Io credo sia giusto spendere qualche parola sul video di Grillo, nonostante tutti lo abbiano già fatto, e siano oratori migliori di me. Credo sia giusto perchè parlarne stabilisce anche la posizione di questo blog in materia. Credo che sia giusto che la società cambi, e l’unico modo è parlarne.
I fatti
Due anni fa Ciro Grillo, figlio diciottenne del famoso comico Beppe Grillo, si trova al Billionaire con 3 amici. Dopo serata i quattro rientrano nella casa in Sardegna del comico, assieme a due ragazze. Mentre una delle due ragazze va a dormire (ma inizialmente si era parlato di abusi anche su di lei, mentre dormiva), l’altra resta coi quattro ragazzi che la fanno bere e fanno cose che, otto giorni dopo, la ragazza denuncia come abusi sessuali.
Passano due anni in un rispettoso silenzio da parte di tutti, con solo qualche giornale locale che segue la vicenda. Pochi giorni fa Grillo se ne esce con un video sul suo blog dove riprende il discorso.
Il commento
Questo video è tremendo! E non perchè non sia comprensibile il dolore e lo stress di un padre. Non è di quello che si parla. Ma ci sono diversi punti da considerare. La doverosa premessa è che il figlio di Beppe Grillo è presunto innocente a meno che un giudice non si esprima altrimenti, ma anche la ragazza è possibile vittima fino al momento della sentenza.
Primo: il messaggio. Come potete ben sentire, tutto è mirato a screditare l’accusa. Solo che l’accusa è una ragazza che dice di avere subito un abuso sessuale, e le motivazioni per screditarla sono medievali: “perchè ha aspettato 8 giorni?“. Capiamoci, attaccare l’accusa vuol dire implicitamente cercare di far credere che la ragazza abbia mentito, aggiungendo ai problemi psicologici di dover denunciare un abuso (problemi che rientrano nella sfera sociale, perchè purtroppo la società giudica, ma anche in quella privata dell’elaborazione dell’abuso e della necessità di raccontarlo e renderlo pubblico) quelli di dover essere considerata una approfittatrice e una bugiarda. A tutto ciò si aggiunge che la visibilità di Beppe Grillo è decisamente smisurata in confronto a quella della ragazza, non permettendo un confronto o una replica, che probabilmente non verrebbe rilasciato comunque: una persona che è vittima di qualcosa, anche una ingiustizia più lieve, può semplicemente non volerne parlare: si pensi a un lutto, se qualcuno dice qualcosa a riguardo che meriterebbe una replica, chi ha subito il lutto potrebbe non aver voglia comunque di rispondere.
Ma poi la motivazione sarebbe che ha aspettato otto giorni? OTTO GIORNI??? Il tempo massimo per la denuncia di violenza è salito nel 2019 da 6 a 12 mesi. Perchè a undici mesi si può ancora denunciare? Perchè oggi ne sappiamo molto di più delle dinamiche personali della gente che subisce violenza, e sappiamo che rielaborarlo e decidersi a raccontarlo molte volte non è una cosa facile. E Beppe Grillo fa finta di ignorare questa cosa, di cui invece è perfettamente cosciente, puntandoci sopra la difesa mediatica del figlio. Aggiunge che il pomeriggio la ragazza è andata a fare kite surfing. Come se una ragazza che subisse un abuso la mattina, il pomeriggio si sentisse di andare a dire in giro “no guarda, devo disdire tutti i miei piani perchè ieri sono stata vittima di abusi“. Ovvio che c’è anche la possibilità di non dire nulla, ma il concetto non cambia: puoi non volere dare un segno che qualcosa non va, puoi non volere rovinare la vacanza, puoi pensare che magari va bene così…
Il messaggio che si legge in questo video è chiaro: cercare di rigirare la frittata dicendo che la vittima è il carnefice. Vi consiglio il video di Breaking Italy a riguardo, perchè tratta molto bene anche questo argomento. E ha ragione su una cosa: le violenze sessuali sono l’unico capo d’accusa in cui ancora si cerca di incolpare la vittima. E questo è un atteggiamento medievale in cui il sesso non deve essere rifiutato se può essere consenziente. Perchè pensateci: se un uomo eterosessuale dicesse di avere subito un abuso da un uomo omosessuale, secondo voi l’uomo omosessuale potrebbe dire “ma era solo un gioco, sono un diciottenne coglione che mentre parlavamo ho tirato fuori il pene“? Abbiamo un problema nel ritenere che un uomo e una donna possano non volere avere nulla di sessuale con uno specifico esemplare del sesso da cui sono attratti.
Secondo punto su cui soffermarci: le motivazioni del video. Perchè ora? Perchè dopo due anni? Perchè a breve i magistrati si pronunceranno, e decideranno se rinviare o no a giudizio il gruppo. Dobbiamo capire che l’argomento è delicato perchè dal punto di vista legale, fino a che una sentenza non è emessa, effettivamente il figlio di Grillo è innocente, e nessuno può dire il contrario. Ci mancherebbe che qualunque ragazza denunci una persona di violenza sessuale abbia ragione a prescindere. Ma è compito della magistratura esprimersi a riguardo. Solo che Grillo è ben consapevole che ci sono due aspetti di un processo: quello puramente tecnico, su cui Grillo non può fare molto (raccogliere prove, sentire i testimoni…). Ma c’è anche un aspetto mediatico che, se da un lato può mettere pressione sul giudice e manovrare indirettamente un risultato, dall’altro può, qualunque sia il risultato del processo, alleggerire il peso sociale sul figlio.
Questo ha portato Grillo a fare questo video, e a farlo ora. E capiamoci, non è uno sfogo come lui cerca di farlo passare. C’è dietro una tecnica comunicativa, chi ha l’occhio più allenato del mio ci ha visto almeno un taglio, e si usa lo stesso approccio che Grillo ha usato in decine di altri video: urlare, sbattere le mani, parlare diretto al pubblico, pur essendo da solo. Inquadratura studiata. Parole studiate. E poi l’uso del suo blog, che ricordiamolo, è ancora il mezzo di comunicazione centrale del suo partito
Ci sarebbe da parlare del risvolto politico di tale video, e si potrebbe anche discutere se sia stata una mossa azzeccata o no, considerato che ha messo sotto i riflettori il caso del figlio che era praticamente stato dimenticato. Di sicuro nessuno dovrebbe parlare del caso in sè, visto che su quello bisognerebbe aspettare la magistratura, anche se lui proprio questo ha fatto. Rimane il fatto che il messaggio inviato è che ancora bisogna attaccare una donna che denuncia, rendendola la carnefice invece che la possibile vittima.
Stay tuned!