App di incontri come gli antibiotici

Da sempre sono contrario alle app di incontri (ormai anche in italiano chiamate date app, cose tipo Tinder e giù di lì). Per diversi motivi. Oggi durante una discussione ne ho provati ad elencare alcuni, che reputo importanti, e che volevo condividere anche qui. Prima però una premessa: queste applicazioni hanno sempre avuto due prospettive, quella di chi vende il prodotto, per cui sono mirate a gente in carriera che ha poco tempo per la vita sociale, o gente timida che non riesce a trovare l’amore, o qualsiasi cosa possa sembrare positiva. Poi c’è la prospettiva dell’utenza, per cui si è arrivati velocemente a considerarle il miglior mezzo per avere sesso facile.

Ovviamente la prospettiva dell’utenza vince: se tutti usano una cosa in un modo, poco importa quale è il reale scopo per cui è stata creata, se la merce viene venduta sia il produttore che il consumatore sono felici. Qui entra però in gioco la parte naif dell’utenza, quelli cioè che pretendono (ma sia chiaro, anche una buona parte di loro finisce ad utilizzare l’app allo stesso modo) di usare le applicazioni “per cercare la fiamma gemella“. Era il 2008 quando Meetic (che qui in UK si chiama Match.com) annunciò di poter essere costretta a chiudere, e alla notizia un suo utente che conosco esclamò “eh sì, adesso toglietemi anche il fottere“.
Dunque niente di nuovo, Badoo è Tinder sono diventati i capisaldi degli incontri al fine di sesso. Dunque approcciarsi in maniera naif a queste applicazioni è ormai abbastanza obsoleto e incredibile. Ma poi ci sono quelli che ce la fanno, che trovano l’amore, e uno che ce la fa, anche se su un milione, giustifica gli altri 999.999 utenti, che per davvero o no, cercano la fiamma gemella.

Ma quali sono questi lati negativi delle app di incontri? Prima di tutto, la mancanza di contatto umano, che porta svantaggi sia negli utenti naif che nei predatori. Negli utenti naif il fatto che una persona ti contatti, ma che sia uno su un triliardo, dà quella sensazione che al primo difetto si possa mandare tutto in vacca. Uno non è bellissimo? Lo scarto. Uno è bello? Gli parlo. Poi scopro che gli piacciono i videogiochi? Allora lo scarto. E così via. Litigo su una cosa? Lo scarto. Alla fine anche gli utenti naif finiscono per perdersi in questa catena di montaggio di persone disponibili.
Il predatore, dall’altra parte, apprende. La mancanza di contatto umano gli dà una copertura dai fallimenti fisici di quando si mente o quando si fa qualcosa per esperienza. Dopo ogni errore, apprende una tipologia di ragazza per cosa ti può scartare, diventano sempre più esperti. Sia chiaro, anche nelle discoteche ci sono quelli esperti a rimorchiare, ed è ovvio che abbiano un vantaggio, ma è difficile coprire ogni segnale del proprio corpo, mentre è più facile seguire un copione in una serie di messaggi. E’ lo stesso concetto dei leoni da tastiera, o degli antibiotici: a furia di prendere gli antibiotici per ogni malessere, l’essere umano permette a batteri più resistenti di moltiplicarsi meglio, e produce generazioni sempre più resistenti di batteri. Così l’abuso delle app di incontri sta creando generazioni di esperti rimorchiatori a catena. E non serve nemmeno essere estroversi: sei dietro una tastiera, puoi essere chi vuoi.

L’altra cosa è che le app stanno generando mentalità, specialmente nelle nuove generazioni che ci sono cresciute dentro, abbastanza distorte. Ci sono statistiche che dicono che nelle relazioni il 72% dei partner maschi non si preoccupa di fare avere un orgasmo alla donna. Eppure ho dovuto litigare con una ragazza (più volte) per farle capire che se questa è la statistica nelle coppie, figurarsi quanti maschi su una app di incontri si prenderà la briga di rendere felice la partner. Si stanno creando generazioni di donne che reputeranno normale essere al secondo posto (come se tra l’altro già non fosse preoccupante questa mentalità, anche senza le app di incontri).
Eppure le app di incontri si usano ogni giorno di più, anche per via della pandemia. E spesso la ragione è una: “eh, ma come faccio a conoscere gente altrimenti?“. Che diciamocelo, durante la pandemia è anche una domanda lecita. Ma prima? E dopo? Se noi siamo qui, è perchè i nostri genitori si sono conosciuti senza app di incontri. Come han fatto?
Il punto è anche quello: se una persona si spinge fuori dalla comfort zone per venire al tuo tavolo, mentre sei in un pub, a conoscerti, forse è anche più facile che davvero ci tenga che non se ti ha swappato a destra su un’app, prima e dopo avere fatto lo stesso con almeno altre decine di ragazze.
Però le app sono più facili. Proprio perchè non ci devi mettere la faccia. Proprio perchè sai che chi è lì è in cerca. Proprio perchè le puoi usare in ogni momento.

Poi ovvio che se entrambe le parti, maschietto e femminuccia, vogliono solo del sesso mercenario, allora sono grandi abbastanza da poterlo cercare su una app. Solo che però dopo non dovrebbero lamentarsi dei casi umani che trovano, o del fatto che siano trattate come merce o qualsialsi altra cosa a cui si espongono volontariamente quando entrano in un territorio dove probabilmente ci sono persone più esperte di loro che stanno solo aspettando la nuova persona da predare.

Il tema è lungo. Ma ne ho scritto abbastanza, rimando altre osservazioni e opinioni ad un eventuale futuro post.
Stay tuned!

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