Femminismo: lo stai facendo male…

Mi ritrovo a notare un piccolo, ma costante, incremento dell’attività social di profili che hanno come contenuto una sorta di difesa della posizione maschile. E non nego che lo trovo non solo positivo, ma anche necessario, perchè il senso del femminismo negli ultimi 5-10 anni è stato assurdo.

Certo che l’uomo ha avuto una posizione privilegiata per millenni. E certo anche che ora la civiltà è abbastanza matura da riequilibrare le cose. Ma dovrebbero essere equilibrate, non sbilanciate dall’altra parte. Perchè peggiorare i contrasti tra i generi attraverso degli stereotipi di genere non porta nulla di buono a nessuno.
Vorrei ricordare due esempi: il primo è il libro “Odio gli uomini” di Pauline Harmange, uscito intorno al 2020, in cui lei dice che gli uomini “non li ascolta nemmeno perchè servono solo a procreare e che le femministe fan bene a odiare gli uomini”. Provate a pensare cosa succederebbe se un uomo scrivesse l’opposto. Dice che tutti gli uomini sono violenti, vigliacchi, pigri e egoisti. E che li odia tutti a priori.

Ora, per quanto possa sembrare chiaro a un 80-90% del genere umano quanto tali affermazioni siano insensate e nocive, il 10% che le ritrova opinionabili o addirittura giuste è anche quello che fa il 90% del rumore, generando una società dove molte donne usano questa sorta di femminismo per garantirsi vantaggi sociali o per una sorta di validazione prendendo una posizione di eterne vittime.
E qui si arriva al secondo esempio, “Self-Made Man” di Norah Vincent. Lei era una giornalista, ha deciso di travestirsi da uomo e vivere come tale per 18 mesi in ambienti tipicamente maschili, ed ha affrontato anche alcuni appuntamenti con donne, circa 30.

Vincent osserva che la mascolinità implica isolamento, sofferenza e costante pressione a nascondere le emozioni. Da questo nasce una maggiore empatia verso gli uomini: “Gli uomini stanno soffrendo e han bisogno della nostra compassione”

Questo è quindi il punto: ci sono molte cose del femminismo vero che andrebbero difese. Norah ha subito gli effetti di questo esperimento, finendo in depressione, cercando supporto nella terapia e finendo la sua vita volontariamente in Svizzera (anche se le motivazioni, pur relative alla depressione, potrebbero non essere assolutamente collegate a questa esperienza). Lascio una parte della sua intervista da un punto cruciale:

Problemi differenti, e non voglio discutere (nè sta a me farlo) sui dettagli dei problemi di genere nella società, ma questo costante odio sta ovviamente stancando di già. Il movimento metoo è del 2017, e a parte essere stato molto social e avere mostrato una faccia oscura quando alcune donne ne hanno iniziato a fare un teatrino, oramai, dopo avere avviato il giusto senso di indignazione e aver spinto la gente a guardare a certi problemi, ha stufato anche le donne, soprattutto quelle che non vogliono privilegi e non vogliono piagnistei. Il femminismo del “tra l’uomo e l’orso scelgo l’orso” piace solo a chi ha una certa mentalità, bassa a mio avviso, per questo molte donne se ne stanno tirando fuori.

E questo dà vita a nuovi canali social dedicati alle posizioni veramente femministe di uguaglianza. Alcuni esempi sono anche italiani, vorrei soffermarmi soprattutto sui canali gestiti da donne, perchè la trovo una cosa molto positiva. Uno è “Pro o Contro podcast” di cui vi metto uno dei tanti video qui sotto

Ci sono altri profili in altri social che sono veramente interessanti, e lo ripeto, promuovono uguaglianza (e questo vuol dire attaccare standard comportamentali differenti tra uomini e donne, comportamenti negativi e opinioni turbofemministe), non maschilismo o finto femminismo. I tre che vi suggerisco, portati avanti da donne, sono in inglese: uno è Roma Army, inglese, che è un pochetto aggressivo su certi concetti ma questo è quanto, la seconda, e forse la mia preferita, è EmilyWKing, perchè cerca di capire e non è per nulla aggressiva con nessuno, anzi, è molto precisa in quello che dice. La terza mette i suoi concetti in video con un pizzico di ironia, The Lady J.

Con questo direi che va spesa l’ultima frase a ricordare che come società, abbiamo un dovere morale di difendere tutti, e che entrambi i generi sono violenti, e lo sono principalmente contro coloro che ritengono più deboli. Per questo gli elementi più deboli della società vanno difesi di più. Stay tuned!

Comprare casa a Londra (Parte II)

Dopo lo scambio dei contratti, tutto è diventato più diretto ma anche più lungo. Noi abbiamo fatto lo scambio ad Aprile, e ho completato l’acquisto il 21 Dicembre, nei tempi ma all’ultimo. Non è andata male, solo alcune cose consiglio di fare:

  • Cercate di capire quando si avvicina il periodo del completamento, perchè il giorno prima non si muove foglia, il giorno dopo vi bombardano di email di cose che devono essere verificate, firmate, lasciate non datate, controfirmate da testimoni e compagnia bella. Tenetevi una stampante, uno scanner e una persona “non stretto amico o familiare” sempre disponibile per farvi da testimone. Credo che questo sia stato ancora più frenetico perchè io ho comprato off plan, forse per normali acquisti tra privati le due fasi sono più consecutive
  • Tenete presente tutti i piani che avete in mente per l’anno in cui dovete fare il completamento e concordateli con gli avvocati prima dello scambio dei contratti: a metà ottobre ho fatto presente che dal 21 Dicembre al 5 Gennaio non sarei stato disponibile per il completamento dell’acquisto, il mio avvocato ha mandato una lettera al loro avvocato sottolinenando che nemmeno l’ufficio legale sarebbe stato disponibile, e l’avvocato ha risposto che “a quel punto della trattativa a loro non importava, che il completamento a fine dicembre era obbligatorio per me ma opzionale per loro, perchè era una stima ma io avevo l’obbligo di fare la mia parte se loro l’avessero rispettata”. In pratica loro potevano farsi i cazzi loro, io no. Quindi se avete piani, concordateli con le parti prima altrimenti dopo son cazzi vostri.

A parte queste due informazioni, questo è quello che è successo dal primo post a oggi.

  1. In Estate (tipo ad Agosto) mi è scaduta la proposta di mutuo fatta dal consigliere finanziario. Lui la ha rinnovata per altri 6 mesi. Teniamo presente che a fine Agosto i tassi erano calati, quindi gli ho chiesto se potevamo farne una nuova, lui a quel punto ha iniziato a fare gli interessi della banca, cercando di convincermi che era un rischio perchè “non c’è garanzia che un nuovo mutuo venga approvato dalla banca“.
  2. A inizio Ottobre mi è stato detto che i primi completamenti per il mio palazzo sarebbero iniziati a metà Novembre o inizi Dicembre. Inoltre ho scoperto che girava aria di aumento degli interessi. Quindi a metà Ottobre sono andato dalla mia banca e mi sono assicurato un mutuo a un tasso molto più basso, con l’idea, se fosse stato possibile, di domandare al mio Consulente Finanziario un nuovo mutuo “senza pericolo di non averne uno”, dato che ne avevo comunque uno mio.
  3. A fine Ottobre mi è arrivata notizia che avremo completato per la fine di Dicembre, così ho chiesto che non avvenisse a fine Dicembre e, come già spiegato, il loro avvocato mi ha detto che erano cazzi miei.
  4. A metà Novembre c’è stata la settimana del panico: l’agenzia mi ha detto che erano urgenti tutti i documenti, e il mio avvocato mi ha mandato prima il mortgage deed da firmare, non datato, con la firma di un testimone (un grazie a una amica Bulgara), poi l’agenzia ha mandato l’assegnazione dell’indirizzo e la richiesta di cambio di dati nel mutuo, che ha riattivato il mio consulente finanziario (a quel punto gli ho detto che avevo fatto per i fatti miei, e se poteva farmi avere un tasso migliore, ma a quel punto gli interessi erano cresciuti tantissimo), e poi han mandato il lease finale e la planimetria da firmare (la planimetria va stampata in un A3 e firmata, il lease deve essere firmato con un altro testimone, per me una ragazza Italiana). Tutto questo con un senso di urgenza che ora definirei comico e assolutamente non necessario. Inoltre per deed, lease e planimentria l’avvocato deve ricevere gli originali che ho spedito per posta col tracking
  5. A fine Novembre ho disdetto l’affitto del mio appartamento. Per motivi vari in qualsiasi momento avessi disdetto a Novembre avrei comunque dovuto pagare fino a fine Gennaio.
  6. Dopo c’è solo da fare la richiesta del pagamento dello Stamp Duty (va firmato ma non serve spedire l’originale) e pagare tutto. Una nota: se il totale supera i 250.000£ la mia banca non ammette spostamenti di somme superiori ai 250K in un giorno, quindi servono più giorni. Ma questo in genere non si verifica, a meno che non siate ricchi 😛
  7. Dal pagamento al momento del ritiro delle chiavi c’è la dimostrazione della casa, dove l’agenzia vi fa vedere per la prima volta la casa finita e vi fa vedere come funzionano tutti gli impianti. Questo, e le prime due settimane di possesso della casa, sono i momenti migliori per la snagging list, per mandare cioè una agenzia a controllare difetti e cose del genere, perchè l’agenzia mette a posto tutti i difetti istantaneamente se li riceve nelle prime due settimane. Non è critico, io sono assicurato per due anni dal costruttore e per altri 8 da una assicurazione nazionale. La snagging list probabilmente dovrebbe essere fatta prima dello scambio dei contratti se comprate una casa preesistente, in modo da sapere se comprate senza difetti.
  8. La mia casa è una figata, ma ha difettucci che mi avrebbero fatto storcere il naso se l’avessi vista prima di comprarla. E’ facile essere perennemente indecisi nell’acquisto di una casa, non fate come me che ho rimandato per anni.

Cosa rimane da fare:

  • Comprare le tende per le finestre. Questo è praticamente il primo punto: se dormo nella nuova casa senza le tende la luce mi sveglierà all’alba. Mi serve almeno un blind
  • Fare il direct debit per il mutuo. Dovrò chiamare o mandare un modulo compilato
  • Mandare l’agenzia a fare la snagging list (già prenotato)
  • Cambiare indirizzo ovunque (che vuol dire anche capire dove il mio indirizzo viene utilizzato)
  • Programmare il trasferimento dei mobili
  • Programmare la rimozione delle tende e chiudere i buchi annessi e la pulizia della casa per il vecchio appartamento
  • Inviare le vecchie chiavi in agenzia
  • Finire di acquistare tutti i mobili, soprattutto il divano

Credo sia tutto. Spero che questi due post siano stati di aiuto.
Stay tuned!!!

Comprare casa a Londra (Parte I)

Penso che sia interessante lasciare alcuni commenti sulla mia esperienza nell’acquisto di una casa (appartamento, per essere precisi) a Londra. Non mi soffermerò su come sceglierla, io ho acquistato “off-plan” (che vuol dire, quando ancora l’appartamento non esisteva perchè l’edificio era ancora in costruzione) perchè ha dei pregi che coprono alcuni difetti, per quanto ne so adesso. I pregi sono:

  1. La casa è nuova, nessuno ti ha mai cagato nel cesso
  2. La casa è assicurata per 10 anni
  3. Attualmente tutti gli ultimi edifici sono in leasehold, che è un pò una menata, ma il leasehold ora è 999 anni con pagamento peppercorn, che vuol dire quasi una sega l’anno
  4. Puoi scegliere alcuni dettagli: pavimenti, cucina, blah blah, e soprattutto non devi avere sti cazzo di tappeti della morte dappertutto
  5. Hai potenzialmente molto tempo per far sì che il processo vada comodo

D’altra parte il più grosso svantaggio è che compri senza vedere la casa, e da quando decidi di comprare a quando entri può passare anche un anno.

L’iter è pazzesco, domani mi scade il tempo per lo scambio di contratti, che di fatto è di soli 42 giorni anche se, come anticipato, vedrò casa alla fine del 2024. Quello che è successo è che:

  1. Ho trovato l’appartamento che mi piaceva, e negoziato un pochino il prezzo
    • Attenzione, un altro appartamento che vidi anni fa costava 530.000£ direttamente dal costruttore, ma una agenzia aveva dei rapporti con loro e te lo poteva fare avere a 480.000£, quindi è sempre meglio girarsi due agenzie
  2. L’ho bloccato: questo ha un costo (nel mio caso £500) che va a fare parte del pagamento
  3. Ho cercato un avvocato e un consulente finanziario
    • Questo è un punto scottante: l’agenzia che vende ti consiglia un avvocato ma quello non andrebbe mai scelto, perchè gli arrivano decine di clienti dal costruttore, ed è in evidente conflitto di interessi nel dirti se cisono magagne nel contratto
    • E’ particolare il discorso del consulente finanziario: non serve, ma ti può consigliare cose a cui non avrei pensato, di fatto hanno una checklist con cose come assicurazioni sulla salute, assicurazioni sulla perdita di lavoro (molto interessante ma anche tanto costosa)… inoltre può darti consigli finanziari correlati, tipo pensioni o testamenti. La cosa da cui stare attenti è che la cosa principale che dovrebbero fare, aiutarti con il mutuo, lo fanno attraverso i “loro” istituti di credito, quindi se una banca ha un prodotto perfetto per te, ma non è tra le loro, potrebbero non consigliartela. Inoltre li paghi, io gli ho dato 700£
  4. L’agente di vendita della casa mi ha fatto vedere tutte le planimetrie e i documenti di come verrà fuori l’appartamento. Non sono vincolanti, ma se fanno cambi non possono essere a sfavore del valore dell’appartamento
  5. Il costruttore ha mandato il contratto al mio avvocato: qui parte il timer per scambiarsi i contratti (nel mio caso 42 giorni)
  6. Il consulente finanziario vi perseguita una o due settimane, cercando di fare la due diligence dei vostri soldi e cercando di appiopparvi un pò di assicurazioni e un mutuo
  7. Il mio avvocato ha iniziato la sua due diligence, verificando i miei dati. Ha bisogno di un documento di identità, una prova di indirizzo (una bolletta recente)
  8. Molto importante: bisogna essere sicuri di non avere nulla intestato in nessuno stato. Per l’Italia si può ottenere la visura catastale su siti tipo Pratiche.it. Se si hanno dei possedimenti all’estero, gli unici importanti sono quelli residenziali, e solo se hanno singolarmente un valore di più di 40.000£ l’anno. In quel caso bisognerà pagare di più
  9. L’avvocato deve anche essere sicuro dell’origine dei soldi. Per questo motivo bisogna essere in grado
    • Di mostrare tutti i dati dei propri conti
    • Di dimostrare l’origine dei soldi, se vengono dal lavoro, inviando i contratti
    • Se parenti o genitori hanno inviato soldi, devono rilasciare una lettera in cui attestano si tratti di un regalo, la carta di identità e l’origine dei loro soldi
  10. L’avvocato fa una ricerca (a vostre spese – circa 500£) su tutti i dati catastali e sul territorio e crea un report illegibile di dati sconcertanti tipo che ci sono palazzi che verranno costruiti presto e ti rovineranno la visuale, oppure che ci sono tombini troppo distanti e ti si può allagare la vita… ma il tuo avvocato ti metterà per iscritto che è compito tuo leggere tutto e prendere una decisione mentre al telefono ti dirà che è tutto ok
  11. L’avvocato accerta anche che avete un mutuo valido. Nel caso off plan potrebbe non essere vero, o potrebbe scadere prima del tempo
  12. Si firma il contratto e si dà un anticipo, il 10% nel mio caso, girato sul conto dell’avvocato, questa è la parte vincolante, da qui in poi si è costretti a comprare

Alcuni punti importanti della prima fase:

  1. La deadline per lo scambio dei contratti dovrebbe essere vincolante, ma non lo è davvero. Il costruttore non eviterà di vendere se siete in ritardo
  2. Voi in genere non siete in ritardo, è il vostro avvocato che lo sarà di sicuro
  3. Non serve un surveyor (il perito che ispeziona la casa) per questa prima parte, ma vi servirà comunque dopo per la snagging list, la lista dei difetti che il costruttore potrebbe mettere nel costruire la casa
  4. State attenti che l’avvocato si sveglia solo quando è in ritardo, e vi chiede cose folli tipo documenti impossibili da recuperare, soprattutto per provare cose assurde, tipo che i vostri soldi hanno una origine sicura. Potrebbe chiedervi anni di bank statements vostri, dei vostri genitori e di far firmare loro lettere di rinuncia, contratti di assunzione, stampe di documenti di identità… non c’è limite alla creatività, quindi cercate di controllare in tempi di pace, perchè per recuperare alcuni dati vi ci vorrà tempo, e potrebbe essere impossibile da Londra

Per ora mi sembra sia tutto. Stay tuned

E se fosse sempre colpa nostra?

La gente ama lamentarsi, ma non ama analizzare le situazioni, e neppure prendersi colpe. Io per lavoro cerco di evitare di dare colpe, ma cerco anche di fare analisi e autoanalisi per dare feedback. E ci sono alcuni temi su cui penso che il mio punto di vista non dovrebbe essere preso per “corretto” ma dovrebbe quantomeno venire considerato, spenderci quei 10 minuti.

Influencers e giornali con articoli clickbait
Dopo il caso della Ferragni ho iniziato a leggere molte opinioni su quanto faccia schifo la società che segue caprinamente gli influencers. A parte che non capisco molto la connessione tra le due cose: la Ferragni è accusata di avere più o meno frodato gli acquirenti, cosa ci azzecca il fatto che la gente la segua?
Comunque, mi trovo in disaccordo su questa opinione: prima seguivamo giornalisti, che spesso erano più giornalai, e pensavamo che il giornalismo fosse marcio solo in base all’orientamento politico della testata. Tornerò sul tema giornali, ma… spostare la ricezione di informazioni da organi a cui devolviamo tale autorità a persone singole dovrebbe indurci a ridiscutere il nostro bias di principio di autorità (quel bias che ci fa credere che una persona autorevole abbia ragione anche quando dice cazzate su cose di cui non sa nulla). Quello che intendo è che, se i giornali erano considerati autoritatevoli perchè “erano giornali e sapevano cosa scrivevano”, ora dovremmo andarci cauti con gli influencer perchè “sono stocazzo”.
Quindi, se seguo Barbascura (e santiddio se lo faccio) è perchè l’ho scelto, era un signor nessuno prima, e pone molta attenzione a fare peer review di quello che dice. Non ci vedo nulla di male.

Il problema dell’influencer è che dovrebbe farci rimettere in discussione il bias di principio di autorità, ma fa saltare sul carro il bias del carrozzone (quel bias che ci fa credere che una persona sia credibile se molti ci credono). Inoltre, e qui arriviamo finalmente al punto, sta a noi decidere chi seguire, ed è quindi colpa nostra se alcune persone che non sanno un cazzo su un argomento influenzano milioni di persone che li seguono per ben altro. E’ quindi colpa nostra se ballerini o truccatrici o calciatori o videogiocatori o cantanti possono lanciarsi a parlare di scienza e politica e manovrare il consenso pubblico.

Lo stesso vale per i giornali. Penso sia normale pensare che i giornalisti vogliono continuare a lavorare come giornalisti. Però, tipo 10 anni fa, la gente i giornali li comprava. Ora anzi che comprare un giornale, il cittadino medio spende quei soldi per una carta virtuale in un videogioco. Non critico come la gente spende i soldi, faccio lo stesso io, anche se non compro cose per videogiochi. Il punto è che i giornali devono sottostare a regole di mercato per sopravvivere. Magari non possiamo parlare di “colpe”, ma di sicuro è per il cambio della società che i giornali han cambiato stile nelle notizie.

Social Networks
Ecco, qui l’analisi è forse un pò più complessa, perchè i social network non sono come i giornali. I social network spesso nascono gratuiti, e come diceva più o meno qualcuno, “quando una azienda non ha nessun prodotto visibile su cui fa soldi, probabilmente il prodotto sei tu”, quindi sì, amavo i social 10 anni fa, ora nel tentativo di farsi intelligenti per catturare la tua attenzione, son diventati petulanti e fastidiosi.
Però col loro diventare sempre più “intelligenti” si ha anche un cambiamento nelle strategie di marketing, e diventa sempre più importante il ruolo del Social Media Manager per tutti i brand, ed è quello che rende l’evoluzione dei social media un pò colpa nostra: noi siamo il target, noi siamo quelli che i social tentano di persuadere, noi siamo quelli che si iscrivono sul social di turno e noi siamo quelli che imparano le tecniche dei social per lucrarci sopra.

Tutti i grandi social del passato, quelli prima di Facebook, sono morti (o quasi) con Facebook, che è lì da quasi vent’anni, e perde colpi contro Instagram, Tik Tok…
C’è un’altra analisi da fare: prima c’erano i blog, e c’è stato un periodo in cui chi voleva condividere qualcosa apriva un blog. Poi è venuto Facebook, che dava comunque un gran risalto ai post scritti. Poi Twitter, dove si iniziava a limitare la scrittura in favore di un messaggio corto. Instagram ha mosso il paradigma sulle foto: puoi scrivere ma la scrittura è second class citizen. In Tik Tok scrivere è quasi fastidioso e inutile, il focus è sul video. Io ci vedo un pattern: la gente vuole sempre meno sbattimento a leggere, a riflettere, vuole gattini e cose comiche, e l’immagine e l’apparenza è tutto.
Penso che ci lamenteremo di questo in futuro, perchè è preoccupante sia non comunicare, che non pensare, che dare valore all’immagine, e si va verso quella direzione.

Politica
Specialmente in Italia, la gente non ci crede più. E sempre più spesso i politici si fanno aiutare da esperti che giudicano i sentimenti della gente su quello che loro dicono, per capire dove conviene andare. I politici stanno quindi diventando una nuova sorta di influencers, e come tali, l’analisi è la stessa: non è forse colpa nostra se la politica è così?
Se già i politici ci inculavano con la cartavetra quando erano seri, ora che sanno che devono solo fare quello che la gente vuole, tutto ricade sulle nostre spalle. E’ famosa la serie di dichiarazioni di Salvini durante il covid, con lui che diceva di riaprire tutto o chiudere tutto in base agli umori della massa. Ma quindi è del tutto colpa nostra se la politica è diventata così, perchè ci scordiamo, e non riusciamo a neutralizzare dalla scena politica una persona che viene scoperta a fare l’idiota. La gente è più facile che esca dall’attenzione pubblica perchè fa cose impopolari (tipo Renzi finito al 2%) che non perchè fa cose assolutamente inaccetabili per un politico (tipo Berlusconi quando disse alla Merkel “Culona inchiavabile”).

Insomma, quando critichiamo la società attuale cerchiamo di capire se non dovremmo invece criticare noi stessi.
Stay tuned!

La ricerca della felicità nelle nuove generazioni

Vivo a Londra da 8 anni. Quando sono arrivato c’era tanta gente anche della mia età, che pian piano se ne è andata. Mi ritrovo quindi a vivere in mezzo a molta gente che ha una decina di anni di meno. Ora, se da un punto di vista di esperienza, è interessante come entrare in contatto con gente di paesi diversi, mi rendo conto che sto vedendo un mutare nei rapporti sociali abbastanza spaventoso.

E’ brutto generalizzare, però parlo per statistiche: delle persone che viaggiano sulla trentina un buon 90% vive in un continuo problema di contrasto tra quello che cerca e il modo di gestire gli altri. Parlo, ovviamente, soprattutto di ragazze, conosco meno ragazzi e sono in contatto meno con quelli di questa età. Ma le ragazze sulla trentina hanno i seguenti due problemi:

  • le ovaia strillano, e quindi vivono nella ricerca urgente (cazzo, hai 30 anni, vivi serena) di un uomo
  • hanno grossi problemi nello stabilire rapporti con gli altri

Sul secondo punto ho visto di tutto: gente che ti parla per un’ora su Whatsapp, ma se poi le chiedi di uscire si rifiuta, come se uscire fosse un segno di debolezza farsi vedere disponibile, salvo poi lamentarsi che in una città come Londra (circa 9 milioni di abitanti) è difficile incontrare gente e quindi è indispensabile usare le date apps, dove si salta tutta la fase esplorativa iniziale e il contesto dei rapporti è subito quello mirato alla relazione (o al sesso). Le ragazze moderne fanno fatica a fare pace col proprio cervello: succede un litigio, la ragazza si dice molto disponibile a incontrarsi per discuterne, salvo poi non essere mai disponibile, e finire dopo due mesi a essere ancora alla ricerca di un giorno per vedersi.

Sembra che le nuove generazioni ormai dipendano dalle cose “semplici”: perchè dover incontrare una persona, parlarci, scoprire se è compattibile, e poi ricreare quell’attrazione fondamentale per arrivare ad un appuntamento se puoi semplicemente chattare con un estraneo in una chat dove l’altra persona sa già che sei lì per creare una relazione, e quindi non c’è bisogno di capire e farsi capire.
Questo però comporta un problema: se le interazioni si semplificano, a mio avviso diventa anche più semplice diventare un “esperto del settore“, quindi ci sono persone sempre più abituate a dirti quello che vuoi sentirti dire. E per inciso, questo è vero anche nella vita reale, ma essere un esperto nel nascondere le proprie intenzioni quando tutto quello che l’altro può vedere sono delle emoticon è ben diverso dal riuscire a simulare quando l’altro può vedere il tuo linguaggio non verbale per giorni.

Quindi i trentenni stanno entrando nell’era dove è meglio rifiutare tutti, o quelli non promettenti fin dal primo momento, per poi “farsi fregare” dagli esperti di date apps.
E devo essere onesto? Non mi sembra si stia creando una generazione migliore, in termini di interazioni sociali e di felicità. D’altro canto, la ricerca della felicità non è essa stessa la felicità? Se ti piace parlare con una persona ma non ci vuoi uscire perchè pensi che faccia fico rifiutare tutti, stai davvero creando un futuro felice per te stessa. Per cosa poi? Per finire a parlare e incontrare estranei su date apps?

Sono perplesso.
Stay tuned!

I miei 2 centesimi sull’Eurovision

Forse vi è sfuggito perchè dell’Eurovision non ve ne frega nulla, ma l’Italia ha vinto il contest musicale con la canzone “Zitti e buoni” portata dai Maneskin, canzone che aveva già vinto il festival di Sanremo. E’ il primo anno che seguo l’Eurovision, anzi, potrei dire che è il primo anno che vengo a conoscenza della sua esistenza, eppure c’è tutti gli anni (a parte nel 2020 per il problema della Pandemia). L’ho seguito perchè sono diventato un fan dei Maneskin durante il festival italiano. L’Italia non vinceva dal 1990, con Toto Cutugno che cantava “Insieme: 1992” che era un pò un inno all’Europa unita, e quindi era facile farla piacere a una competizione come l’Eurovision.

Vi pregherei, se guardate il video, di notare come nelle immagini rappresentative dell’Italia ci siano vecchie donne che ballano cose di folklore e immagini di repertorio da “pizza e mandolino“.
Comunque lasciatemi elencare le cose che han reso questa vittoria eccezionale:

  • Vincono i Maneskin, una band giovane, molto amata dal pubblico (me incluso). Una vittoria meritata appieno perchè, senza essere di parte, la loro performance è stata a un altro livello. Se voi cercate le reaction di youtuber prima della gara, erano tutti entusiasti della canzone dei Maneskin, e live non sono stati da meno
  • L’Italia soffia il primo posto alla Francia, che cantava in francese, e alla Svizzera, che cantava in Francese
  • L’Italia ha vinto grazie ai voti del pubblico, togliendo il primo posto alla Francia che aveva il secondo posto dopo la votazione della giuria. Infatti la Francia ha avuto 248 punti dalla giuria e 251 dal pubblico, ma l’Italia, che ne ha avuti solo 206 dalla giuria, ne ha avuti 318 dal pubblico, con 5 paesi per cui il pubblico ha dato massimo punteggio all’Italia e il caso limite di Malta, la cui giuria ha dato ZERO punti all’Italia, mentre il pubblico ne ha dati il massimo
  • La Francia ha cercato vergognosamente di fare squalificare l’Italia accusando Damiano, il frontman e cantante della band, di avere tirato di cocaina durante la premiazione. Damiano in rassegna stampa non solo si è detto contrario all’uso di droghe, ma si è sottoposto volontariamente al test, risultato negativo con tanto di ritiro delle accuse da parte della Francia, che ha così fatto una figura di merda seconda solo a quella che ha fatto nella Seconda Guerra Mondiale
  • La vittoria è importante anche da un punto di vista di immagine: l’Italia porta una canzone ad un altro livello rispetto alle altre, e questa canzone è ROCK!!! Non le solite sviolinate italiane, Rock! Personalmente se non vinceva l’Italia avrei preferito vincesse la Finlandia, anche se la sua canzone mi piaceva molto meno (infatti sono arrivati sesti, ma han preso 18 punti dall’Italia tra giuria e televoto)
  • Thomas Raggi, il chitarrista, è il primo vincitore dell’Eurovision a essere nato nel 21° secolo
  • Il Regno Unito è arrivato ultimo CON ZERO PUNTI sia della giuria che del pubblico, e questo è un record

Di seguito la performance dei Maneskin durante la finale (voglio dire, la performance in gara, perchè poi si sono esibiti anche nel finale dopo aver vinto).

Vorrei anche prendervi l’esatto momento in cui la cantante Francese, durante i voti della giuria, dice “Ma la cosa più folle è che […] penso sia folle che due canzoni francesi sono in cima. Grazie, grazie!!!“. Bene, vorrei dire che forse hai impressionato la giuria, bella mia, ma il pubblico ti ha mandato a fare in culo te e quegli altri che han scelto di cantare in Francese!!!

Giusto per lasciare anche un segno indelebile di quanto fossero in malafede i Francesi ad accusare Damiano di avere assunto sostanze, vi lascio uno dei tanti video che fa vedere cosa è successo. Notate per favorela posizione delle mani e la distanza della faccia dal tavolo: deve avere una capacità di sniffata impressionante per essere in grado di tirar su da quella distanza.

Ora, per concludere il post, alcune considerazioni finali sulla classifica finale:

  • La Francia non meritava il secondo posto. Va bene la voce, va bene la bravura della cantante Francese, ma la canzone è la solita francesata alla Edith Piaf, tanto che qualcuno ha parlato di plagio di Barbara Pravi alla canzone “Padam Padam” (a essere onesti, anche se il ritornello un pò assomiglia, a me sembrano diverse… poi oh, son tutte così le canzoni Francesi, che ci vuoi fare?)
  • Bella canzone la Svizzera, ma se contate che Svizzera e Francia sono arrivate sul podio, capirete come mai i Maneskin han vinto facile
  • La band dell’Islanda era bellissima, come la loro performance, anche se la canzone non mi è piaciuta avrei preferito loro ai primi posti
  • L’Ucraina quinta. Io non ho parole. A quanto pare la canzone è folk, ha un senso per loro, ma se ricordate il mio post, io me li aspettavo ultimi. E i Lituani lo stesso, me li aspettavo ultimi, invece eccoteli ottavi. Ma io non mi intendo di musica, quindi…
  • Non mi è dispiaciuta la performance della Russia. La canzone era molto girl power, che devo dire mi ha scassato un pò gli zebedei. Però il fatto che all’inizio sia molto folk nella performance mi è piaciuto assai
  • La Romania non si è qualificata per la finale. Peccato. Effettivamente la performance live non è stata granchè.
  • Ho adorato la performance della Bulgaria, Victoria, più che altro per la rappresentazione scenica. Mi son piaciuti i colori, era originale
  • C’è stato un figaio: Grecia, Moldavia, Serbia con le milfone, Cipro, Israele, Arzebaijan, Albania. Una cosa impressionante. E non conto la Romania, che non era in finale.
  • Non a caso, visto il punto prima, le canzoni in ultima posizione erano tutte cantate da uomini, o comunque da frontman maschili

E niente. Per me è tutto.
Stay tuned!

Qualcosa da dire su Amedeo, Pio, Fedez e il Politically Correct

Nelle ultime due settimane solo due notizie hanno raggiunto il mio me in cerca di isolamento da notizie fuffa. Fedez col suo monologo per il concerto del primo Maggio e il monologo “L’ironia salverà il mondo” del duo Pio e Amedeo durante la loro trasmissione “Felicissima sera”. Io penso che entrambi debbano essere accomunati perchè sono due posizioni interessanti.

https://youtu.be/p5njLdt9SFQ

Io approvo il discorso. E’ un discorso che ha decisamente senso. Quello su cui sono in disaccordo con Fedez è il palco. Il concerto del primo Maggio non è un palco per il DDL Zan, e in un certo senso quindi non lo è neppure per attaccare la Lega su questo tema. Tutto quello che dice è verissimo, non metto in dubbio la veridicità di quanto affermato, ma mi metto nei panni di uno possa sentire cose che non gli piacciono sul palco del concerto del primo Maggio. La festa del primo Maggio è di tutti, siamo in contrasto su tante cose in Italia, su ogni argomento, una volta che si può accomunare tutta l’Italia sui valori di una festa mi sembra un pò pretestuoso fare un cappello sulla festa e poi parlare di temi a piacere, per quanto giustissimi.

Detto questo se invece si sente la telefonata, il tema è andato su tutt’altri binari. Io riconosco una certa regolarità da parte della Rai nel dire che è scorretto far fare un attacco da parte di Fedez a alcuni esponenti politici che non hanno diritto di replica sullo stesso palco, nonostante Fedez aggiunga che altri artisti lo han fatto in passato (deh, oh, se si è commesso un errore in passato, ripeterlo non è mica d’obbligo). Però è ovvio che il sospetto ricada sul valore del contenuto, una difesa del DDL Zan e un attacco alla Lega, che domani potrebbe avere le mani sulla Rai.
Ovvio che poi, avendo la Rai ritrattato, non mi trovo dispiaciuto. Ovvio che le ragioni di Fedez hanno senso se il tema su cui doveva fare il discorso era “come vediamo il futuro”. Mi metto solo nei panni di un leghista che va al concerto del primo Maggio e sente qualcuno fare una tribuna politica contro le sue idee. Io, se succedesse l’opposto, un pò mi incazzerei.

Amedeo e Pio invece han fatto un monologo sull’esagerazione del politically correct. Purtroppo non lo trovo integrale da mettervi come riferimento, ma si soffermano sulle azioni invece che sulle parole, dicendo cose tipo che la parola “negro” non è da demonizzare, perchè la si può anche usare in contesti tipo “ehy negro, andiamoci a fare una pizza” mentre la parola “nero”, accettata, può essere usata per dire cose molto più discriminatorie. La stesso dicasi per “ebreo” usato come “tirchio” o “genovese”, dove i secondi non si lamentano mentre i primi sì.
Il discorso filerebbe, se non fosse sbagliato e stupido. Quello che in effetti manca a questo discorso è un pò di realismo e un pò di analisi storico sociale: a parte che dubito che voi vi rivolgiate ancora a un amico chiamandolo “negro”, ma “negro” e “ebreo” hanno un valore negativo in quanto sono parole che hanno avuto una connotazione storica, per questo le percepiamo come discriminatorie. I neri sono stati schiavizzati, segregati, resi vittime delle peggiori atrocità, e “negro” è il termine che veniva usato per riferirsi a loro, in tono dispregiativo. C’è una intera generazione che nemmeno capisce la differenza tra “negro” e “nero”, e io non la condanno, però dobbiamo cambiare questo aspetto della società, per questo è importante criminalizzare questo aspetto. Lo stesso vale per usare “ebreo” in tono negativo, quando questo è stato il punto di partenza per un genocidio perpetrato 80 anni fa: vendere gli ebrei come negativi. I genovesi sono felici di essere “parsimoniosi”, e nessuno li ha mai ghettizzati per questo. E questo spiega perchè nessuno si offende, tra i genovesi, se gli viene detto che “è genovese” per dire che è tirchio.

Infine, ragione per cui ho messo assieme questi due casi, c’è il discorso sull’omofobia: Amedeo cerca di rendere le vittime (gli omosessuali) carnefici dicendo che se la prendono, o addirittura che il gay pride è anacronistico perchè gli eterosessuali non scendono in piazza a dire “viva la figa”. Dall’altra parte abbiamo Fedez che fa di tutto per parlare del DDL Zan e condannare la Lega per le sue frase omofobe. Questo mi lascia un pò perplesso, perchè voglio dire… dove stiamo andando? Si può, in nome della carenza di rinnovamento, che ovviamente ha mosso il monologo di Pio e Amedeo, cercare di tornare nel medioevo? La società muta, e purtroppo ci sono persone che rimangono ancorate al passato, ma proprio quello dovremmo fare: aiutare chi non capisce a muoversi in una direzione e far progredire la nostra società. Una legge sulla omofobia e tutto quello che è nel DDL Zan è ancora più importante se la gente non capisce che dare del frocio a un omosessuale non è solo una battutina, a meno che non sia fatto in estrema confidenza, ma è una aggressione verbale.
I comici migliorano la loro comicità adattandola a una società che evolve, e qui si vede la differenza tra buoni e cattivi comici: se ti aspetti di fare la scenetta che inciampi sulla buccia di banana come si faceva nei peggiori cinepanettoni degli anni 80, e di portare così a casa la pagnotta, non hai capito nulla. La società ora non accetta più certi termini, ma ride di altre cose: sta a te comico cestinare ciò che oggi non fa più ridere e guardare avanti.

Tutti noi abbiamo amato i film di Bud Spencer e Terence Hill, ma erano di un’era diversa, una società diversa. Ora sono film “d’epoca”, e come tali dovrebbero essere visti, concordo nel ritenere stupide le polemiche su Via col vento o su Biancaneve, ma erano impermeati da concetti sessisti, che però a quell’epoca non urtavano nessuno, e facevano ridere.

https://youtu.be/gywSOX8hCfY?t=68

Battute tipo “Ruspa, Galina, ruspa…” o il modo in cui si approcciavano alle donne ora è condannabile. Amedeo e Pio vogliono usare quei filoni comici per sempre, ignorando che adesso non fanno più ridere, e sono attaccabilissimi. Per cui Fedez, anche se fosse sta semplicemente un pò cavalcando il carro dei vincitori, ha l’approvazione di tutti. Piaccia o no, dice cose che la società dovrebbe apprezzare. E mamma Rai in questo è sempre stata un pò conservatrice. Ragione per cui, per chiudere questo post, vi lascio questa intervista agli Elio e le storie tese del 2013

Stay tuned!!!

Essere un Team Leader

Non sono mai stato eccessivamente attaccato ai soldi. Guadagno benino, ma aspiro anche a vivere bene. E ho un vantaggio: faccio un lavoro che mi piace. Ho iniziato a scrivere codice quando praticamente non sapevo scrivere, linguaggio basic, ho questo dominio da più di 10 anni e ancora arrivo a soluzioni ottimali prima degli altri, con mia enorme frustrazione, visto che poi spendi secoli a fare digerire la mia soluzione agli altri. Sono stato indottrinato ai principi agile secondo cui un team (di ingegneri) è composto da 4 o 5 sviluppatori, un team leader e un product owner: per me il team leader è solo un altro ruolo, non sopra agli sviluppatori, ma a lato.

Benchè nel mio team sia ancora il soggetto più esperto, in termini di anni di esperienza, non ho mai sottovalutato l’opinione di nessuno, nemmeno di chi riconosco non essere in gradi di capire di cosa parliamo. Il mio ruolo è di proteggere il team da noiosissime discussioni che ne rallenterebbero la produzione, e allo stesso tempo sono l’interfaccia tra chi decide cosa bisogna fare e il mio team quando siamo quelli che lo devono fare. Ciò non toglie che, nonostante la scarsissima quantità di tempo rimasta, io rimanga uno sviluppatore, e con tanti anni di esperienza, per giunta.

Non sono il capo, sono parte del team, e ammetto che in passato ho accettato soluzioni che ritenevo pessime (e su cui purtroppo ho anche avuto ragione) solo perchè la democrazia è un valore: se sono io a scegliere, come posso pretendere che il team si senta responsabile? Ah già, la responsabilità: non prendiamoci in giro, se io sono sempre in meeting, e l’azienda mi paga per questo, io non sono di sicuro responsabile per errori nel codice o per stime fatte male, o per chissà quale altra cosa non posso avere fatto io. Il mio compito è che nessuno possa incolpare i miei compagni di team, perchè la blame culture non serve a nulla, ma io come individuo sono responsabile solo del mio lavoro.
Poi è ovvio, è parte del mio ruolo concretizzare alcune cose che altrimenti resterebbero opinione del singolo: se uno è incapace, mi spiace dovervelo dire, ma è chiaro a tutti. Il mio compito è di discutere con lui come migliorare, o eventualmente trovare un modo di farlo andare via.

Purtroppo non so a che livello la gente sia ingenua su un ruolo o sia io ingenuo su un ruolo. Il mio modo di lavorare porta grandi frutti: nessuno è scontento, tutti cercano di dare il meglio, la gente si butta sui progetti perchè sa che se sbaglia nessuno lo stresserà, al peggio dovrà mettere a posto i suoi errori. Sono motivati. Tutti, anche il ragazzo junior appena arrivato a Settembre. Ma molta gente che ho incontrato in passato aveva brama del ruolo di team leader, sostanzialmente per due motivi: sete di potere o sete di soldi.

Sete di potere perchè c’è questa idea che se sei team leader puoi fare quello che vuoi, e i tuoi schiavi devono stare zitti. Oh quante persone come queste ho visto in vita mia: in Italia era quasi lo standard, in Francia ho avuto un caso così, ma più che voler manifestare il proprio potere, quel capo voleva manifestare l’inferiorità di chiunque non parlasse francese. Tipico, quasi un clichè. A Londra mi sono capitati due o tre team leader a posto, ma ho anche avuto il tizio venuto da studi dubbi e da esperienze da manovale che, con in tasca un corso di 3 giorni di perfezionamento, è stato messo (Dio solo sa seguendo quale principio) a capo di un team di ingegneri e ha pensato bene di sfogare le sue frustrazioni imponendo regole assurde, facendo disciminazioni e agevolando guarda caso chi piaceva a lui, senza nemmeno nasconderlo. Diceva proprio chiaramente “io faccio come voglio“, almeno fino a che non ho predetto il totale fallimento davanti al suo capo, e questo si è avverato. Lì è stato spezzato in due, ma solo per pochi mesi, poi il suo capo è cambiato e lui ha ripreso a fare come voleva. Inutile dire che non sapeva nulla di cosa facevamo, e pubblicamente l’azienda diceva che era quello il motivo per la scelta di quei capi: l’ignoranza sul lavoro, la loro purezza sul management teorico.

Sete di soldi perchè c’è il fraintendimento che un leader debba prendere più degli altri suoi membri. Ora, anche ammesso che team leader (ma anche manager) sia una promozione, perchè in effetti i cambi di posizione sono anche un modo per migliorare il proprio salario, mi domando: ammettendo che il salario faccia un salto di 10.000 o 20.000 sterline, in quanto consiste in termini di anzianità? Perchè c’è gente che prende comodi 80.000 sterline a meno di 30 anni, anche senza promozione prenderanno 90.000 a 35 anni, 100.000 a 40 anni. Uno sviluppatore con 14 anni di carriera ovviamente prenderà più che un team leader che per qualche ragione è diventato team leader a 30, con 4 o 5 anni di carriera. Questa semplice constatazione matematica non va giù a chi vuole diventare team leader. Sempre perchè “ma hai più responsabilità“, che è sbagliato, perchè non ne hai di più, ne hai differenti.
Tanto è vero che, siccome non tutti hanno le qualità per fare i team leader (ragazzi, si passa molto tempo a parlare, e c’è chi ti logora al punto che arrivo spesso sull’orlo delle minacce), alcune aziende, per permettere comunque di avere quella promozione che la gente anela senza dover rinunciare agli esperti e senza doverli vedere accanirsi per un ruolo (team leader) dove farebbero schifo, si sono inventati i principal engineer, che è come dire che ci sono ingegneri junior, mid level, senior e “cazzo io sono veterano e so tutto“. E ora come la mettiamo? Perchè i principal engineer hanno lo stesso livello, nel senso dello stesso numero di progressioni di carriera, dei team leader. E le responsabilità? Sono le stesse? Sono di più? Sono di meno?

Quindi se anelate avere il ruolo di leader, o di manager, più che i soldi, dovreste domandarvi se vi piacerà il posto, perchè è un ruolo diverso. Bisogna parlare con la gente, bisogna avere empatia, bisogna non avere pregiudizi, bisogna saper fare il proprio lavoro, ma spesso si tratta di discutere per intere giornate, non vedere più tecnologia, scrivere interminabili documenti, o mail, o mettere a posto cose burocratiche (come compilare fogli ore, on call, richieste di rimborsi, questionari…) e aiutare l’azienda per quelle cose per cui serve una figura di riferimento. E non avete idea di quante volte si riparte da capo: c’è un nuovo progetto e tu devi spiegare come pensi vada fatto a chi ti spiega cosa fare. E quando lo hai convinto devi convincere chi gestisce altri team che faranno cose da cui dipendi. E poi l’architetto. E il tuo capo. E pensi che nessuno vorrà apportare delle modifiche? Perchè ogni modifica va ridiscussa con tutti. E se pensi che basti fare un meeting tutti assieme sei un illuso: anche io sono spesso occupato, e se metti nello stesso meeting 5 o più persone diventa una cagnara. E questo genera stress.

E credimi, tu che leggi: per uno scatto di salario forse non ne vale la pena, sai?

Perchè puoi pensare che prendere 500 sterline in più al mese sia figo, ma lo stress che ti porti dietro lo scarichi sulla vita privata. Ed è una quantità di stress che dipende da persona a persona. Se ti piace sviluppare e non ti piace molto discutere con la gente, domandati cosa stai facendo, perchè quando hai un salario non si torna facilmente indietro, e rischi di rimanere bloccato in un ruolo che ti porta solo stress. O che fai male.
Questa è la mia opinione. Poi ognuno è libero di fare come crede.
Stay tuned!

App di incontri come gli antibiotici

Da sempre sono contrario alle app di incontri (ormai anche in italiano chiamate date app, cose tipo Tinder e giù di lì). Per diversi motivi. Oggi durante una discussione ne ho provati ad elencare alcuni, che reputo importanti, e che volevo condividere anche qui. Prima però una premessa: queste applicazioni hanno sempre avuto due prospettive, quella di chi vende il prodotto, per cui sono mirate a gente in carriera che ha poco tempo per la vita sociale, o gente timida che non riesce a trovare l’amore, o qualsiasi cosa possa sembrare positiva. Poi c’è la prospettiva dell’utenza, per cui si è arrivati velocemente a considerarle il miglior mezzo per avere sesso facile.

Ovviamente la prospettiva dell’utenza vince: se tutti usano una cosa in un modo, poco importa quale è il reale scopo per cui è stata creata, se la merce viene venduta sia il produttore che il consumatore sono felici. Qui entra però in gioco la parte naif dell’utenza, quelli cioè che pretendono (ma sia chiaro, anche una buona parte di loro finisce ad utilizzare l’app allo stesso modo) di usare le applicazioni “per cercare la fiamma gemella“. Era il 2008 quando Meetic (che qui in UK si chiama Match.com) annunciò di poter essere costretta a chiudere, e alla notizia un suo utente che conosco esclamò “eh sì, adesso toglietemi anche il fottere“.
Dunque niente di nuovo, Badoo è Tinder sono diventati i capisaldi degli incontri al fine di sesso. Dunque approcciarsi in maniera naif a queste applicazioni è ormai abbastanza obsoleto e incredibile. Ma poi ci sono quelli che ce la fanno, che trovano l’amore, e uno che ce la fa, anche se su un milione, giustifica gli altri 999.999 utenti, che per davvero o no, cercano la fiamma gemella.

Ma quali sono questi lati negativi delle app di incontri? Prima di tutto, la mancanza di contatto umano, che porta svantaggi sia negli utenti naif che nei predatori. Negli utenti naif il fatto che una persona ti contatti, ma che sia uno su un triliardo, dà quella sensazione che al primo difetto si possa mandare tutto in vacca. Uno non è bellissimo? Lo scarto. Uno è bello? Gli parlo. Poi scopro che gli piacciono i videogiochi? Allora lo scarto. E così via. Litigo su una cosa? Lo scarto. Alla fine anche gli utenti naif finiscono per perdersi in questa catena di montaggio di persone disponibili.
Il predatore, dall’altra parte, apprende. La mancanza di contatto umano gli dà una copertura dai fallimenti fisici di quando si mente o quando si fa qualcosa per esperienza. Dopo ogni errore, apprende una tipologia di ragazza per cosa ti può scartare, diventano sempre più esperti. Sia chiaro, anche nelle discoteche ci sono quelli esperti a rimorchiare, ed è ovvio che abbiano un vantaggio, ma è difficile coprire ogni segnale del proprio corpo, mentre è più facile seguire un copione in una serie di messaggi. E’ lo stesso concetto dei leoni da tastiera, o degli antibiotici: a furia di prendere gli antibiotici per ogni malessere, l’essere umano permette a batteri più resistenti di moltiplicarsi meglio, e produce generazioni sempre più resistenti di batteri. Così l’abuso delle app di incontri sta creando generazioni di esperti rimorchiatori a catena. E non serve nemmeno essere estroversi: sei dietro una tastiera, puoi essere chi vuoi.

L’altra cosa è che le app stanno generando mentalità, specialmente nelle nuove generazioni che ci sono cresciute dentro, abbastanza distorte. Ci sono statistiche che dicono che nelle relazioni il 72% dei partner maschi non si preoccupa di fare avere un orgasmo alla donna. Eppure ho dovuto litigare con una ragazza (più volte) per farle capire che se questa è la statistica nelle coppie, figurarsi quanti maschi su una app di incontri si prenderà la briga di rendere felice la partner. Si stanno creando generazioni di donne che reputeranno normale essere al secondo posto (come se tra l’altro già non fosse preoccupante questa mentalità, anche senza le app di incontri).
Eppure le app di incontri si usano ogni giorno di più, anche per via della pandemia. E spesso la ragione è una: “eh, ma come faccio a conoscere gente altrimenti?“. Che diciamocelo, durante la pandemia è anche una domanda lecita. Ma prima? E dopo? Se noi siamo qui, è perchè i nostri genitori si sono conosciuti senza app di incontri. Come han fatto?
Il punto è anche quello: se una persona si spinge fuori dalla comfort zone per venire al tuo tavolo, mentre sei in un pub, a conoscerti, forse è anche più facile che davvero ci tenga che non se ti ha swappato a destra su un’app, prima e dopo avere fatto lo stesso con almeno altre decine di ragazze.
Però le app sono più facili. Proprio perchè non ci devi mettere la faccia. Proprio perchè sai che chi è lì è in cerca. Proprio perchè le puoi usare in ogni momento.

Poi ovvio che se entrambe le parti, maschietto e femminuccia, vogliono solo del sesso mercenario, allora sono grandi abbastanza da poterlo cercare su una app. Solo che però dopo non dovrebbero lamentarsi dei casi umani che trovano, o del fatto che siano trattate come merce o qualsialsi altra cosa a cui si espongono volontariamente quando entrano in un territorio dove probabilmente ci sono persone più esperte di loro che stanno solo aspettando la nuova persona da predare.

Il tema è lungo. Ma ne ho scritto abbastanza, rimando altre osservazioni e opinioni ad un eventuale futuro post.
Stay tuned!

Perchè si stravolgono le regole della cucina italiana

Si considera che la cucina italiana sia la migliore al mondo. In europa generalmente questa viene paragonata a quella Francese, e ovviamente, siccome i Francesi sono nazionalisti e pensano che tutto ciò che fanno sia meglio, loro si considerano i primi (anche sui vini). Io ho vissuto in Francia, la mia personale idea è che la cucina francese abbia molte varianti e sia sì interessante, sotto qualche aspetto anche meglio di quella italiana (il pane, per quanto li possiamo prendere in giro, è buonissimo), ma spesso si riduca a fare una buona base per poi coprire tutto con salsine complicate che se le metti su un’aragosta o su una banana fritta ti darebbero lo stesso gusto.

Ma io sono italiano, quindi potrei essere di parte. Allora ho cercato su internet e ci sono parecchi sondaggi che sono stati fatti su questo argomento. Ve ne cito uno:

Come potete vedere in Giappone la cucina giapponese prende 94 e quella italiana 85 (quella cinese, in parte simile, 88, quella francese 68…), in Cina la cucina cinese prende 95, ma l’italiana prende 59 e la giapponese prende 54 (buffo che la francese prenda 63). In Italia la cucina italiana prende 99, la spagnola 87, la messicana 77 e la francese (60) viene dopo la giapponese e la cinese (entrambe a 62). Anche per i francesi dopo la loro (97) la migliore è l’italiana (93) e la spagnola (87).

Quindi è inutile, la cucina italiana è la più famosa e quindi la potete trovare ovunque. La nostra cucina però ha delle regole, a volte anche di difficile comprensione, tipo “mai formaggio col pesce” (che talvolta pure gli italiani ignorano) oppure inorridiamo per la pizza con l’ananas o ci incaziamo per la panna nella carbonara. A tal proposito vi invito, su facebook, a Italians mad at food.
Ma la domanda è perchè questa cosa succede? Perchè la gente continua a prendere piatti italiani e a stravolgerli? Perchè si ignorano le più semplici basi della cucina italiana?

https://youtu.be/5t7JLjr1FxQ

Io non sono un cuoco, ma discuto tutti i giorni con persone vicine al nostro paese, almeno culinariamente: inglesi, francesi, rumeni, colombiani, scozzesi… e la cucina italiana è semplice e varia, quindi la pizza, come la pasta, la si può condire in genere come si vuole, e questo stuzzica la creatività della gente, che finisce per commettere errori di base ed essere convinta che alla fine tutto vada bene. Un giorno ero a Malta e stavo mangiando con una ragazza svedese, lei prese un piatto di pasta al ragù (lasciatemi dire, già la pasta era scotta, quindi non lo classificherei come una gran perdita, qualunque cosa avesse fatto) e di fronte ai miei occhi ci mise su il ketchup e, quando io mi stavo riprendendo dall’attacco di cuore, lei mi disse che in Svezia questo è normale, anzi, a volte si aggiunge anche un pò di marmellata.
A quanto pare non sono solo gli svedesi a mandare a puttane il ragù…

Questa ha messo i funghi e la maionese nel ragù. Ora, come giustamente dice Gino nel video, noi non riadattiamo i loro piatti, cerchiamo di rimanere fedeli al piano, alla ricetta. Ad esempio, lo shepherd’s pie o cottage pie è un pasticcio di carne ricoperto da una purea di patate. Comunemente, “cottage pie” si riferisce al manzo, mentre “shepherd’s pie” all’agnello. Pensate se voi chiedeste lo shepherd pie e vi portassero una bistecca di tonno. Sareste felici? Lo stesso vale per la carbonara di Ramsay: se io chiedessi una carbonara e mi portassero quella cosa che ha cucinato lui, la manderei indietro, semplicemente perchè non ho chiesto quella cosa lì.

L’idea di potere condire certi piatti con più libertà di altri (la pizza, la pasta…) è corretta, ma alcuni piatti hanno un nome (e no, la pasta Alfredo non esiste in Italia) e non ti puoi permettere di rivisitarli senza cambiar loro il nome, perchè se io chiedo una cosa con un nome mi aspetto una certa cosa, non quello che vuoi tu.
Inoltre bisogna capire che certi abbinamenti nella cucina (e soprattutto in quella italiana, forse anche per un problema di tradizioni) non sono accettabili: unireste la maionese con la nutella? Molti inglesi, soprattutto loro, sono estremisti dell’idea del “perchè non unire due gusti che mi piacciono” (nutella e mayonese, ananas e provola, more e salsa piccante…) con cui giustificano praticamente ogni obrobrio.
Io ricordo che un tempo ero solito prendere il gelato e mettere assieme cioccolato e limone, per lo stesso principio, fino a che un gelataio mi disse “non andrebbero mai mischiate le creme con il limone“. Io credo che qualsiasi italiano trovi questa affermazione forse un poco estremista, però è vera.

E’ il concetto alla base del non mettere i formaggi col pesce: è vero che ci sono formaggi più delicati (per esempio la mozzarella) e pesci meno delicati (per esempio lo stocafisso), ma il rischio è di mandare a puttane un piatto di pesce per cosa? Per soddisfare le vostre bocche probabilmente inadatte e ignoranti dal punto di vista culinario? E qui ritorniamo all’inizio: ma se siamo diventati la cucina più buona al mondo, ci sarà un motivo? Sentire un inglese, la cui cucina ha un voto medio di 50 e il cui voto in Uk è 91 alla pari con l’Italiana (anche loro si vergognano a mettersi prima degli italiani), e che son buoni a fare solo hamburger, fish and chips (pesce fritto e patatine fritte) e mappazzoni (come la citata shepherd pie), dire che la pizza all’ananas è buona perchè la pizza è buona e l’ananas è buono e pretendere di avere ragione, mi lascia sempre un pò turbato. Hanno 3 piatti tipici della loro cucina, e pretendono di prendere i nostri e di migliorarli.

E sia chiaro, non è un discorso di cultura o di protezionismo delle nostre ricette, è proprio un fatto di ignoranza culinaria: io sono cresciuto con mia madre che faceva pasta una volta al giorno, so come bollire l’acqua, come cuocere la pasta, come ottimizzarla per renderla perfetta. So come si fa il ragù, e come si insaporisce se cuoce 6 ore invece di mezz’ora. Ho passato tutta la giovinezza con questi concetti di base.
Loro mettono l’olio nell’acqua con cui cuocere la pasta, non la fanno bollire, fanno scuocere la pasta… quelli con cui parlo prendono i risotti già pronti e li scaldano col microonde. Ma lo capite quanto fa schifo un risotto scaldato col microonde??? E volete migliorare la pizza, anche se vi dico che sì, è vero, a volte i gusti salati (come il pomodoro e la pasta) e dolci (come l’ananas) stanno bene assieme, ma per quanto un pomodoro possa essere considerato frutta, una pizza col sugo non andrebbe mai fatta con della frutta, è una pizza, non una crostata, e voi mi volete ignorare perchè essendo che la pizza può essere condita come si vuole, allora la condiamo a cazzo e tutti muti?

E basta fare il cazzo che si vuole con la carbonara, SANTIDDIO!!! Quella di Ramsay può essere la migliore pasta del mondo, ma non ha nulla della carbonara!!! Chiamala PASTA RAMSAY, Dio bono!

Questo video è di un noto youtuber italiano che ha rifatto la pasta di Ramsay e l’ha trovata accettabile, ma assolutamente non classificabile come carbonara, ovviamente.
Io penso che noi abbiamo molta gente incapace di cucinare in Italia, ma credo che bisognerebbe avere l’esperienza delle proprie ricette prima di sentirsi creativi e modificare una ricetta che funziona (e che è famosa in tutto il mondo, come la carbonara). Quindi se un inglese vuole apportare delle modifiche creative a una ricetta, prenda una ricetta inglese: se io vado in un ristorante inglese e ordino qualcosa di tipico, posso anche ritrovarmi sul piatto qualcosa di originale, di “appena creato”, per me sarebbe originale anche se fosse fatto come da tradizione, e quindi sarebbe perfetto comunque.
Quando andai in Scozia (2008 mi sembra) provai gli haggis, che è un piatto scozzese a base di interiora. Mi fece schifo. Magari lo provai nel posto sbagliato, o magari la ricetta mi fa schifo davvero. Forse ci proverò di nuovo, ora che conosco autoctoni Scozzesi. Ma se quello fosse stato un haggis non da tradizione, come avrei potuto saperlo? Non sapevo nemmeno cosa stavo ordinando, a quel punto.

Buon piatto di pasta, o buona pizza a tutti!!! Stay tuned!