Boris Johnson, colui che ama la libertà

C’è stato un pò di battibecco ultimamente tra Italiani e inglesi. In Italia si hanno avuti periodi terribili da cui siamo usciti con sacrifici, poi, un pò per fortuna, è capitato in Inghilterra lo stesso per un periodo limitato (la fortuna è stata di avere quelle 3 settimane di ritardo rispetto l’Italia che ha reso l’epidemia un pochino più vicina all’estate). Comunque l’Inghilterra ha avuto molti più casi dell’Italia già prima dell’estate, e ora è anche peggio.

L’ottimo risultato dell’Italia è contestato solo da chi ha interessi politici a contestarlo. Chi non ama l’attuale governo, solo perchè vorrebbe forze di altra natura a governare il paese, cerca di dipingerlo come attuatore di politiche naziste. Capiamoci, parlo solo della gestione della pandemia, ma l’Italia ha fatto un ottimo lavoro di cui sta ancora sfruttando i vantaggi. In Italia i casi sono molto meno, lo stile di vita è quasi a livelli normali, o almeno accettabili, certo, c’è e ci sarà recessione, con perdite di lavoro e una situazione economica terrificante, ma non raccontiamoci scemate, questo succede dappertutto.

Ed infatti i risultati dell’Italia ci vengono riconosciuti anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha recentemente diffuso questo video sull’esperienza Italiana sulla reazione al contagio

Ma non solo dall’OMS (in inglese è il WHO). Siamo tenuti in considerazione e come esempio anche dagli altri stati che hanno copiato le nostre misure, quando si è ritenuto necessario. E questo ha portato alla scaramuccia con l’Inghilterra, perchè Giovedì scorso Ben Bradshaw, un membro del parlamento (MP) Britannico appartenente al partito Laburista, ha chiesto se fosse possibile che la situazione (di gran lunga migliore) di stati come l’Italia e la Germania sia legata a un migliore servizio di test e tracciabilità, e questo ha fatto saltare i nervi a Boris Johnson che ha detto prima di tutto che tali continue accuse minano il servizio sanitario inglese, e poi ha detto che anzi, la situazione è tale perchè “il nostro è un paese che ama la libertà e […] è difficile chiedere alla popolazione di obbedire uniformemente alle linee guida nella maniera che è necessaria”.

https://twitter.com/BenPBradshaw/status/1308395631275372545

Ovviamente la notizia ha girato parecchio, anche in Inghilterra, dove la frase ha sollevato perplessità laddove l’associazione di Boris “noi amiamo la libertà e quindi infrangiamo le disposizioni” suona un pò un controsenso, in quanto le libertà devono essere sancite per legge, e gli Inglesi non devono considerarsi liberi in quanto privi di uno stato, ma liberi in quanto protetti dallo stato stesso. Così ad esempio scrive il Guardian. Un altro articolo espone idee più concrete sul perchè gli Inglesi non seguano le regole, tra queste il problema di avere regole troppo complicate (che per molti, anche in Italia, è peggio di averle più semplici anche se più draconiane). Ci sono poi moltissimi articoli (anche inglesi) sulla risposta del nostro Presidente Mattarella, che vi riporto con una grafica.

Mattarella ha fatto sapere che anche gli Italiani amano la libertà, ma hanno anche a cuore la serietà (e tra le righe c’era un “Suca”). Questo ANCHE perchè, effettivamente, Boris è stato molto ridicolo sul primo Lockdown: forse lo ricorderete, invoco l’immunità di gregge il venerdì e il lunedì ci aveva ripensato e aveva iniziato il lockdown.

Ora, sembra impossibile ma usciamo a testa alta in tutto, su questo tema: uno degli stati che ha reagito meglio alla pandemia, riconosciuti da tutti, in altri paesi si litiga per i nostri successi e addirittura, quando ci offendono, il nostro Presidente trova la risposta quasi perfetta. Eppure…
Ebbene sì, ho trovato una persona (almeno) in bacheca facebook, capace di ciritcare l’operato del nostro governo e applaudire a Johnson. Tutto questo citando un articolo, questo, abbastanza scapestrato visto che parte dicendo “se anche voi, come me, leggeste i giornali esteri” e poi fa una citazione in francese (“stiamo con Boris Johnson, sans alcune regret (lo dico per il “cosmopolita”; è francese, vuol dire senza alcun dubbio)”) che è grammaticalmente scorretta (aucune) è tradotta male (vuol dire “senza alcun rimorso”).

L’articolo farnetica di Inghilterra risolutrice di Guerre Mondiali (oh, ha dato un contributo importante nella Guerra, ma senza gli Stati Uniti non vivremmo sotto una bandiera a croce uncinata, come dicono loro) e maestra di libertà (ma anche fosse vero, abbiamo capito che Johnson ha detto che loro sono amanti della libertà E QUINDI per questo non seguono le regole?). Poi dice che noi abbiamo fatto tanto casino per questa frase di Boris mentre “i giornali d’oltre Manica non ne danno quasi notizia“. Se cercate, molti giornali d’oltre manica han riportato il botta e risposta di Johnson e Mattarella (Guardian, Reuters, Indipendent e altri…) o almeno han commentato, e duramente, la risposta del loro Premier.

Poi c’è la marchetta alle destre Italiane: “eppure non mi pare che nessuna alta autorità dello Stato si sia levata in quell’occasione, e anzi la stampa italiana ha più o meno tenuto bordone, scrivendo che sì, gli elettori di Salvini e di Meloni sono certamente un po’ lebbrosi.”. Ma quindi? Ma di cosa stiamo parlando? Ancora una volta il problema è la tifoseria: tutto va bene (o male) in dipendenza se si sostiene o no il proprio partito. E poi l’articolo inventa cose, tipo che Boris “è riuscito a sconfiggere politicamente l’eurocrazia, facendole rimediare una figura storica barbina” che vorrei sapere che film è, visto che amo quelli di fantascienza. La Brexit è stata una cosa che ha fatto dimettere tutti quelli che ne son stati coinvolti, compresi i vincitori, che probabilmente ha già perso il sostegno dei cittadini che l’han votata e che sta mettendo in crisi il parlamento Inglese che non riesce a trovare un accordo con quello Europeo.

E per finire le due frasi finali che si commentano da sole: “il nostro lockdown è stato il più cinese di tutti ed è stato tollerato solo perché gli italiani sono storicamente un popolo più impaurito” (infatti ora l’Italia non è in lockdown mentre il Regno Unito già si sta preparando al secondo) e “la campagna contro la perfida Albione è difatti tutto un urlar servendo o servir urlando, servire ovviamente Pechino e soprattutto Berlino” (e figurarti se non potevamo perderci l’occasione di dire che siamo schiavi della Cina e della Germania… ma poi perchè della Cina???).

Insomma, siate fieri, Italiani, del vostro modo di fronteggiare l’epidemia, perchè voi (e il vostro attuale governo) è stato uno dei migliori. Stay tuned!

The social dilemma

Ho appena visto questo documentario Netflix, e ho già individuato il primo furbone che ha dichiarato di cancellarsi dai social e credo che sia in seguito a questo. Fa ridere perchè sembra una battaglia tra una entità che cerca di manipolarti coi social e una che cerca di manipolarti coi documentari. Perchè a questo servono questi documentari: quando uscì “The Game Changers” un mucchio di persone divennero vegetariane o vegane, ma era un documentario discutibile, e quindi vi lascerò una analisi di una dietista di fama internazionale (o quasi)

https://youtu.be/wLnqnYMuOlE

LA TRAMA IN BREVE
Si parla di socials: Facebook, Twitter, Tiktok, Instagram e i fratelli… Bene, il documentario parte da una osservazione basilare: se non si paga nulla su questi social, cosa è il prodotto? Come lucrano? Ovviamente lucrano “manipolando” il cliente, per fargli vedere pubblicità. Il problema è che per far sì che si guadagni abbastanza con la pubblicità, questi social devono mantenere alta l’attenzione del loro prodotto (cioè noi, gli utenti) in modo da renderci dipendenti dal social, sempre connessi e vedere tanta di questa pubblicità. Per fare ciò questi social hanno bisogno di montagne di dati su di noi (che ben inciso, noi gli regaliamo) su cui applicano algoritmi di intelligenza artificiale per stimolarci costantemente.

Tali algoritmi, praticamente, ci foraggiano con ciò che sanno che ci piace, e questo genera un problema: tali algoritmi conoscono i nostri schemi di pensiero e ci sanno influenzare. Son così bravi a farlo che pian piano sulle nostre bacheche ci sono solo contenuti che ci piacciono, e a cui siamo interessati, ma allo stesso tempo che “la pensano come noi”. Questo crea degli ovvi problemi, per esempio: sei complottista? Vedrai un milione di fake news e video complottari. Sei estremista? Lo stesso.
Questo e alcune altre accortezze permettono di avere un grande impatto sulla società: si possono usare i social per modificare il nostro modo di agire, e quindi di fatto per veicolarci verso determinati punti di vista: questo può permettere a governi di farsi propaganda, o di incentivare l’odio raziale, o…

Questa è la linea generale del documentario, ma importanti sono due aspetti che considererei “secondari” ma “importanti” e interessanti: uno che la nostra dipendenza da social ha avuto un impatto incredibilmente negativo sulla psiche dei giovani: depressione e suicidi anche triplicati, in alcuni casi.
Secondo, siccome la verità è noiosa, ma le fake news spaccano, e siccome l’intelligenza artificiale non distingue tra vero e falso, siamo tutti molto più vulnerabili alle fake news. Il documentario si chiude con i titoli di coda in cui alcuni degli intervistati, nomi famosi dello sviluppo di questi social, danno suggerimenti su come evitare gli effetti negativi dei social su noi e i nostri cari.

IL MIO COMMENTO
Tutto vero, ma… voglio dire, se ci manca spirito critico, anche la televisione può arrecarci danno. E infatti, come dicevo, questo documentario sembra una battaglia tra una piattaforma video e le piattaforme social. Certo, sapere cosa succede dietro alle quinte non fa male all’utente medio, ma diciamocelo chiaro: tutte le aziende informatiche fanno la stessa cosa, e non per manipolare, ma per darti una usabilità migliore: deliveroo e uber eats ti consigliano cosa mangiare facendoti vedere cosa puoi ordinare. Amazon lo stesso coi suggerimenti.

Certo, incentivare il nostro spirito critico, specialmente con le notizie suggerite (e social come Facebook creano una bacheca che è tutta notizie suggerite, visto che è la piattaforma a decidere cosa devi vedere e cosa no), cercando altre opinioni, o capire che quello che vediamo sui social è studiato per noi, per manovrarci, beh, questo è utile ma… niente di nuovo.

Però è interessante pensare a come menti fragili (terrapiattisti, salviniani e via dicendo) possono venire istigate sempre più in un modo tanto semplice, o che alcune notizie, siccome non sono molto attrattive in termini di click (anche se vere), non appariranno mai nelle bacheche di nessuno. Come diceva qualcuno, “noi abbiamo il grande potere di manovrare le aziende semplicemente con le nostre scelte“, e questo dobbiamo fare: schifare i suggerimenti delle piatteforme, cercare i post o i video direttamente, cercare di non farci influenzare da quello che altri vogliono che noi vediamo o che noi pensiamo (perchè sì, anche questo documentario sta cercando di instillare nella tua mente una idea) e verificare tutto quello che condividiamo da altre fonti.

Ma no, questo non vuol dire rinunciare ai social. Anche se forse dovremmo tutti accettare che danno dipendenza, dovremmo cercare di utilizzarli limitatamente e proibirli a figli o familiari giovani. Ma purtroppo questo va oltre le possibilità di analisi di molte persone, quelli che io definirei deboli (perchè idioti sembra offensivo).

Stay tuned!

EDIT: giusto un pensiero così, fugace. Una piattaforma di streaming, quale è Netflix, che finanzia un documentario dove si dipingono i social come negativi perchè il loro scopo è di guadagnarsi la tua attenzione ad ogni modo, non è esso stesso manipolazione mentale per attirare la tua attenzione dai social e portarla sulla piattaforma di video. Perchè Netflix fa coi suoi video quello che i social fanno con le notizie, solo che loro con questo documentario ti dicono di smettere coi social. E dimmi: dove spenderai più tempo se smetterai di passarlo sui social? Magari su Netflix?

… se al professore cade l’occhio

In questi giorni stavo già preparando un post sui problemi del femminismo, purtroppo è lungo e complicato e la mia recente passione per il giardinaggio di bonsai su youtube mi ha impedito di completare l’opera. Ma ora se ne esce quest’altra protesta che, a mio avviso, ha pro e contro. Intanto raccontiamo la storia…

IL FATTO
Primo giorno di scuola al liceo Socrate di Roma, Garbatella. In attesa dei banchi, in alcune aule fanno lezione sulle sedie, come in tanti altri istituti (famosa la figuraccia di Toti che cercò di strumentalizzare una foto di una scuola che mostrava dei bambini in ginocchio). Gli studenti, e le studentesse, risultavano quindi totalmente visibili dalla cattedra (intendendo per tutta la durata della lezione, perchè ehy, un banco non ti copre come un burqa).
Tutto normale, ma la vicepreside (una donna) ha un’ideona: mandare un messaggio in cui si invita a non indossare la minigonna a scuola “altrimenti ai professori cade l’occhio“.
Questo ha provocato l’indignazione delle studentesse che ha fatto il giro sui social fino a sfociare nella manifestazione: si sono presentate tutte con la gonna e le gambe scoperte e han appeso cartelli in giro per l’istituto in cui denunciavano il fatto con frasi tipo “Non è colpa nostra se gli cade l’occhio. Stop alla violenza di genere“.

LA MIA RIFLESSIONE (deh, oh, il blog è il mio)
In questa protesta c’è tanto di giusto, e tanto di sbagliato. In breve, reputo giusta la protesta, e anche il modo di protestare, ma penso che, per quanto non sia sicuro che ciò che di sbagliato provenga dalle studentesse o dall’interpretazione della protesta che ho letto, ci siano tante cose che rendono anche questa manifestazione pseudofemminista sbagliata negli ideali.
Mi spiego: è giusta l’indignazione per la frase della vicepreside! Giustissima! Ma davvero il problema della gonne è che al professore, un adulto laureato di una certa età, possa cadere l’occhio sulle fattezze di una liceale? E anche fosse, stiamo rigirando la colpa sulla vittima: se il professore guarda le ragazzine, il problema NON sono le ragazzine, è il professore.

Quindi sì, la protesta, e quella frase “non è colpa nostra se gli cade l’occhio” fanno centro: dobbiamo smetterla di ragionare in questo modo. Un abbigliamento non giustifica una molestia (inoltre lasciatemi dire che se il problema è vedere due cosce, di questi tempi, come essere umano sei anche messo un pò male).

D’altra parte c’è anche un altro messaggio, che molti stanno lanciando, ed è quello della libertà di espressione, della libertà di scelta del proprio outfit, della libertà di… Cito un pezzo di un articolo a riguardo di questo fatto, dove si parla di una amica di una ragazza ripresa dalla vicepreside per il suo abbigliamento:
La ragazza ha comunque precisato che quello portato dall’amica non era un indumento troppo scoprente, ma “una gonna normale, morbida. E che comunque, a prescindere da tutto, era il suo modo di esprimersi”.
No, non a prescindere da tutto. Perchè è questo quello che ritengo sbagliato della protesta: il suo modo di esprimersi deve essere coerente con le regole (scritte e non) del rispetto del luogo in cui sta, in questo caso una scuola.

Una scuola deve formare un individuo anche in termini comportamentali, e il rispetto dell’istituzione e il rispetto verso gli altri ne fanno parte. Questo vuol dire che sia i maschi che le femmine sono tenuti ad avere un abbigliamento consono quando sono in classe. No alle minigonne o ai top troppo scollati, così come no per i maschietti ai pantaloncini troppo corti, o ai culi di fuori (dico per i maschietti, con quella moda dei calzoni abbondanti un pò da rapper) o ad altre cose che suvvia, a scuola dovrebbero essere proibite. Ancora, col discorso della libertà di fare qualcosa, si mina un valore che poi rende la società piena di gente che in virtù dei propri diritti, dimentica i propri doveri e pretende sempre più diritti a discapito degli altri (in questo caso del rispetto verso gli altri, siano essi persone o istituzioni o cose).
Andreste a un funerale in minigonna o coi pantaloni che vi scendono sotto le chiappe? E se (lo spero) non ci andreste, perchè volete andarci a scuola?

Per far capire meglio questo concetto, io mi domando ancora come mai sul posto di lavoro un maschietto è generalmente (non sempre, ma praticamente sempre se può entrare in contatto con clienti) tenuto a tenere i pantaloni lunghi (ok, a volte anche la camicia) mentre le donne possono andare in minigonna e sandali. E siccome so perchè l’uomo non può andare in pantaloncini corti, la domanda diventa piuttosto “perchè l’uomo deve mostrare rispetto al cliente mentre è considerato rispettoso per la donna andare vestita come le pare?“. Ok, la questione potrebbe complicarsi un pò perchè questa usanza potrebbe avere una qualche origine medioevale…

Quindi credo che, dal mio punto di vista, tutto questo sia stato semplicemente uno sbaglio di comunicazione, niente a che vedere con il maschilismo e il femminismo: la vicepreside ha mandato un messaggio sbagliato per una richiesta lecita.
Vi lascio la mia stessa opinione descritta in breve da un portavoce del M5S (io li odio, ma condivido questa posizione e l’ho trovata citata su un articolo)

La corretta comunicazione a scuola è fondamentale. Suggerire a studentesse e studenti, ma anche agli insegnanti, un…

Pubblicato da Vittoria Casa su Venerdì 18 settembre 2020

Per oggi è tutto. Stay tuned!

I #Negazionisti, i #nomask, i #novax e la crisi della scienza

Abbiamo avuto un lockdown globale che è stato molto duro, persino durante il lockdown gli psicologi parlavano delle ripercussioni che questo avrebbe avuto sulla gente, compreso la paura di tornare a una vita normale che si riassume nella “sindrome della capanna“. Ma la sindrome della capanna non è la sola conseguenza del lockdown: gente “studiata” ha fatto un elenco molto interessante delle ripercussioni psicologiche, che comprende ansia e noia (ovviamente), frustrazione, paura ossessiva della contaminazione, stress e nervosismo, lo shopping compulsivo per non rimanere senza beni di primaria necessità, perdita di fiducia nei confronti delle fonti ufficiali di informazione e tutto questo può sfociare in situazioni peggiori nei casi delle persone psicologicamente vulnerabili.

I negazionisti sono quindi un parto della nostra risposta alla pandemia. Ma non tutti sono diventati negazionisti o novax come conseguenza della pandemia. Durante il lockdown eravamo bombardati da notizie di tutti i tipi, anche contrastanti, anche da professionisti (del resto si sa, il genio non esiste, e a volte è un idiota). In questo scenario i maestri della disinformazione hanno avuto un seguito elevatissimo, alcuni facevano in poche ore milioni di visualizzazioni su youtube, più di quanto molti video famosissimi che conosciamo abbiano fatto o faranno mai. Alcuni messaggi, per quant vergognosamente sbagliati, hanno avuto un ottimo appiglio nella scarsa conoscenza della gente in tema di medicina, virologia, buon senso e principalmente scienza, favoriti anche dal sentore di confusione che la scienza tradizionale mostrava, essendo all’oscuro di molti aspetti della pandemia.

Ma quando nel titolo parlo di crisi della scienza non mi riferisco affatto al fatto che, ovviamente, non sappiamo tutto. Mi riferisco invece al fatto che la scienza funziona benissimo con gli scienziati, ma se il metodo scientifico non viene capito dal popolo comune, ci ritroviamo che la scienza può essere manovrata dalla comunicazione, e rischiamo che l’1% dei scienziati, pure in malafede, hanno il seguito del 90% della popolazione, solo perchè dice loro quello che vogliono sentirsi dire. “La scienza non è democratica“, come dice spesso Burioni (che io non stimo, ma non per questo dice cose sbagliate), la velocità della luce non si decide per alzata di mano (– Piero Angela), quindi dire una cosa, o meglio, avere una opinione sulla scienza, non rende quell’opinione vera. La crisi della scienza è di non sapere comunicare a chi di scienza non si intende. Noi dovremmo fare studiare il metodo scientifico alle scuole medie: come una teoria scientifica diventa accettata, e come può essere tutto rimesso in discussione.

In questo periodo stiamo assistendo a manifestazioni #nomask, contrari all’uso della mascherina, a cui si sono aggiunti tutti i complottisti migliori: #novax, negazionisti e chissà chi altro. La prima (almeno, quella di cui sono a conoscenza) si è svolta a Berlino: sono stati più di 18 mila, tra cui novax, estrema destra (ma perchè? nel senso, cosa ci azzecca la politica con un movimento negazionista?), Robert Francis Kennedy Junior, nipote dell’ex presidente americano, rappresentanti del movimento QAnon (movimento nato da un utente di 4chan che si spacciava per persona che aveva accesso a documenti segreti, che dice che Trump stia combattendo contro i poteri forti, o Deep State)… insomma, tutta bella gente.

La seconda si è svolta a Roma ieri. Solo 1500 protestanti, ma tutte le migliori menti l’han sostenuta: Forza Nuova (organizzatori), Michelle Ferrari (pornoattrice), QAnon, «Popolo delle Mamme», no-vax, «Gli amici di Hulk», sovranisti, commercianti in crisi, Sara Cunial, la deputata No-Vax cacciata dal Movimento 5 Stelle, e Davide Barillari, anche lui ex-5 stelle. Povia, che è diventato il Signore del Complottismo, dopo aver vinto con la tristezza il Festival Di Sanremo ed essere poi stato dimenticato da tutti, ha fatto sapere che non ci sarebbe stato.

Per la millesima volta: NON CI SARÒ. MI MERAVIGLIO DEI GIORNALI. Non potrei mai andare in piazza con chi crede che il…

Pubblicato da Giuseppe Povia su Giovedì 3 settembre 2020

Anche il generale Pappalardo e i gillet arancioni, così come Vittorio Sgarbi, non ci sono andati, per ovvia avversione a Forza Nuova.

Si dovrebbe parlare di più di tali manifestazioni. Ma forse lo farò in un prossimo post. Stay tuned!

Su J. K. Rowling la transfobica

J. K. Rowling, la creatrice della serie di romanzi su Harry Potter, scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica, è con molta probabilità uno di quei geni idioti di cui Barbascura potrebbe parlare. Ottima scrittrice, sicuramente la sua saga più famosa (Harry Potter, appunto) è stata un’opera che aveva un suo perchè, e quindi ha appassionato un numero esagerato di fan in tutto il mondo. Poi però sarebbe dovuta finire nell’oblio (a parte, le va concesso, per le opere di filantropia come la lotta alla povertà, alla difesa delle fasce più deboli come donne e bambini, aiuto alla ricerca scientifica… e anche per il sostegno contro la Brexit, magari – insomma, alcune cose buone le fa anche).

Purtroppo ha un concetto di femminismo bizzarro, ed è un pelo transfobico. Tutto questo venne a galla a dicembre del 2019, quando sostenne la ricercatrice britannica Maya Forstater, licenziata dopo aver detto “il sesso biologico è un dato oggettivo e che le donne transessuali non sono vere donne” (in UK possono licenziarti per molto meno – potete trovare un articolo qui). Da lì la scrittrice ha iniziato a scrivere sempre più spesso su questo tema, prima discutendo in un tweet un articolo che parla di “persone che hanno il mestruo” (e scherzando, dicendo qualcosa tipo “come si chiamano più le persone che hanno il mestruo? Danne, Fonne…“), in questo modo sottolineando che le donne sono tutte e solamente quelle che hanno il mestruo. Questa frase la avvicina alla visione del mondo denominata TERF (Femminismo Radicale che Esclude i Trans), a cui si avvicinò ancora di più col seguente post

Per dirla chiaramente, la posizione della Rowling è semplicistica rispetto ad una tematica complessa. Per la Rowling sei donna se hai vagina, tette e mestruo. Altrimenti sei uomo. Almeno dal punto di vista biologico, da cui però derivano i diritti: per lei condividere i diritti delle donne coi diritti dei trans genera un problema di “invasione” di uomini nel mondo delle donne che è inaccettabile. L’esempio più ovvio? Se il tuo sesso non si basa sull’avere il pene, puoi fingerti trans e infilarti nel bagno delle donne e molestarle, perchè l’identità di genere è di difficile dimostrazione.

Per cercare di facilitare la comprensione della problematica, cercherò di dire qualcosa che attualmente viene considerato lo standard per psicologi, sociologi e antropologi: ogni persona si identifica sessualmente in base a tre parametri: il suo sesso biologico, quello di cui parla la Rowling cioè banalmente se hai gli organi genitali maschili o femminili (teniamo presente che anche sul sesso ci sono casi limite, sia dal punto di vista cromosomico che ormonale che di caratteristiche, che ci portano a dire che un sistema binario uomo-donna è sbagliato anche sul sesso), il suo genere (gender in inglese), che riguarda il modo in cui la persona si definisce basandosi su come la società identifica gli uomini con le donne (e qui si hanno i maggiori contrasti, nei casi di sessi maschili che si ritengono donne o vice versa, ma si possono anche avere interpretazioni di se stessi temporanee, o alternative, per esempio quando si ritiene di non far parte di un sistema binario uomo-donna), e infine l’orientamento sessuale, che altro non è che il tipo di persona da cui la persona che si sta cercando di definire è attratta (anche qui è difficile pensare a un sistema binario, perchè una persona potrebbe essere attratta da un’altra che non fa parte del sistema binario). Come ribadito precedentemente, è una problematica complicata e se volete leggervi qualcosa di più vi suggerisco questo articolo, che ha anche un ottimo glossario su alcuni termini moderni.

Essendo un tema delicato, vorrei solo osservare alcuni dettagli: per una persona che nasce in un corpo di un sesso a cui però non si sente di appartenere, non poter avere gli stessi diritti di una persona che si sente come lui/lei ma ha avuto (di già) la fortuna di nascere col corpo giusto può essere deprimente. Inoltre, se nasci in un corpo che è del sesso sbagliato stai pur sicuro che già dovrai passare un mucchio di umiliazioni e bullismi. Discriminare tali persone perchè se si estendono i diritti anche a loro, magari qualcuno che a tale diritti non dovrebbe avere accesso se ne approfitta lo reputo un pò eccessivo: primo, non ce li vedo tutti sti uomini a spacciarsi per trans per finire nel bagno delle donne (si ok, era un esempio, ma anche l’esempio vale il controesempio), secondo, quanto tali diritti diventerebbero un danno e quanto una soluzione? Il modo di dire “fatta la legge, trovato l’inganno” vale per tutte le leggi e tutti i diritti, allora non si dovrebbero più fare leggi.

Tre attori principali della serie di Harry Potter si sono discostati dalla posizione dell’autrice dei romanzi. Il messaggio univoco è “le donne transgender sono donne, gli uomini transgender sono uomini” ma, sebbene di solito sia colpito dalla genialità di Emma Watson, mentre questa volta non si sia sprecata più del solito, e lo stesso Eddie Redmayne, il migliore questa volta è stato Daniel “Harry Potter” Radcliffe nella sua lettera, che vi consiglio di leggere.
E fanculo a chi si fa sempre i cazzi sulla vita degli altri!!!
Stay tuned!

PS: ho parlato di questo tema perchè oggi è tra i trending topics su Twitter #IStayWithJKRowling. Non so come mai, forse lo scoprirò, ma avere un minimo di background non faceva male

Previsioni sul secondo lockdown

Va male, gente, va molto male. Sono sceso in Italia quasi a inizi Luglio, cioè quando han riaperto le tratte aeree da Londra all’Italia. Il 10 Luglio il numero dei nuovi casi giornalieri era di circa 200 persone al giorno, ampiamente sotto controllo. Ma le regole, per quanto in Italia fossero migliori che in altri paesi, erano molto permissive. E così il virus si è diffuso. Per chi capitasse su questo blog per questa notizia, non sono un virologo, mi attengo ai dati ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e cerco di dire cose coerenti col mondo scientifico, ma siccome anche il mondo scientifico si divide un pò, darò la mia personale previsione.

A fine Luglio il numero di nuovi casi giornalieri era quasi raddoppiato: 400 al giorno. Questo ci diceva, come ogni persona dotata di un minimo di intelligenza ha sempre sostenuto, che il virus non era scomparso, ma che attendeva nell’ombra per darci il secondo colpo. Teniamo sempre presente che sappiamo che il covid si manifesta nei primi 14 giorni dopo che una persona l’ha contratto, in genere intorno al quinto giorno. Se oggi qualcuno vi infetta, domani potreste avere i sintomi, probabilmente li avrete in 5 giorni, ma se va male (e sì, si tratta di sfortuna perchè senza sintomi per lungo tempo avete più probabilità di infettare gli altri) li avrete tra 14 giorni. Tutto questo escludendo che possiate rimanere asintomatici, esistono anche quelli, purtroppo.

Il giorno di ferragosto il numero dei casi giornalieri era salito ancora, a 574. Difficile stabilire un trend con tre soli valori, ma siccome in 15 giorni (metà mese) erano cresciuti di quasi 200 casi al giorno (esattamente lo stesso incremento dal 10 luglio a fine luglio), il trend sembrava stabile, leggermente in rialzo. Quasi 200 casi in più dei 15 giorni prima. Se questo era esatto, a fine Agosto il numero dei casi sarebbe stato circa 800 al giorno, non bene ma nemmeno malissimo.
Il problema è che ferragosto, in Italia, è una festività particolare, a cui la gente non rinuncia. Io ero in ferie ma non mi son dato alle pazze gioie, sono però andato al mare ma in maniera intelligente: partenza alle 4 del pomeriggio, bici, arrivato là mi son fatto le mie due ore di camminata sul bagnasciuga e poi, verso le 7, mezz’ora di pausa sul mio asciugamano e via verso casa. Non rimanendo fermo non ho avuto gente intorno che mi potesse contagiare, ma ho visto una amica (da cui mi son tenuto distante), che mi ha detto che nella sua spiaggia la gente era ammassata come tutti gli anni. Insomma, da lì i numeri sono scoppiati: il 20 agosto ne abbiamo avuti 845, il 21 ne abbiamo avuti 947 e il 22 (cioè ieri) ne abbiamo avuti 1071. Se contate che il 20 erano 5 giorni da ferragosto, e che i nuovi casi contagiati a ferragosto continueremo a vederli fino al 29, il trend è chiaro.

L’età, dal primo lockdown, è molto calata: a infettarsi sono di più i giovani. Questo probabilmente (a mio avviso) perchè sono quelli che si sono mossi di più, e che quindi entrano più in contatto col virus. Adesso, è vero che si stanno anche facendo più tamponi, ma i numeri spaventano un po’. Penso che sia quasi certo, come dicevano mesi fa, che ci sarà bisogno di un secondo lockdown in autunno… ma quando? Perchè se si stima sul numero di tamponi, i nuovi infetti non son tanti, però crescono. Inoltre c’è stato questo effetto estate calda, che ha abbassato il numero dei contaggi, forse perchè i droplets (le mini gocce d’acqua) emesse dal fiato o dagli starnuti si vaporizzano al volo (infatti il 15 Agosto in Svezia il numero dei nuovi casi era simile all’Italia, ma in Svezia la popolazione è numericamente inferiore e naturalmente più distanziata, vivendo in centri piccolissimi e distanti tra loro, però non ha un’estate calda).

La mia previsione: io credo che dopo il 7 Settembre (data in cui tornerò in Inghilterra) si starà già parlando in Italia di chiudere di nuovo tutto. Da fine Settembre i numeri spaventeranno, e si sarà già avuto un dibattito politico all’Italiana (Salvini che fa il populista e chiede tutto aperto e le dimissioni del governo, Meloni che parla di dittatura d’emergenza e cose così). Secondo me a Ottobre si chiuderà tutto, ma qui si scatenerà un problema: dal primo lockdown han preso piede teorie complottiste di tutti i tipi, con esempi di stati come il Regno Unito che non ha chiuso nulla. Il governo dovrà quindi decidere: o si impone con la forza il lockdown ancora più impopolare del primo, o si rischia di nuovo il collasso. Unica alternativa: o la gente inizia a capire le regole della diffusione (tipo: va bene, avete fatto ferragosto, ma poi potevate stare un pò isolati per i 10 giorni seguenti, no?) e iniziamo a usare la testa, o esce una cura. E non intendo un vaccino (che richiede un periodo di sperimentazione, e quindi non sarà disponibile fino al 2021), ma proprio che l’uso di qualcosa che già si utilizza ed è testato può aiutare contro il covid.
Tenete presente che i complottisti e gli anti-scientifici stanno elaborando le teorie più assurde per opporsi a mascherine, vaccini, cure e controlli, e loro saranno il problema del secondo lockdown.

Ci sono teorie più ottimiste che dicono che potrebbe non esserci nessun secondo lockdown. Lo spero proprio!!! Ma non sono molto ottimista.
Stay tuned!

#7PCM: Libertà di opinione

Un diritto fondamentale è sancito in tutte le democrazie moderne, e nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Ve ne cito una definizione sola, ma ci sono varianti: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere“. La libertà di espressione e opinione è assolutamente basilare anche nella democrazia italiana. Dunque come può essere considerata un Peccato Capitale Moderno?

Beh, semplicemente perchè si sta abusando di tale libertà, che ormai giustifica ogni cazzata che diciamo, anche la più falsa, la più sbagliata, al punto che se diciamo una cosa, e ci rendiamo conto che è sbagliata, anzi che ammettere l’errore, possiamo dire che quella è una nostra opinione, e appellarci alla libertà di opinione per darci ragione. Io ho visto usare la libertà di opinione per giustificare concetti matematici sbagliati, del tipo che 3+2=6. Ovviamente le occasioni in cui è più fastidioso sentire usare la libertà di opinione come scusa, è quando si riportano informazioni false o anti scientifiche. Terrapiattisti, religiosi, no-vax… quando ti senti dire “ma i vaccini fan molto male, se qualcuno ha scritto che portano l’autismo…” e non puoi dimostrare nulla che tutto quello che dici si scontra con un “oh, comunque questa è la mia opinione, ci sarà ancora la libertà di opinione no?“, ti viene da dire parolacce.

NO, LA LIBERTA’ DI OPINIONE NON E’ QUESTO!!! Non è poter dire cazzate e averci sempre ragione. In Italia ne abbiamo messo in costituzione una definizione forse un poco più onesta, perchè almeno sul diritto di cronaca e critica si devono mantenere, tra gli altri principi, quello di veridicità: non si può fare critica o cronaca su notizie false. E’ un contesto giuridico complesso, e non ho gli strumenti per discuterne, quello che secondo me rende questo principio un nuovo peccato mortale è l’abuso che se ne fa al fine di garantirsi la possibilità di essere nel giusto, qualsiasi cosa si stia dicendo.

Per fortuna nel privato, quindi su piattaforme di colossi quali Facebook o Youtube, si possono adottare metodi non tanto per censurare, quanto per limitare la visibilità di opinioni false o inverificabili. Ma questo non basta.
Ci scontriamo ogni giorno con persone che, per via di questo principio fondamentale, pretendono che le loro opinioni, false, sbagliate e infondate, abbiano valore, spesso lo stesso valore di posizioni autorevoli, di studiosi o di gente che ha speso la propria vita investigando un particolare settore.

E in un mondo dove tutti possono entrare in contatto con tutti gli altri, dove esiste un canale di comunicazione tanto completo quanto internet, la libertà di opinione è soprattutto abusata da coloro che hanno opinioni approssimate, ma che hanno tanto tempo per diffonderle a regola d’arte. Non c’è più scontro su posizioni di valore, ma su forme di comunicazione, dove il meno preparato su un tema può far valere la propria opinione più di uno studioso, se sfrutta bene i mezzi di comunicazione.

A tal proposito vi metto un video (purtroppo in inglese) del programma Last Week Tonight with John Oliver, dove viene espresso un parere interessante in relazione alla libertà di opinione e alle proporzioni su tali opinioni.

Spero di avere chiarito il concetto secondo cui la Libertà di Opinione è il primo vizio capitale moderno. Stay tuned!

I 7 peccati capitali moderni

Tutti noi conosciamo i 7 vizi capitali classici (magari anche solo per aver visto il film Seven, che comunque vi consiglio). Definiti da Aristotele come “gli abiti del Male“, sono sette inclinazioni profonde dell’anima umana che la portano al peccato, e quindi all’autodistruzione.

La storia dei sette peccati capitali parte probabilmente da prima del terzo secolo avanti Cristo, coi vizi capitali, ma viene poi ridefinito in epoca Cristiana circa 700 anni dopo, nel 350 dC. Il numero e’ oscillato tra i 6 e gli 8, ma vennero definiti molto tempo fa, contrapposti alle virtu’, che i cristiani scopiazzarono da Aristotele prendendone le virtu’ cardinali e aggiungendovi le virtu’ teologali, per poi ridurre tutto a una unica virtu’, la carita’, perche’ la Chiesa alla fine aveva bisogno solo di quella. Ma oggi non parliamo di virtu’.

Questo articolo parte dalla domanda: “Sebbene i peccati capitali (superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira, accidia) siano ancora attuali, quali sono gli abiti del male piu’ predominanti nella natura umana in tempi moderni?“. Noi abbiamo infatti, nella societa’ moderna, una tendenza a manifestare alcune abitudini negative che ci portano, piu’ che allo stesso peccato (che e’ qualcosa che dipende dalla religione, di cui non ho alcun interesse) a rapportarci agli altri o a creare una societa’ via via sempre peggiore. Certo, un vizio come la gola e’ pur sempre presente nella societa’ moderna, ma forse per vanita’ (superbia) cerchiamo di limitarlo, e resta solo nei casi limite. Allora perche’ non considerare l’indole all’omicidio in serie un peccato capitale? Beh, perche’ e’ un’indole che difficilmente trova spazio nella vita di un uomo, anche questa e’ circoscritta a casi limite.

No, i peccati capitali sono inclinazioni profonde dell’animo umano, come tali debbono essere presenti un po’ nell’animo di tutti, o almeno della stragrande maggioranza degli uomini. Nei prossimi post cerchero’ di analizzare quali sono, a mio avviso, i 7 aspetti ricorrenti dell’anima umana che stanno rovinando la nostra vita, e la vita della nostra societa’, per cercare di capire quali implicazioni comporta abbandonarsi a tale lato di se stessi. Ovviamente la mia analisi sara’ tutt’altro che religiosa (quindi un peccato capitale che rovina solo se stessi, come la gola, potrebbe non rientrare nella top 7, perche’ alla fine che cacchio me ne fotte a me se siete bramosi di cose???), anzi, mi ritengo molto piu’ della schiera dei pagani.

Insomma… stay tuned!!!

Forma mentis ovvero il giustificazionismo moderno

Discutere con persone che hanno mentalita’ diverse dalla tua, apre a un mondo di nuove interpretazioni. Ma quello che oggigiorno si nota sempre piu’ spesso e’ una feroce forma di giustificazionalismo: sei razzista? Sono loro che sono infetti (anche se poi neghi l’esistenza della malattia). Sei pigro? E’ il tuo lavoro, o ogni lavoro, che non e’ eccitante. Non hai mai fatto esperienze di vita? E’ che sei una persona che ama le cose semplici (ma attenzione, perche’ se poi dici che tale persona e’ facilmente inquadrabile in qualcosa, la stessa ti dira’ che non puoi categorizzarla, perche’ troppo complicata per capirla). Questo si estende poi alla societa’ intera: in politica non si parla piu’ di temi, si fa solo tifoseria. Perche’ se la persona che tifi dice una boiata, ci sara’ sempre qualcosa da ribattere. E via dicendo, fino a giustificare l’essere fascista, che io credevo che in Italia fosse diventato illegale, invece gruppi neofascisti hanno il diritto di parola per qualche assurdo motivo che non voglio nemmeno capire. Non si discute piu’, si giustifica quello che vogliamo, anche, o meglio, preferibilmente incazzandoci con chi la pensa diversamente.

Lo facciamo tutti, probabilmente. Se dici la piu’ immane delle cazzate, quale che sia, anche se te ne rendi conto, e’ piu’ facile dire “io la penso cosi’” e rifarsi ad un principio stuprato, la liberta’ di pensiero, che non dire “ma sai, hai ragione, ho detto una cazzata“, perche’ in un mondo dove sono libero di avere la mia opinione, la mia opinione puo’ essere una stronzata, e vale come una opinione seria. Quindi la casalinga che ha studiato cucina su Masterchef e dice che fa due lavori, la casalinga e la influencer su instagram, puo’ dire che i vaccini causano l’autismo e che nei vaccini ci sono i microchip quantici e siccome non ha altro da fare durante il giorno che postare la foto del gatto su instagram (perche’ e’, come detto, influencer su Instagram nel senso che mette foto, non che mette sue foto), ha anche tempo di postare la sua opinione su mille gruppi. Il problema e’ che la sua opinione diventa quindi piu’ importante di quella di uno scienziato che studia ma che tutt’al piu’ pubblica un articolo scientifico. E la giustificazione e’ sempre la stessa: tutti hanno il diritto di esprimere la loro opinione, nonostante sia stupida.

Parlavo con un tipo. Non ha mai voluto fare nulla, a parte videogiocare (ha passato da un po’ i 35 anni). Nulla. Sente che c’e’ qualcosa che non va nella sua vita. Gli ho spiegato che dovrebbe vivere, creare cose, avere esperienze e via dicendo. Capisce cosa voglio dire. Ma non ha voglia di farlo. Gli faccio notare che “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose” (Albert Einstein) e che quindi e’ definitivamente colpa sua se la sua vita e’ cosi’. E lui raggiunge la forma massima del giustificazionalismo: non e’ colpa sua, e’ colpa della Natura che gli ha dato quella forma mentis.

Io non capisco. Io ho sempre ritenuto di dover affrontare i miei errori, e di doverli riconoscere. Forse sono vecchio stile, ma se faccio uno sbaglio, e come tutti ne faccio tutti i giorni, non giustifico me stesso. Cerco di migliorarmi. Quando ho sottolineato la stupidita’ di quella frase, mi e’ stato chiesto se non reputo di avere avuto ragione quando succedeva qualcosa con le ragazze che mi piacevano. Non e’ la stessa cosa, quando incontri una ragazza la parte piu’ difficile e’ accumunare interessi e principi, quindi e’ sempre una lotta di prevaricazione e di posizione, ben diversa da lamentarsi, che ne so, del proprio lavoro ma non aver mai fatto nulla per migliorarlo. Cio’ nonostante, mi riconosco degli errori, molti, di varia natura. Lo faccio al lavoro. Lo faccio dovunque. Anzi, anche al lavoro sono abbastanza aperto a segnalare subito quando faccio delle minchiate, a chiedere scusa, a… Poi certo, ci saranno anche delle volte in cui difendo strenuamente le mie idee, e quindi diventa una battaglia di opinioni, ma cerco sempre di dare dati relativi alle mie idee, non credo di avere mai detto in vita mia “babbeh, io la vedo cosi’” e fine.

Un tempo si diceva che solo gli stupidi credono di avere sempre ragione. Stiamo diventando tutti stupidi?
Stay tuned!

Quando tutto non e’ come sembra

Qualche giorno fa ho visto un post molto interessante. Era un sonetto di Trilussa che vi voglio riportare qui di seguito:

Un Cane Lupo, ch’era stato messo
de guardia a li cancelli d’una villa,
tutta la notte stava a fa’ bubbù.

Perfino se la strada era tranquilla
e nun passava un’anima: lo stesso!
nu’ la finiva più!

Una cagnola d’un villino accosto
je chiese: – Ma perché sveji la gente
e dài l’allarme quanno nun c’è gnente?

Dice: – Lo faccio pe’ nun perde er posto.
Der resto, cara mia,
spesso er nemmico è l’ombra che se crea
pe’ conservà un’idea:
nun ce mica bisogno che ce sia.

Io non sono di destra. Trovo difficolta’ anche a definirmi di sinistra, con l’attuale sinistra. Pero’ questo sonetto era riferito alla Meloni, ma piu’ in generale vuole rimarcare un aspetto che ai nostri giorni sempre di piu’ affligge la nostra politica: il focalizzare l’attenzione della gente su fatti secondari ma che colpiscono l’attenzione e sviare dai veri problemi. “Spesso il nemico e’ l’ombra che si crea per conservare una idea, non c’e’ bisogno che ci sia“.

Meloni e Salvini questo fanno: han preso un problema che affligge la popolazione italiana, il razzismo, e ne han creato un movimento. E laddove le notizie dan loro contro (i numeri dei clandestini in Italia non son peggio degli altri paesi d’Europa – in questa pagina c’e’ un grafico che aiuta a mettere in relazione gli stati in base alla percentuale sulla popolazione) semplicemente non le riportano, e danno informazioni di pancia che mai verranno controllate da chi non vuole sapere la verita’. Se sei razzista che interesse hai nel cercare di capire se il numero di immigranti clandestini e’ veramente cosi’ alto in Italia? Ce ne fosse uno solo di immigrato clandestino, sarebbero gia’ troppi.

E quindi cosa succede se mostri loro la verita’? Beh, non c’e’ miglior sordo di chi non vuol sentire, e infatti le discussioni finiscono sempre con frasi del tipo “siete fantastici… siete come bambini“, “ma se c’è tutto questo pericolo di contagio perché il tuo mitico governo accoglie clandestini a destra e a manca??” oppure “In effetti hai ragione a non vedere l’accoglienza: fuggono in massa dai centri…“. Cioe’, da certi soggetti non hai mai una risposta in merito ai fatti, ma punzecchiature, insulti, battutine… ovviamente mancanza di contenuti, la cui scusa diventa “essere stufi di parlare con certa gente” (ma se rispondi lo stesso, perche’ non mostrare qualche dato, o portare qualche argomento?).

Questa tecnica non se la sono inventata Meloni e Salvini, ovviamente. Piu’ continuiamo ad avere bisogno di sostenitori, piu’ parliamo alla pancia delle persone. I complottisti fanno lo stesso: abbaiano contro a tutto quello che richiede piu’ della laurea all’Universita’ della Strada per essere capito, perche’ molti non capiscono una mazza, e cosi’ si crea il giusto interesse e si aggregano persone. Abbiamo la peggiore pandemia degli ultimi 100 anni (almeno in termini di contaggio, perche’ la mortalita’ per fortuna non e’ stata altissima, in percentuale – fosse stata altamente contaggiosa e altamente mortale, saremmo stati fregati), e siccome ci sono tanti aspetti un po’ complicati da capire, eccolo la’ una decina di teorie del complotto, alcune assolutamente miserabili (tipo organizzazioni segretissime che pero’ ti lasciano messaggi evidenti tipo acronimi di COVID sparsi nella storia dell’uomo… cosi’, giusto per permettere a Pino il meccanico di smascherarli).

Anche li’: li sottovalutiamo? Han vinto loro? Perche’ Salvini e Meloni hanno piu’ del 40% di consensi in Italia. E mentre ad oggi BarbascuraX ha fatto un milione di visualizzazioni totali sommando i due video su virus e pipistrelli, il Greg ne fece 4 milioni sul video di correlazione del COVID col 5g (per fortuna non piu’ disponibile, perche’ gli chiusero il canale).

Il problema e’ che alla fine non importa chi ha ragione, e’ tutto basato sull’opinione del pubblico, che come spesso accade, non e’ basata sulla realta’ dei fatti, ma sulle dicerie della gente. E da sempre noi sentiamo dire che le antenne fan male, vuoi dirmi che e’ un caso che installino il CINQUEGGI’ proprio quando scoppia il COVID??? Stiamo pagando l’utilita’ di internet con la capacita’ di permettere a certe idee di avere consenso, e di misurarlo cosi’ da cavalcarlo.

Stiamo creando una societa’ molto brutta.
Stay tuned!