Perchè Barbie NON è un bel film

Mi sembra un pò triste dover parlare del film di Barbie, ma ci sono tanti, tantissimi pareri contrastanti, che mi hanno spinto ad andarlo a vedere. Tutto gira intorno ai valori che vengono espressi nel film, e al significato che ne viene dato. C’è solo un GROSSO problema, che si può riassumere con la citazione “vediamo quello che ci aspettiamo di vedere

In pratica, se vogliamo vedere un significato profondo, ce lo vediamo, se vogliamo considerarlo una cazzata, lo facciamo. Mi domando però come mai molte persone NON considerino Barbie una cazzata, e qui forse bisognerebbe studiarne il marketing, di cui si sa qualcosa, tipo che sono state spese grosse cifre. Io sono rimasto che Barbie fosse potenzialmente una cazzata, ma ho anche cercato di rimanere oggettivo, ma la mia idea non è cambiata.

ATTENZIONE, PARZIALMENTE SPOILER ALERT!!!
Il film gira su 3 fasi: la prima è la descrizione del mondo di Barbie, il mondo perfetto in cui regna la felicità. E’ il paradiso del femminismo, gli uomini, come verrà detto alla fine, tutti Ken, vivono in funzione delle donne, tutte Barbie. Le Barbie governano, le Barbie decidono cosa fare, come farlo, con chi farlo. Mentre le Barbie impersonificano anche un significato per le bambine, con la Barbie astronauta, medico, presidente… i Ken sono piuttosto reclusi a ruoli tipo “il Ken da spiaggia”, che non sa fare nulla, a parte stare in spiaggia.
La seconda fase è il plot: Barbie e Ken vanno nel mondo reale, per la nostra discussione non serve sapere perchè, giusto per limitare lo spoiler, ma Ken entra in contatto con un concetto di patriarcato un pò mal compreso che lui riporta nel mondo delle Barbie e in 24 ore riesce a fare un lavaggio del cervello a tutte le altre Barbie (a parte la protagonista che è ancora nel mondo reale), instaurando un regime patriarcale (un pò bizzarro e caricaturale, giusto per farlo sembrare ancora più stupido) dove le Barbie sono addirittura felici di avere un posto di secondo piano e soddisfare i Ken.
La terza fase e il ritorno alla normalità: le Barbie ricreano il mondo ideale iniziale con un solo cambiamento: una sorta di maggior “rispetto” per i Ken, a cui viene spiegato che sono entità autonome, non “Barbie e Ken” ma piuttosto “Barbie” e “Ken“. E con l’ammissione di essere state un pò stronze a fare ogni sera serate solo donne.

Questo è il film, e dura un’ora e mezzo. Perchè reputo che non sia un bel film? Beh, è vero, tocca temi potenzialmente importanti, ma come li tocca? Malissimo: spesso i temi sono tirati per i capelli, ci sono, ma sono assolutamente ridicolizzati dal modo in cui sono espressi, e sono molto incentrati su una visione molto femminista della vita. Non mi voglio perdere sul discorso femminismo e maschilismo per una volta che un film, intitolato “Barbie” per giunta, dà una visione un pò femminista del mondo, va bene anche avere film così, però anche per essere un film con un messaggio un pò più femminista, ma che messaggio è? Che un mondo governato da donne sarebbe fiabesco dove tutte le donne si salutano e fanno pijama party tutte le sere? Voi provate a chiudere due donne in una stanza per 3 ore nella vita reale è molto probabilmente quando riaprirete la porta si saranno scannate. Ma a prescindere, ma che senso ha? Quando governano le donne gli uomini sono nulla, quando governano gli uomini le donne sono nulla. Di nuovo, capisco la strategia un pò femminista di far vedere che il mondo degli uomini si basa su cagate, tipo i cavalli, ma nel suo dare questo messaggio femminista passa anche l’idea che le donne siano tanto poco furbe da farsi immischiare in un governo patriarcale in meno di 24 ore.

Tutto questo espresso freneticamente. Gli uomini che vengono messi uno contro l’altro in un modo direi offensivo da tanto che è evidente e scontato e banale. La scoperta del patriarcato da parte di Ken. Il passaggio dall’essere perfetta al non essere perfetta di Barbie. L’emancipazione finale. E’ tutto citato, anche un pò a caso, ma soprattutto molto banalmente.
Al fatto che ci siano questi messaggi un pò espressi di corsa e male, ci va messa la resa del film, che è un pò bambinesco e tutto questo rosa fa un pò venire l’orticaria. E’ giusto, non critico questo, ma cavolo, anche la scena iniziale con Barbie che saluta tutte le altre Barbie… a un certo punto volevo spaccare la capsula di veleno in bocca e darmi la morte.

Insomma, un film molto importante per il movimento femminista, ma forse nemmeno per quello, un pò indigesto per un adulto, non sono sicuro sia interessante per i bambini… Però il marketing lo ha innalzato ai livelli di Oppenheimer, con gente che crede che sia una rivoluzione nel cinema.
Sarebbe ingiusto a questo punto, non lasciare una opinione diversa dalla mia, quindi vi metto un video con una posizione opposta, e vi lascio dei commenti in seguito.

In questo video il messaggio è il seguente: il film è volutamente semplice per raggiungere tutti, bambini e non, su temi che devono far riflettere. Quello che però già vedo di male, è che il significato iniziale del mondo delle Barbie, voglia vedere una Barbie stereotipata che è si emancipata, ma non che ricerca una interazione tra i sessi, ma che ancora scansa un pò l’idea della necessità dell’uomo. E qui capisco la banale lotta al maschilismo del femminismo, ma a livello di società far passare che bisogna creare divisione non aiuta nessuno. Davvero il meglio che una donna può avere è di vivere in guerra con gli uomini? Perchè spesso è così che le donne vedono la lotta di genere: non come autonomia e pari diritti, ma come rivendicazione di un mondo opposto, dove se per secoli abbiamo vissuto in un mondo patriarcale e maschilista, ora le donne han diritto a un mondo matriarcale e femminista, dove femminista non si intende egualitario ma l’esatto opposto di maschilista.

Sul tema della depressione me ne sto. Nel senso che è vero, c’è quel tema, il problema è che ancora viene affrontato in un modo che lascia lo spettatore un pò spiazzato: Barbie si sentiva perfetta, e scopre la critica del mondo reale. La sua depressione suona più come una mancata accettazione di essere perfetta, come se il messaggio più che essere una evoluzione, sia che il mondo ha un modo di criticare cinico, e Barbie ha diritto di sentirsi depressa per essere giudicata. E’ un problema di interpretazione, ma quale significato possono dargli gli adulti? E quale i bambini? Più che il tema della depressione, sembra si tocchi il tema della depressione per una sorta di bullismo dato dalla società che a volte giudica. Come a dire che “se una donna non viene giudicata perfetta può essere depressa“. Ma questo nelle mani di una bambina che senso assume? E in quella di un bambino un pò stronzo? O forse vogliamo sperare che un bulletto non guardi il film?

Ci sono, nel commento sopra, varie parti brevi ma discutibili: intanto che Barbieland sia un posto privo di oppressione dal maschilismo. Su questo sono in disaccordo: Barbieland è un mondo opprimente per il genere maschile, non è un mondo perfetto, e solo una società capovolta, e risulta perfetta solo per Barbie, che è una donna in un mondo femminista. Come dicevo prima questo inasprisce la lotta di genere: chi la ha vinta si ritroverà in un mondo perfetto, questo è il messaggio.
Lo stesso, il concetto che la perfezione voluta PER le donne e il fatto che LE DONNE non siano mai abbastanza e siano messe sempre dopo gli uomini, è un errore interpretativo della società moderna. La società moderna ci vuole tutti (uomini e donne) competitivi, e siamo tutti soggetto di critica, quindi certo, anche le donne, ma vederlo come il patriarcato che cerca di prevalere sul femminismo è un passo, o un passaggio, interpretativo che il film non credo nemmeno voglia dare: le Barbie sono perfette non per piacere agli uomini, e nemmeno per piacere a se stesse, ma perchè sono state create, da una donna oltretutto, così. La protagonista del mondo reale fa un monologo sulle aspettative per le donne (essere tutto e il contrario di tutto) che forse è l’unico vero messaggio su cui meditare, bello, piazzato bene, un pò femminista ma che fa riflettere anche se banale, ma rimane discutibile, è più la società stessa a volere una persona in quel modo.

Altre parti del commento del video di prima fanno invece un passaggio che è forzato, negativo, e non rispecchia secondo me la vera natura del film. Il film critica il patriarcato, ma nella sua alternanza: Ken non è vendicativo come dice Violetta, è solo ferito, vive nella ricerca dell’amore di Barbie (quel citato “vive per avere uno sguardo da Barbie”), attenzione che non riceve e che genera una frustrazione. Parte con lei per aiutarla, per mettersi in mostra, per esserle di aiuto. POI scopre il patriarcato, e il messaggio infantile è che se il mondo è governato dalle donne, è il paradiso per le donne, ma se lui lo riporta al governo degli uomini tutto funzionerà. Mi sembra molto banale pretendere che il mondo di Barbie sia meglio perchè le donne sono libere dal maschilismo e dal patriarcato mentre quello di Ken sia opprimente e negativo: i due mondi sono identici, solo gestiti dai due generi diversi. Il mondo di Barbie è opprimente per l’uomo, e Ken ne soffre, il mondo di Ken è opprimente per la donna (anche se nessuna Barbie ne soffre veramente… però sì, anche questo rimanda un pò un messaggio patriarcale).

Detto questo il video di Violetta è assolutamente ben fatto su tutte le altre analisi, inclusa la crescita di Ken, Alan, la parte del CEO di Mattel, molti dei discorsi su Barbie… un bel commento che vi invito ad ascoltare. Ma questo secondo me non rende il film un capolavoro, anzi, lo proietta tra i peggiori film che abbia visto e che inasprisce la guerra tra sessi.

E comunque… stay tuned!

Previsioni per Eurovision 2021

L’Italia ha terminato il festival di Sanremo da un paio di settimane, ed è stato uno spettacolo un pò terrificante tra Fiorello che faceva battute terribili, gente che intratteneva con tristezza, Amadeus che secondo me non è molto adatto, e le canzoni, alcune carine, altre insomma.
Alla fine hanno vinto i Maneskin (pronunciateli Moneskìn) che, come avevo detto nel post della prima serata, hanno portato una canzone che a un primo ascolto non ho reputato brutta e che pian piano, a furia di sentirla, mi si è fissata in testa tantissimo.
Vi lascio il video, quello che gira di più su internet e dove si vedono anche i violini, che piacciono al pubblico, ma io ho adorato di più l’ultima volta che hanno suonato dopo la vittoria, perchè la bassista diceva le parolacce e si sente lei che dice a Fiorello “No vabbeh“, e Fiorello la prende in giro.

https://youtu.be/1OISmX4vOKA

Avendo vinto Sanremo, i Maneskin (parola danese che vuol dire “chiaro di luna” – la bassista è per metà danese) han potuto scegliere se partecipare all’Eurovision e hanno deciso di andare. Sul sito della competizione europea si può vedere la lista dei partecipanti (almeno, quelli già confermati) e su Spotify c’è una playlist per ascoltarne le canzoni.
La diretta associazione coi Maneskin è una banda finlandese: ad ora sono gli unici, tra i confermati, a portare un rock moderno. Quindi per la band Italiana i primi da battere sono proprio i Finlandesi, in modo che dopo sia più una decisione dettata dallo stile: far vincere o no il rock.

Girando su internet si trovano molti commenti all’Eurovision che danno delle nazionalità come favorite. Sembra che ad esempio, Cipro sia una delle favorite. Io ho sentito ieri le canzoni, non tutte, ma effettivamente avevo notato quella di Cirpo, è effettivamente una bella canzone. Ovviamente è molto più melodica di quella italiana.

Un’altra favorita è quella francese, che purtroppo si intitola “Voilà“, che è come se l’Italia portasse una canzone chiamata “Mamma mia, la pizza“. Ce ne sono altre che sono favorite, tipo l’Irlanda, e altre che piacciono a me, tipo la Slovenia con Ana Soklič che porta “Amen” (ebbene sì, ci sono due canzoni intitolate “Amen” all’Eurovision, anche l’Austria porta una canzone con quel titolo) o la Romania con Roxen che porta “Amnesia” (peccato che il testo della canzone sia un pò… particolare)

Un video che cerca di raccoglierle tutte (ma molte mancano) è il seguente.ù

Ultima nota per chiudere questo post: se andate sui siti di scommesse che accettano scommesse sull’Eurovision, la vincita peggiore (quindi la favorita per gli scommettitori) la si ha con Jeangu Macrooy che porta “Birth Of A New Age” che sinceramente non mi sembra nulla di che, magari viene favorita perchè è la canzone del paese ospitante, magari per il messaggio, ma mi sembrano tutte motivazioni deboli per una competizione di musica, perchè ci piace musica con un significato, ma questa non spicca così tanto rispetto gli altri.

Se poi vi volete fare due risate, guardatevi il video dei partecipanti Ukraini o di quelli Lituani. Voglio dire, quelli Ukraini sono una spanna avanti. Nel video con gli spezzoni di tutti ne ho visti un altro paio che promettono male, forse anche la Germania, ma questi due per me vincono gli ultimi posti.

La competizione è in 3 serate dal 18 al 22 Maggio. Che vincano i migliori, e speriamo siano i Maneskin.
Stay tuned!!!

Arte e sesso

Avevo già scritto un post simile probabilmente quasi 8 anni fa. Oggi gli dò una interpretazione diversa, ma i contenuti sono simili.
Il tema del sesso è una cosa che ci confonde molto: siccome piace, ci mette di fronte a debolezze e tocca la nostra sfera privata, ci imbarazza ma lo si sdogana facilmente, a qualcosa a cui quasi tutti aspirano, ma è stato demonizzato per secoli, e ancora lo è, dalle religioni, attira la nostra attenzione tantissimo, un pò come tutte le cose illegali.

Questo però non vuol dire che non ci possa essere una visione più elevata dello stesso: da sempre il corpo nudo è presente nell’arte, nella letteratura, nella poesia. Magari velato, ma riconoscibile.
E’ difficile separare il suo aspetto oggettivo, per cui saremmo estinti se non ci fosse il sesso, da quello soggettivo o della società. Questo porta la gente a ripudiare ogni discussione sul sesso che non sia prettamente tecnica per imbarazzo o perchè considerato volgare, mentre altri ne diventano ossessionati, con scherzi, manifestazioni, discussioni troppo esplicite.
Nudità, e sesso, sono anche in film, spot pubblicitari, programmi televisivi in prima serata o quanto altro.

Ma l’arte non deve essere incatenata in pregiudizi, deve solo toccare il nostro senso interpretativo, manifestare un concetto. E quindi il sesso, la nudità, è da raffigurata nell’arte.
Per dare un esempio, il famoso quadro di Courbet, l’origine del mondo:

Ancora, questo quadro è definito scandaloso. Raffigura una vagina, al naturale, (il movimento a cui fa parte è il realismo, infatti), era una opera commissionata, al tempo stesso uno studio per l’artista, ma la bravura sta sia nel fatto che l’occhio cada proprio sull’organo genitale, rafforzandolo con un contrasto elevato, sia che tale organo genitale sia decontestualizzato, sia come significato che come contesto storiografico: nulla rimanda a un periodo, a una fase storica, nè l’opera cerca di dare una tonalità libertina alla figura.
E’ solo un esempio, schietto ma significativo, che il sesso, e il nudo, possa essere arte. Ovvio che possa essere più velata, e rimanere artistica, come per esempio nello spot della Martini:

Qui non si vede quasi nulla, giusto un pò le curve verso il finale, ma la seduzione è tema centrale dello spot.Quindi ancora, non si vuole usare il sesso come incitazione banale, ma lo si usa come arte, come significato da interpretare. Non è un video libertino, pornografico, dubito che lo vedrete venti volte consecutive per eccitarvi (fate molto prima con gli stacchetti di Striscia la Notizia).

Una volta che si accetta che il sesso e l’arte possono coesistere, in maniera più evidente o più celata in base al senso artistico, si può rivisitare un’opera del fotografo e filmmaker Clayton Cubbit che, a partire dal 2012 (e ne parlai in un vecchio blog), creò questa serie di video artistici chiamati hysterical literature, che lui stesso definisce “ esplorano il femminismo, il dualismo corpo/mente, la ritrattistica della distrazione, e il contrasto tra cultura e sessualità“. Più in dettaglio “La serie esamina la battaglia tra la mente e il corpo. Esplora inoltre il contrasto culturale tra arte e sesso, in particolare come la gente reagisce ad un misto dei due, e la battaglia sulla sessualità femminile e il concetto della società di vergogna“.
Di cosa si tratta? Per ogni episodio una ragazza si presenta vestita come vuole e inizia a leggere un libro che vuole. Il tutto in uno scenario in bianco e nero. Ha inoltre un vibratore che viene azionato da una persona fuori inquadratura. La ragazza continua fino a che la distrazione non è tanta che la sovrasta.

https://youtu.be/tOnedEXISmM

La serie è composta da 12 episodi. Potete trovare qui la pagina con tutti e 12 gli episodi. Li chiamerei “canonici“, perchè sono quelli originali di Cubbit, ma la serie ebbe così tanto successo che altre persone la replicarono. In spagna Roser Amills con “El plaer de la lectura“: lo scopo nel suo caso è anche di ridare importanza all’orgasmo femminile, talvolta ritenuto “non necessario” però pur sempre liberatorio.

Ne uscì poi una versione di due autori bielorussi (in russo) di cui potete leggere qui, e chiamata “Литературный Оргазм” (Orgasmo letterario).

Ovviamente una volta scatenato il successo, non si potevano evitare i copycat: il gruppo femminile olandese ADAM ha fatto un video simile mentre cantano.

Si potrebbe continuare, ma ovviamente a questo punto si è perso un pò il valore artistico e si è guadagnata solo l’emulazione per fare visualizzazioni.
Stay tuned!

The social dilemma

Ho appena visto questo documentario Netflix, e ho già individuato il primo furbone che ha dichiarato di cancellarsi dai social e credo che sia in seguito a questo. Fa ridere perchè sembra una battaglia tra una entità che cerca di manipolarti coi social e una che cerca di manipolarti coi documentari. Perchè a questo servono questi documentari: quando uscì “The Game Changers” un mucchio di persone divennero vegetariane o vegane, ma era un documentario discutibile, e quindi vi lascerò una analisi di una dietista di fama internazionale (o quasi)

https://youtu.be/wLnqnYMuOlE

LA TRAMA IN BREVE
Si parla di socials: Facebook, Twitter, Tiktok, Instagram e i fratelli… Bene, il documentario parte da una osservazione basilare: se non si paga nulla su questi social, cosa è il prodotto? Come lucrano? Ovviamente lucrano “manipolando” il cliente, per fargli vedere pubblicità. Il problema è che per far sì che si guadagni abbastanza con la pubblicità, questi social devono mantenere alta l’attenzione del loro prodotto (cioè noi, gli utenti) in modo da renderci dipendenti dal social, sempre connessi e vedere tanta di questa pubblicità. Per fare ciò questi social hanno bisogno di montagne di dati su di noi (che ben inciso, noi gli regaliamo) su cui applicano algoritmi di intelligenza artificiale per stimolarci costantemente.

Tali algoritmi, praticamente, ci foraggiano con ciò che sanno che ci piace, e questo genera un problema: tali algoritmi conoscono i nostri schemi di pensiero e ci sanno influenzare. Son così bravi a farlo che pian piano sulle nostre bacheche ci sono solo contenuti che ci piacciono, e a cui siamo interessati, ma allo stesso tempo che “la pensano come noi”. Questo crea degli ovvi problemi, per esempio: sei complottista? Vedrai un milione di fake news e video complottari. Sei estremista? Lo stesso.
Questo e alcune altre accortezze permettono di avere un grande impatto sulla società: si possono usare i social per modificare il nostro modo di agire, e quindi di fatto per veicolarci verso determinati punti di vista: questo può permettere a governi di farsi propaganda, o di incentivare l’odio raziale, o…

Questa è la linea generale del documentario, ma importanti sono due aspetti che considererei “secondari” ma “importanti” e interessanti: uno che la nostra dipendenza da social ha avuto un impatto incredibilmente negativo sulla psiche dei giovani: depressione e suicidi anche triplicati, in alcuni casi.
Secondo, siccome la verità è noiosa, ma le fake news spaccano, e siccome l’intelligenza artificiale non distingue tra vero e falso, siamo tutti molto più vulnerabili alle fake news. Il documentario si chiude con i titoli di coda in cui alcuni degli intervistati, nomi famosi dello sviluppo di questi social, danno suggerimenti su come evitare gli effetti negativi dei social su noi e i nostri cari.

IL MIO COMMENTO
Tutto vero, ma… voglio dire, se ci manca spirito critico, anche la televisione può arrecarci danno. E infatti, come dicevo, questo documentario sembra una battaglia tra una piattaforma video e le piattaforme social. Certo, sapere cosa succede dietro alle quinte non fa male all’utente medio, ma diciamocelo chiaro: tutte le aziende informatiche fanno la stessa cosa, e non per manipolare, ma per darti una usabilità migliore: deliveroo e uber eats ti consigliano cosa mangiare facendoti vedere cosa puoi ordinare. Amazon lo stesso coi suggerimenti.

Certo, incentivare il nostro spirito critico, specialmente con le notizie suggerite (e social come Facebook creano una bacheca che è tutta notizie suggerite, visto che è la piattaforma a decidere cosa devi vedere e cosa no), cercando altre opinioni, o capire che quello che vediamo sui social è studiato per noi, per manovrarci, beh, questo è utile ma… niente di nuovo.

Però è interessante pensare a come menti fragili (terrapiattisti, salviniani e via dicendo) possono venire istigate sempre più in un modo tanto semplice, o che alcune notizie, siccome non sono molto attrattive in termini di click (anche se vere), non appariranno mai nelle bacheche di nessuno. Come diceva qualcuno, “noi abbiamo il grande potere di manovrare le aziende semplicemente con le nostre scelte“, e questo dobbiamo fare: schifare i suggerimenti delle piatteforme, cercare i post o i video direttamente, cercare di non farci influenzare da quello che altri vogliono che noi vediamo o che noi pensiamo (perchè sì, anche questo documentario sta cercando di instillare nella tua mente una idea) e verificare tutto quello che condividiamo da altre fonti.

Ma no, questo non vuol dire rinunciare ai social. Anche se forse dovremmo tutti accettare che danno dipendenza, dovremmo cercare di utilizzarli limitatamente e proibirli a figli o familiari giovani. Ma purtroppo questo va oltre le possibilità di analisi di molte persone, quelli che io definirei deboli (perchè idioti sembra offensivo).

Stay tuned!

EDIT: giusto un pensiero così, fugace. Una piattaforma di streaming, quale è Netflix, che finanzia un documentario dove si dipingono i social come negativi perchè il loro scopo è di guadagnarsi la tua attenzione ad ogni modo, non è esso stesso manipolazione mentale per attirare la tua attenzione dai social e portarla sulla piattaforma di video. Perchè Netflix fa coi suoi video quello che i social fanno con le notizie, solo che loro con questo documentario ti dicono di smettere coi social. E dimmi: dove spenderai più tempo se smetterai di passarlo sui social? Magari su Netflix?

Terraria (Parte 6)

Non ricordo bene dove ero rimasto con Terraria. In pratica ho riniziato in un mondo più piccolo, lì ho distrutto lo Slime King, l’occhio di Chtulhu, ho fatto un pò di Achievements strani (ho trovato il posto coi ragni, ho sbloccato “Finchè morte non vi separi” e cose così). Poi ho fatto il mostro del Dungeon. A dire il vero nel dungeon crepo male, so che ci sono interessanti parti, ma ci sono uno o due stanze difficili da attraversare, che richiedono una grande dimestichezza coi tasti, e io sono un pò imbranato. Ah, e ho fatto anche l’orda di Goblin, ma non ho ancora trovato il goblin NPC.

Ed è qui che ho iniziato ieri.

https://youtu.be/-wUJFm4dpwY

Ovviamente ho avuto problemi di connessione quindi il file è diviso in due. Ma in breve, ho distrutto il divoratore di mondi, ho raggiunto il limite del pianeta a Ovest, un paio di isole nel cielo e mi si è anche materializzato un meteorite. Ho anche provato ad andare un pò a fondo nel dungeon, ma come detto prima, ci crepo male.

https://youtu.be/WJ5TrYdGkSs

Alla fine sono stato seguito da un paio di persone che mi han parlato, principalmente su Mixer (su cui ho solo 5 followers). Mentre la novità è che Periscope è diventata la mia piattaforma di riferimento perchè ha eguagliato Twitch in numero di followers.

Ultimo annuncio: il Vemp ha aperto il suo canale. Se lo conoscete e volete seguirlo. Per il resto, stay tuned!

Let’s watch together: 2-headed shark attack!!!

Premetto che ho fatto una cosa contro la community di Youtube in buona fede: questo film ha probabilmente violato un copyright (della Asylum, tra l’altro!!!) e Youtube ha bloccato la live e mi ha dato un warning. Il che è strano perchè alla fine della fiera lo stavo vedendo da un canale youtube in cui è disponibile (e non ufficiale).

Quindi il video per intero della mia live la potete invece trovare su Twitch, per ora, e su periscope, clikkando qui.

In pratica, questo è un film con molteplici seguiti della Asylum. Ancora squali, ancora situazioni imbarazzantemente improbabili: uno squalo a due teste attacca un gruppo di ragazzi che passano dalle sue acque. Il gruppo, una specie di nave scuola con un paio di professori, subito un danno alla nave si rifugia su un atollo che però si scopre stia affondando MALE.

Qualcuno muore male, qualcuno (pochi, ovviamente) sopravvive, trama abbastanza standard. CGI pessima. Recitazione non ne parliamo nemmeno. Però film stragonfio di gnagna. A un certo punto un tale Roberto è apparso in live suggerendo altri film e commentando questo.

Un fedele mi ha tolto il follow da Twitch, quindi tra poco la mia piattaforma di riferimento diventerà Periscope: lì ho 25 followers contro i 26 di Twitch.

Stay tuned!

Terraria (Parte 5)

Non gioco solo online, gioco anche un pò per i cazzi miei. Ieri però ero online e mi ha raggiunto il Vemp che mi ha spiegato un pò di cose. Di fatto ho fatto il giro dei vari biomi, e poi mi sono addentrato nella parte corrotta e ho spaccato due delle 3 orb.

https://youtu.be/bU2izpgRAOs

E quindi niente, dopo una chiaccherata con lui ho capito che stavo perdendo il mio tempo in un mondo che avevo generato enorme per giocarci da solo, così stamattina ne ho generato uno piccolo e in due ore di gioco ho scoperto moltissime cose: posti con la lava, posti col marmo, ragni, scheletri con giavellotti, salamandre e pure l’inferno. Ho sbloccato un paio di achievemtìents e ora devo dire che tutto va molto più velocemente.

Quindi restate sintonizzati!!!

Guardiamo assieme: Milzaman!!!

Io cercavo il trash, ma forse ho beccato il capolavoro!!! Ho trovato una web serie (perchè il Giovedì è serata Web Serie) che si chiama Milzaman, in 3 puntate, di un venditore di panini con la milza a Palermo perseguitato da mafiosi che vogliono il pizzo e che, in una pariodia di Superman, entra in contatto con liquami tossici e diventa uno Spiderman della milza (eggià).

E’ trash come trama, ma alla fine è girato bene, è pieno di musiche neomelodiche di folklore, ha degli attori e una storia imbarazzanti, effetti speciali che MIODDIO e combattimenti racappriccianti ma al tempo stesso bellissimi. Dopo un inizio con giocosone, ho visto il resto della serie con Rob che mi seguiva su periscope.

Insomma, per essere una web serie in tre puntate di un’ora di video, a me è piaciuta!!! I miei followers su Periscope stanno per diventare più numerosi che quelli su Twitch quindiil mio interesse sta spostandosi su quella piattaforma. Guardatevi il video e divertitevi!

Il prossimo video in programma è un film sabato sera, ma potrebbe esserci una live sabato mattina, speciale. Per ora è tutto.

Stay tuned!

La chica latina presenta il suo nuovo blog

Doveva succedere, ed è successo!!! La chica Latina èvenuta sui miei canali di stream a parlarci del suo nuovo blog, Miss Exploradora, in cui tratta di temi relativi al life coaching.

Il primo post, su cui verte gran parte dell’intervista, è intitolato “L’Arte del lasciare andare“. Ovviamente abbiamo iniziato con una breve discussione sul perchè, sulle difficoltà di creare un blog e sulle intenzioni, per poi spulciare a fondo tutti i dettagli del primo post: a chi è rivolto, cosa vuol dire, come deve reagire chi lo legge, alcuni casi di vita vissuta e tanto altro. Una parte abbastanza centrale l’ha avuta il tema della comfort zone e di come affrontarla.

La chiaccherata, a parte un iniziale problema tecnico, è durata circa un’ora ed è risultata, a mio avviso, molto ma molto interessante. Spero che la chica continui a farsi intervistare sul mio canale, perchè lo trovo un sacco divertente.

Rimanete sul pezzo, ovvero… stay tuned!

Terraria (Parte 4)

Sì, mi son già stufato anche io di fare live su Terraria, ma volevo prima di tutto annunciarvi che STASERA, a meno di cambi di programma all’ultimo minuto (ste donne), DALLE 9.30 locali (10.30PM Italiane) DOVREI ESSERE IN LIVE CON LA CHICA LATINA (quella di questa live qui). Parleremo del suo nuovissimo blog, Miss Exploradora, e del primissimo post, ma anche di tante altre cose, quindi non mancate.

Dunque, ieri, per la live random del lunedì, ho fatto gameplay di Terraria. Nulla di particolare, a parte che mi si è piantata la connessione e quindi ho due video.

Di fatto l’achievement della serata è stato di vendicarmi del Slime King che avevo fatto apparire a caso e che, non essendo io preparato, mi ha massacrato di botte, la prima volta. Stava quasi per farcela anche la seconda, ma l’ho battuto con l’astuzia e la cooperazione, facendomi aiutare da quelli che abitano a casa mia.

https://youtu.be/ERdVMPPNoLs

Il secondo achievement, se vogliamo, è stato capire che posso far saltare i materiali che non riesco a scavare con la piccozza usando gli esplosivi. Ho trovato qualche materiale tenebroso o qualcosa così, ancora non so tutti questi oggetti a che servano, ma collezioniamoli va, un giorno capirò.

In termini di Stream non molto da dire. Mi seguono su Mixer, e inizio ad avere il mio pubblico ben bilanciato sulle 3 piattaforme: Twitch, Mixer e Periscope. Youtube lo uso principalmente per postare i video qua.

Non mancate stasera. Stay tuned!