertà

C’è stato un pò di battibecco ultimamente tra Italiani e inglesi. In Italia si hanno avuti periodi terribili da cui siamo usciti con sacrifici, poi, un pò per fortuna, è capitato in Inghilterra lo stesso per un periodo limitato (la fortuna è stata di avere quelle 3 settimane di ritardo rispetto l’Italia che ha reso l’epidemia un pochino più vicina all’estate). Comunque l’Inghilterra ha avuto molti più casi dell’Italia già prima dell’estate, e ora è anche peggio.

L’ottimo risultato dell’Italia è contestato solo da chi ha interessi politici a contestarlo. Chi non ama l’attuale governo, solo perchè vorrebbe forze di altra natura a governare il paese, cerca di dipingerlo come attuatore di politiche naziste. Capiamoci, parlo solo della gestione della pandemia, ma l’Italia ha fatto un ottimo lavoro di cui sta ancora sfruttando i vantaggi. In Italia i casi sono molto meno, lo stile di vita è quasi a livelli normali, o almeno accettabili, certo, c’è e ci sarà recessione, con perdite di lavoro e una situazione economica terrificante, ma non raccontiamoci scemate, questo succede dappertutto.

Ed infatti i risultati dell’Italia ci vengono riconosciuti anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha recentemente diffuso questo video sull’esperienza Italiana sulla reazione al contagio

Ma non solo dall’OMS (in inglese è il WHO). Siamo tenuti in considerazione e come esempio anche dagli altri stati che hanno copiato le nostre misure, quando si è ritenuto necessario. E questo ha portato alla scaramuccia con l’Inghilterra, perchè Giovedì scorso Ben Bradshaw, un membro del parlamento (MP) Britannico appartenente al partito Laburista, ha chiesto se fosse possibile che la situazione (di gran lunga migliore) di stati come l’Italia e la Germania sia legata a un migliore servizio di test e tracciabilità, e questo ha fatto saltare i nervi a Boris Johnson che ha detto prima di tutto che tali continue accuse minano il servizio sanitario inglese, e poi ha detto che anzi, la situazione è tale perchè “il nostro è un paese che ama la libertà e […] è difficile chiedere alla popolazione di obbedire uniformemente alle linee guida nella maniera che è necessaria”.

https://twitter.com/BenPBradshaw/status/1308395631275372545

Ovviamente la notizia ha girato parecchio, anche in Inghilterra, dove la frase ha sollevato perplessità laddove l’associazione di Boris “noi amiamo la libertà e quindi infrangiamo le disposizioni” suona un pò un controsenso, in quanto le libertà devono essere sancite per legge, e gli Inglesi non devono considerarsi liberi in quanto privi di uno stato, ma liberi in quanto protetti dallo stato stesso. Così ad esempio scrive il Guardian. Un altro articolo espone idee più concrete sul perchè gli Inglesi non seguano le regole, tra queste il problema di avere regole troppo complicate (che per molti, anche in Italia, è peggio di averle più semplici anche se più draconiane). Ci sono poi moltissimi articoli (anche inglesi) sulla risposta del nostro Presidente Mattarella, che vi riporto con una grafica.

Mattarella ha fatto sapere che anche gli Italiani amano la libertà, ma hanno anche a cuore la serietà (e tra le righe c’era un “Suca”). Questo ANCHE perchè, effettivamente, Boris è stato molto ridicolo sul primo Lockdown: forse lo ricorderete, invoco l’immunità di gregge il venerdì e il lunedì ci aveva ripensato e aveva iniziato il lockdown.

Ora, sembra impossibile ma usciamo a testa alta in tutto, su questo tema: uno degli stati che ha reagito meglio alla pandemia, riconosciuti da tutti, in altri paesi si litiga per i nostri successi e addirittura, quando ci offendono, il nostro Presidente trova la risposta quasi perfetta. Eppure…
Ebbene sì, ho trovato una persona (almeno) in bacheca facebook, capace di ciritcare l’operato del nostro governo e applaudire a Johnson. Tutto questo citando un articolo, questo, abbastanza scapestrato visto che parte dicendo “se anche voi, come me, leggeste i giornali esteri” e poi fa una citazione in francese (“stiamo con Boris Johnson, sans alcune regret (lo dico per il “cosmopolita”; è francese, vuol dire senza alcun dubbio)”) che è grammaticalmente scorretta (aucune) è tradotta male (vuol dire “senza alcun rimorso”).

L’articolo farnetica di Inghilterra risolutrice di Guerre Mondiali (oh, ha dato un contributo importante nella Guerra, ma senza gli Stati Uniti non vivremmo sotto una bandiera a croce uncinata, come dicono loro) e maestra di libertà (ma anche fosse vero, abbiamo capito che Johnson ha detto che loro sono amanti della libertà E QUINDI per questo non seguono le regole?). Poi dice che noi abbiamo fatto tanto casino per questa frase di Boris mentre “i giornali d’oltre Manica non ne danno quasi notizia“. Se cercate, molti giornali d’oltre manica han riportato il botta e risposta di Johnson e Mattarella (Guardian, Reuters, Indipendent e altri…) o almeno han commentato, e duramente, la risposta del loro Premier.

Poi c’è la marchetta alle destre Italiane: “eppure non mi pare che nessuna alta autorità dello Stato si sia levata in quell’occasione, e anzi la stampa italiana ha più o meno tenuto bordone, scrivendo che sì, gli elettori di Salvini e di Meloni sono certamente un po’ lebbrosi.”. Ma quindi? Ma di cosa stiamo parlando? Ancora una volta il problema è la tifoseria: tutto va bene (o male) in dipendenza se si sostiene o no il proprio partito. E poi l’articolo inventa cose, tipo che Boris “è riuscito a sconfiggere politicamente l’eurocrazia, facendole rimediare una figura storica barbina” che vorrei sapere che film è, visto che amo quelli di fantascienza. La Brexit è stata una cosa che ha fatto dimettere tutti quelli che ne son stati coinvolti, compresi i vincitori, che probabilmente ha già perso il sostegno dei cittadini che l’han votata e che sta mettendo in crisi il parlamento Inglese che non riesce a trovare un accordo con quello Europeo.

E per finire le due frasi finali che si commentano da sole: “il nostro lockdown è stato il più cinese di tutti ed è stato tollerato solo perché gli italiani sono storicamente un popolo più impaurito” (infatti ora l’Italia non è in lockdown mentre il Regno Unito già si sta preparando al secondo) e “la campagna contro la perfida Albione è difatti tutto un urlar servendo o servir urlando, servire ovviamente Pechino e soprattutto Berlino” (e figurarti se non potevamo perderci l’occasione di dire che siamo schiavi della Cina e della Germania… ma poi perchè della Cina???).

Insomma, siate fieri, Italiani, del vostro modo di fronteggiare l’epidemia, perchè voi (e il vostro attuale governo) è stato uno dei migliori. Stay tuned!

Ancora sul Covid, e oltre…

“io credo che dopo il 7 Settembre (data in cui tornerò in Inghilterra) si starà già parlando in Italia di chiudere di nuovo tutto. Da fine Settembre i numeri spaventeranno, e si sarà già avuto un dibattito politico all’Italiana (Salvini che fa il populista e chiede tutto aperto e le dimissioni del governo, Meloni che parla di dittatura d’emergenza e cose così). Secondo me a Ottobre si chiuderà tutto”

— Post “Previsioni sul secondo lockdown

Avevo fatto questa previsione qualche giorno fa, il 23 agosto per la precisione. In parte mi sbagliavo. Sebbene manchi ancora una settimana prima della fine di Settembre, l’Italia regge alla grande, probabilmente cederà a un certo punto, ma per ora non c’è ancora lo spettro del lockdown. Certo, ci sono aree colpite dure, come la Liguria, in cui già da prima che tornassi qui si stavano prendendo misure sempre più serie per far fronte a un focolaio locale (stranamente venuto fuori dopo ferragosto e dopo la qualificazione dello Spezia in serie A), però tutto sommato è uno stato sicuro, tanto che ho una amica inglese che in questo momento è in vacanza in Sicilia.

Però non si può dire lo stesso degli altri stati, nemmeno quelli europei: il Regno Unito oggi conta 6178 nuovi casi e 37 morti, tant’è che si è già predisposto un coprifuoco per i pub alle 22 di notte, e precauzioni varie tra cui adottare la mascherina in qualsiasi spazio chiuso e non raggrupparsi più di 6 persone per volta. Questo, a quanto pare, potrebbe essere necessario per i prossimi sei mesi. Il panico è ovviamente scaturito dal fatto che questi numeri sono i più alti dallo scorso primo Maggio, e siccome stanno crescendo (come dicevo nel mio post), la tensione cresce con loro. Non meglio va in Francia, a giudicare da giornali quali Le Monde: il paese è stato diviso in zone di allerta differenti, rinforzata e massimale le più alte, con Aix-Marseille nella massimale, e con Parigi in zona rinforzata. La propagazione del virus (il famoso R0) è maggiore di uno, il giornale non dà numeri precisi ma solo statistiche, però elenca alcune restrizioni in atto, come per esempio coprifuoco alle 22 anche là, no agli assembramenti, chiusura di palestre e altro per le zone rinforzate, quasi lockdown da sabato per le massimali.

Se proprio non riuscite a vivere senza numeri, l’OMS (WHO in inglese) rilascia un bollettino settimanale (prima era giornaliero) sui casi. L’ultimo è uscito il 21 Settembre: in 7 giorni la Francia ha avuto 66.869 nuovi positivi con 360 morti, seconda la Spagna con 50.696 casi e 596 morti, quarto il Regno Unito con 25.184 casi e 136 morti e undicesima l’Italia con 10.272 nuovi casi e 89 morti. La Spagna oggi ufficializza 11.289 nuovi casi e 130 morti, a leggere El Pais. Anche qui le regole sono simili: con l’eccezione della mobilitazione dell’Esercito per aiutare nell’opera di contenimento del contagio, la gente non può riunirsi in più di 6 persone e i locali devono chiudere alle 22. Le zone più colpite hanno limitazioni ai movimenti.

Vi conviene quindi prepararvi a starvene a casa. A tal proposito nei miei caffè virtuali col team (eh sì, lavorando da casa facciamo di queste cose, che sono pure incentivate dal nostro senior management), è uscito spesso fuori qualcuno che mi parlava di attività da fare a casa. Si parlava soprattutto di workout, e due nomi sono venuti fuori assieme (anche perchè credo si possano usare assieme): onepeloton che è un’app, eventualmente associata a una bicicletta o a un tapis roulant, per fare workout da casa, e zwift, più o meno la stessa cosa ma con un’app che permette di fare competizioni virtuali e che comunque ha dei workout possibili. L’app costa relativamente poco, in entrambi i casi, quello che diventa costoso è l’attrezzatura.

Altrimenti potete cantare col karaoke, le applicazioni sono sempre più numerose: Singa, Smule (solo per cellulari, credo), Twitch Sings (per Ubuntu bisogna usarlo con Lutris, e dà problemi), VanBasco (un riproduttore MIDI con testo sincronizzato) o UltraStar Deluxe.
Ma per favore, non spendete troppo del vostro futuro tempo in lockdown giocando a giochi per il computer o guardando serie o film, la vita è una, e il rincoglionimento galoppa verso vette paurose.

Stay tuned!

The social dilemma

Ho appena visto questo documentario Netflix, e ho già individuato il primo furbone che ha dichiarato di cancellarsi dai social e credo che sia in seguito a questo. Fa ridere perchè sembra una battaglia tra una entità che cerca di manipolarti coi social e una che cerca di manipolarti coi documentari. Perchè a questo servono questi documentari: quando uscì “The Game Changers” un mucchio di persone divennero vegetariane o vegane, ma era un documentario discutibile, e quindi vi lascerò una analisi di una dietista di fama internazionale (o quasi)

https://youtu.be/wLnqnYMuOlE

LA TRAMA IN BREVE
Si parla di socials: Facebook, Twitter, Tiktok, Instagram e i fratelli… Bene, il documentario parte da una osservazione basilare: se non si paga nulla su questi social, cosa è il prodotto? Come lucrano? Ovviamente lucrano “manipolando” il cliente, per fargli vedere pubblicità. Il problema è che per far sì che si guadagni abbastanza con la pubblicità, questi social devono mantenere alta l’attenzione del loro prodotto (cioè noi, gli utenti) in modo da renderci dipendenti dal social, sempre connessi e vedere tanta di questa pubblicità. Per fare ciò questi social hanno bisogno di montagne di dati su di noi (che ben inciso, noi gli regaliamo) su cui applicano algoritmi di intelligenza artificiale per stimolarci costantemente.

Tali algoritmi, praticamente, ci foraggiano con ciò che sanno che ci piace, e questo genera un problema: tali algoritmi conoscono i nostri schemi di pensiero e ci sanno influenzare. Son così bravi a farlo che pian piano sulle nostre bacheche ci sono solo contenuti che ci piacciono, e a cui siamo interessati, ma allo stesso tempo che “la pensano come noi”. Questo crea degli ovvi problemi, per esempio: sei complottista? Vedrai un milione di fake news e video complottari. Sei estremista? Lo stesso.
Questo e alcune altre accortezze permettono di avere un grande impatto sulla società: si possono usare i social per modificare il nostro modo di agire, e quindi di fatto per veicolarci verso determinati punti di vista: questo può permettere a governi di farsi propaganda, o di incentivare l’odio raziale, o…

Questa è la linea generale del documentario, ma importanti sono due aspetti che considererei “secondari” ma “importanti” e interessanti: uno che la nostra dipendenza da social ha avuto un impatto incredibilmente negativo sulla psiche dei giovani: depressione e suicidi anche triplicati, in alcuni casi.
Secondo, siccome la verità è noiosa, ma le fake news spaccano, e siccome l’intelligenza artificiale non distingue tra vero e falso, siamo tutti molto più vulnerabili alle fake news. Il documentario si chiude con i titoli di coda in cui alcuni degli intervistati, nomi famosi dello sviluppo di questi social, danno suggerimenti su come evitare gli effetti negativi dei social su noi e i nostri cari.

IL MIO COMMENTO
Tutto vero, ma… voglio dire, se ci manca spirito critico, anche la televisione può arrecarci danno. E infatti, come dicevo, questo documentario sembra una battaglia tra una piattaforma video e le piattaforme social. Certo, sapere cosa succede dietro alle quinte non fa male all’utente medio, ma diciamocelo chiaro: tutte le aziende informatiche fanno la stessa cosa, e non per manipolare, ma per darti una usabilità migliore: deliveroo e uber eats ti consigliano cosa mangiare facendoti vedere cosa puoi ordinare. Amazon lo stesso coi suggerimenti.

Certo, incentivare il nostro spirito critico, specialmente con le notizie suggerite (e social come Facebook creano una bacheca che è tutta notizie suggerite, visto che è la piattaforma a decidere cosa devi vedere e cosa no), cercando altre opinioni, o capire che quello che vediamo sui social è studiato per noi, per manovrarci, beh, questo è utile ma… niente di nuovo.

Però è interessante pensare a come menti fragili (terrapiattisti, salviniani e via dicendo) possono venire istigate sempre più in un modo tanto semplice, o che alcune notizie, siccome non sono molto attrattive in termini di click (anche se vere), non appariranno mai nelle bacheche di nessuno. Come diceva qualcuno, “noi abbiamo il grande potere di manovrare le aziende semplicemente con le nostre scelte“, e questo dobbiamo fare: schifare i suggerimenti delle piatteforme, cercare i post o i video direttamente, cercare di non farci influenzare da quello che altri vogliono che noi vediamo o che noi pensiamo (perchè sì, anche questo documentario sta cercando di instillare nella tua mente una idea) e verificare tutto quello che condividiamo da altre fonti.

Ma no, questo non vuol dire rinunciare ai social. Anche se forse dovremmo tutti accettare che danno dipendenza, dovremmo cercare di utilizzarli limitatamente e proibirli a figli o familiari giovani. Ma purtroppo questo va oltre le possibilità di analisi di molte persone, quelli che io definirei deboli (perchè idioti sembra offensivo).

Stay tuned!

EDIT: giusto un pensiero così, fugace. Una piattaforma di streaming, quale è Netflix, che finanzia un documentario dove si dipingono i social come negativi perchè il loro scopo è di guadagnarsi la tua attenzione ad ogni modo, non è esso stesso manipolazione mentale per attirare la tua attenzione dai social e portarla sulla piattaforma di video. Perchè Netflix fa coi suoi video quello che i social fanno con le notizie, solo che loro con questo documentario ti dicono di smettere coi social. E dimmi: dove spenderai più tempo se smetterai di passarlo sui social? Magari su Netflix?

… se al professore cade l’occhio

In questi giorni stavo già preparando un post sui problemi del femminismo, purtroppo è lungo e complicato e la mia recente passione per il giardinaggio di bonsai su youtube mi ha impedito di completare l’opera. Ma ora se ne esce quest’altra protesta che, a mio avviso, ha pro e contro. Intanto raccontiamo la storia…

IL FATTO
Primo giorno di scuola al liceo Socrate di Roma, Garbatella. In attesa dei banchi, in alcune aule fanno lezione sulle sedie, come in tanti altri istituti (famosa la figuraccia di Toti che cercò di strumentalizzare una foto di una scuola che mostrava dei bambini in ginocchio). Gli studenti, e le studentesse, risultavano quindi totalmente visibili dalla cattedra (intendendo per tutta la durata della lezione, perchè ehy, un banco non ti copre come un burqa).
Tutto normale, ma la vicepreside (una donna) ha un’ideona: mandare un messaggio in cui si invita a non indossare la minigonna a scuola “altrimenti ai professori cade l’occhio“.
Questo ha provocato l’indignazione delle studentesse che ha fatto il giro sui social fino a sfociare nella manifestazione: si sono presentate tutte con la gonna e le gambe scoperte e han appeso cartelli in giro per l’istituto in cui denunciavano il fatto con frasi tipo “Non è colpa nostra se gli cade l’occhio. Stop alla violenza di genere“.

LA MIA RIFLESSIONE (deh, oh, il blog è il mio)
In questa protesta c’è tanto di giusto, e tanto di sbagliato. In breve, reputo giusta la protesta, e anche il modo di protestare, ma penso che, per quanto non sia sicuro che ciò che di sbagliato provenga dalle studentesse o dall’interpretazione della protesta che ho letto, ci siano tante cose che rendono anche questa manifestazione pseudofemminista sbagliata negli ideali.
Mi spiego: è giusta l’indignazione per la frase della vicepreside! Giustissima! Ma davvero il problema della gonne è che al professore, un adulto laureato di una certa età, possa cadere l’occhio sulle fattezze di una liceale? E anche fosse, stiamo rigirando la colpa sulla vittima: se il professore guarda le ragazzine, il problema NON sono le ragazzine, è il professore.

Quindi sì, la protesta, e quella frase “non è colpa nostra se gli cade l’occhio” fanno centro: dobbiamo smetterla di ragionare in questo modo. Un abbigliamento non giustifica una molestia (inoltre lasciatemi dire che se il problema è vedere due cosce, di questi tempi, come essere umano sei anche messo un pò male).

D’altra parte c’è anche un altro messaggio, che molti stanno lanciando, ed è quello della libertà di espressione, della libertà di scelta del proprio outfit, della libertà di… Cito un pezzo di un articolo a riguardo di questo fatto, dove si parla di una amica di una ragazza ripresa dalla vicepreside per il suo abbigliamento:
La ragazza ha comunque precisato che quello portato dall’amica non era un indumento troppo scoprente, ma “una gonna normale, morbida. E che comunque, a prescindere da tutto, era il suo modo di esprimersi”.
No, non a prescindere da tutto. Perchè è questo quello che ritengo sbagliato della protesta: il suo modo di esprimersi deve essere coerente con le regole (scritte e non) del rispetto del luogo in cui sta, in questo caso una scuola.

Una scuola deve formare un individuo anche in termini comportamentali, e il rispetto dell’istituzione e il rispetto verso gli altri ne fanno parte. Questo vuol dire che sia i maschi che le femmine sono tenuti ad avere un abbigliamento consono quando sono in classe. No alle minigonne o ai top troppo scollati, così come no per i maschietti ai pantaloncini troppo corti, o ai culi di fuori (dico per i maschietti, con quella moda dei calzoni abbondanti un pò da rapper) o ad altre cose che suvvia, a scuola dovrebbero essere proibite. Ancora, col discorso della libertà di fare qualcosa, si mina un valore che poi rende la società piena di gente che in virtù dei propri diritti, dimentica i propri doveri e pretende sempre più diritti a discapito degli altri (in questo caso del rispetto verso gli altri, siano essi persone o istituzioni o cose).
Andreste a un funerale in minigonna o coi pantaloni che vi scendono sotto le chiappe? E se (lo spero) non ci andreste, perchè volete andarci a scuola?

Per far capire meglio questo concetto, io mi domando ancora come mai sul posto di lavoro un maschietto è generalmente (non sempre, ma praticamente sempre se può entrare in contatto con clienti) tenuto a tenere i pantaloni lunghi (ok, a volte anche la camicia) mentre le donne possono andare in minigonna e sandali. E siccome so perchè l’uomo non può andare in pantaloncini corti, la domanda diventa piuttosto “perchè l’uomo deve mostrare rispetto al cliente mentre è considerato rispettoso per la donna andare vestita come le pare?“. Ok, la questione potrebbe complicarsi un pò perchè questa usanza potrebbe avere una qualche origine medioevale…

Quindi credo che, dal mio punto di vista, tutto questo sia stato semplicemente uno sbaglio di comunicazione, niente a che vedere con il maschilismo e il femminismo: la vicepreside ha mandato un messaggio sbagliato per una richiesta lecita.
Vi lascio la mia stessa opinione descritta in breve da un portavoce del M5S (io li odio, ma condivido questa posizione e l’ho trovata citata su un articolo)

La corretta comunicazione a scuola è fondamentale. Suggerire a studentesse e studenti, ma anche agli insegnanti, un…

Pubblicato da Vittoria Casa su Venerdì 18 settembre 2020

Per oggi è tutto. Stay tuned!

I #Negazionisti, i #nomask, i #novax e la crisi della scienza

Abbiamo avuto un lockdown globale che è stato molto duro, persino durante il lockdown gli psicologi parlavano delle ripercussioni che questo avrebbe avuto sulla gente, compreso la paura di tornare a una vita normale che si riassume nella “sindrome della capanna“. Ma la sindrome della capanna non è la sola conseguenza del lockdown: gente “studiata” ha fatto un elenco molto interessante delle ripercussioni psicologiche, che comprende ansia e noia (ovviamente), frustrazione, paura ossessiva della contaminazione, stress e nervosismo, lo shopping compulsivo per non rimanere senza beni di primaria necessità, perdita di fiducia nei confronti delle fonti ufficiali di informazione e tutto questo può sfociare in situazioni peggiori nei casi delle persone psicologicamente vulnerabili.

I negazionisti sono quindi un parto della nostra risposta alla pandemia. Ma non tutti sono diventati negazionisti o novax come conseguenza della pandemia. Durante il lockdown eravamo bombardati da notizie di tutti i tipi, anche contrastanti, anche da professionisti (del resto si sa, il genio non esiste, e a volte è un idiota). In questo scenario i maestri della disinformazione hanno avuto un seguito elevatissimo, alcuni facevano in poche ore milioni di visualizzazioni su youtube, più di quanto molti video famosissimi che conosciamo abbiano fatto o faranno mai. Alcuni messaggi, per quant vergognosamente sbagliati, hanno avuto un ottimo appiglio nella scarsa conoscenza della gente in tema di medicina, virologia, buon senso e principalmente scienza, favoriti anche dal sentore di confusione che la scienza tradizionale mostrava, essendo all’oscuro di molti aspetti della pandemia.

Ma quando nel titolo parlo di crisi della scienza non mi riferisco affatto al fatto che, ovviamente, non sappiamo tutto. Mi riferisco invece al fatto che la scienza funziona benissimo con gli scienziati, ma se il metodo scientifico non viene capito dal popolo comune, ci ritroviamo che la scienza può essere manovrata dalla comunicazione, e rischiamo che l’1% dei scienziati, pure in malafede, hanno il seguito del 90% della popolazione, solo perchè dice loro quello che vogliono sentirsi dire. “La scienza non è democratica“, come dice spesso Burioni (che io non stimo, ma non per questo dice cose sbagliate), la velocità della luce non si decide per alzata di mano (– Piero Angela), quindi dire una cosa, o meglio, avere una opinione sulla scienza, non rende quell’opinione vera. La crisi della scienza è di non sapere comunicare a chi di scienza non si intende. Noi dovremmo fare studiare il metodo scientifico alle scuole medie: come una teoria scientifica diventa accettata, e come può essere tutto rimesso in discussione.

In questo periodo stiamo assistendo a manifestazioni #nomask, contrari all’uso della mascherina, a cui si sono aggiunti tutti i complottisti migliori: #novax, negazionisti e chissà chi altro. La prima (almeno, quella di cui sono a conoscenza) si è svolta a Berlino: sono stati più di 18 mila, tra cui novax, estrema destra (ma perchè? nel senso, cosa ci azzecca la politica con un movimento negazionista?), Robert Francis Kennedy Junior, nipote dell’ex presidente americano, rappresentanti del movimento QAnon (movimento nato da un utente di 4chan che si spacciava per persona che aveva accesso a documenti segreti, che dice che Trump stia combattendo contro i poteri forti, o Deep State)… insomma, tutta bella gente.

La seconda si è svolta a Roma ieri. Solo 1500 protestanti, ma tutte le migliori menti l’han sostenuta: Forza Nuova (organizzatori), Michelle Ferrari (pornoattrice), QAnon, «Popolo delle Mamme», no-vax, «Gli amici di Hulk», sovranisti, commercianti in crisi, Sara Cunial, la deputata No-Vax cacciata dal Movimento 5 Stelle, e Davide Barillari, anche lui ex-5 stelle. Povia, che è diventato il Signore del Complottismo, dopo aver vinto con la tristezza il Festival Di Sanremo ed essere poi stato dimenticato da tutti, ha fatto sapere che non ci sarebbe stato.

Per la millesima volta: NON CI SARÒ. MI MERAVIGLIO DEI GIORNALI. Non potrei mai andare in piazza con chi crede che il…

Pubblicato da Giuseppe Povia su Giovedì 3 settembre 2020

Anche il generale Pappalardo e i gillet arancioni, così come Vittorio Sgarbi, non ci sono andati, per ovvia avversione a Forza Nuova.

Si dovrebbe parlare di più di tali manifestazioni. Ma forse lo farò in un prossimo post. Stay tuned!

#IoVotoBoh al referendum 2020

Due cose sono infinite: l’universo e il numero di parlamentari in Italia.
E sull’universo nutro ancora dei dubbi

— Albert Einstein

Sono confuso, sono molto confuso. E’ il 2020, sono passati 4 anni da quando ci provò (e fallì) Renzi. All’epoca sembrava meglio. Ora sono proprio confuso. Molto più della maggior parte delle persone che conosco, che sfoggiando grandissime perle di citazioni prese probabilmente dai Baci Perugina, di cui ho provato a dare un esempio con la citazione a inizio post, si schierano senza problemi, decisi.
Mi domando se lo fanno con cognizione di causa, o se la gente, come al solito, pensa di avere ragione anche se non sa di cosa sta parlando. Citerò quindi la mia manifesta perplessità in un post su facebook che ho appena messo:

Vi stimo tutti tantissimo che, coi vostri slogan da Baci Perugina, avete così chiara la vostra posizione sul…

Pubblicato da Andrea Lorenzani su Sabato 5 settembre 2020

Ora, io ho cercato di farmi un’idea, ma è complicato. Prima di tutto, se senti i politici loro sono estremamente in conflitto di interessi, quindi non saprei di chi fidarmi. Se non senti politici, c’è pieno di gente “politicizzata”, cioè che non ha idee proprie, ma che ti dice quello che la sua fazione politica dice (ancora peggio complottisti, leghisti, o qualsiasi altro gruppo di persone che sceglie apertamente di non capire…).

Ho detto: “Ma diamo un’occhiata a Twitter!!!“, sembrava un’idea geniale prima di farlo.

Ok, magari qualcuno ha anche una ragione più valida, se la cerchi bene. E allora cerchiamola, no?

Non sto scherzando, gente!!! Se guardate su Twitter, è realmente molto difficile trovare buone motivazioni per il no. C’è giusto qualcuno un pò preoccupato per la rappresentanza, ma la discussione non è quasi mai sui contenuti, quanto, come sempre, sul “far cadere il M5S” o il PD. La costituzione toccata per battaglia politica, di partito, non per migliorare le leggi, modernizzarle, renderle più efficaci…
Forse è per questo che mi sento depresso: non si parla più del contenuto, ma della ragione politica. Allora ti coglie il sospetto: magari il no non ha argomentazioni valide, mentre il sì è pieno di buoni motivi. Teniamo presente che secondo me sto benedetto numero di parlamentari andrebbe ridotto, e mi sarebbe andata bene la riforma Renzi, che non passò proprio perchè se la addossò Renzi, che però aveva perso quella sua predominanza personale.

Vado su Twitter e cerco motivazioni per il Sì. E avverto confusione, tipo

Voglio dire: molti che votano per il no sostengono proprio quello: il referendum del 2016 era pensato su una riforma organica, questo è una sciabolata semplicemente numerica. Ovvio che siano due cose diverse. Ammetto che io fossi per il sì per entrambe, ma mi rendo conto delle differenze, e son differenze che possono muovere il tuo voto da SI a NO.

Il resto son quasi tutti Grillini che dicono “Grande Di Maio, sei tutti noi!!” e non danno molte motivazioni. Di nuovo, molto parlare stile tifoseria, pochi contenuti. E voglio sottolinearlo bene: non è che nessuno porti contenuti, è che molti non li hanno. E quelli votano. E lo dico perchè a quanto pare è stato fatto un sondaggio sulla volontà di voto per Mentana, e il risultato è passato da 82-86% per il sì del 26 giugno al 68-72% per il sì del 4 settembre. Se ne devono convincere tanti, altrimenti vincerà il sì.

Io non so bene quale sia la mia posizione, per ora resto sul boh! E anche per questo motivo non riporto motivazioni nè dell’una nè dell’altra fazione!
Stay tuned!